Olimpiadi 2026: la pista da bob di Cortina non verrà costruita, gare in Austria
Da Mumbai Malagò mette la parola fine al progetto, la Regione rilancia con Zaia. La delusione delle imprese e la preoccupazione per l’immagine Paese
di Barbara Ganz
3' di lettura
«Non ho ancora notizie ufficiali attorno alla scelta di abbandonare il progetto della pista da bob di Cortina, ma se così sarà noi chiederemo che venga ridisegnata la distribuzione delle gare olimpiche». Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia , rilancia dopo la delusione creata dalle dichiarazioni del presidente del Coni Giovanni Malagò che, durante la sessione del Comitato olimpico internazionale a Mumbai, ha messo la parola fine a una delle opere più simboliche delle Olimpiadi 2026. La nuova pista da bob di Cortina D’Ampezzo non verrà costruita e per le gare bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 si dovrà cercare una soluzione all’estero, ha detto Malagò.
Le reazioni non si sono fatte attendere.
Le imprese
«Veniamo infatti a sapere, a cose fatte, che il Governo ha ufficialmente annunciato la volontà di rinunciare alla realizzazione della pista di bob, slittino, skeleton e para-bob a Cortina per spostare le gare in una sede già esistente e funzionante fuori dall’Italia. Questa è una sconfitta per tutto il sistema Paese»; afferma in una nota il presidente di Confindustria veneto, Enrico Carraro . «Non ci meritiamo - prosegue Carraro - di essere visti come quelli che “non sono in grado di raggiungere l’obiettivo” nel contesto internazionale. Non se lo merita il Veneto e non se lo merita l’Italia. Sono dispiaciuto che nemmeno “l’operoso” Nordest abbia compreso come la sfida su questo progetto andava oltre la semplice sfida sportiva. Non è un problema solo di Giochi Olimpici, ma di credibilità del nostro sistema imprenditoriale, industriale e valoriale. Vincerla sarebbe stata la più bella medaglia olimpica».
La presa di posizione di Confindustria riguarda un evento internazionale, che muove circa 1,5 miliardi di euro di Pil per il Paese: «Le infrastrutture e le opere di viabilità delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 andranno a supporto delle attività produttive e produrranno vantaggi alla collettività ed all’economia veneta anche ben dopo gli eventi correlati alle gare. E il tema della reputazione del sistema Paese nei contesti internazionali ci sta particolarmente a cuore», conclude Carraro.
Le ricadute
«È una perdita per tutta l’Italia. Un peccato e uno smacco», dice Alberto Zanatta, presidente del gruppo delle attrezzature per gli sport invernali Tecnica di Giavera del Montello (Treviso), vicepresidente di Confindustria Veneto Est: «La mia sensazione è che si sia trattato di una serie di problemi tecnici sottovalutati. Non credo che i comitati contrari all’opera avrebbero, in caso contrario, espresso una resistenza sufficiente a fermare l’opera». Zanatta ritiene comunque che il progetto abortito non avrà ricadute sul piano economico relativamente al business degli articoli per la neve o a quello del turismo: “È ovvio che in mancanza di investimenti - sottolinea - non ci sarà alcuna crescita di praticanti di discipline sportive già di per sé minoritarie. Ma al di là di tutto non posso non far osservare che, dalle precedenti olimpiadi del 1956, Cortina è stata oggetto solo di sottrazioni di infrastrutture per gli sport invernali, ed è chiaro che le ricadute di quest’ultima decisione - conclude - saranno sostanzialmente sotto il profilo dell’immagine non per Cortina, ma per l’intero Paese».
Marco Bussone, presidente nazionale Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), ricorda che «avremmo preferito un impegno completamente sul versante italiano. Anche per il bob e lo slittino. Le opportunità c’erano, in diversi contesti alpini. Con investimenti certo, utili al sistema nazionale del ghiaccio del futuro. Si preferisce invece andare in Austria a completare le sedi di gara di Milano-Cortina. Una scelta del Coni e del Cio che sorprende e che apre uno scenario del tutto nuovo».
E Armin Zoeggeler, leggenda dello slittino azzurro, con sei medaglie consecutive conquistate ai Giochi Olimpici, si chiede «quali sono le prospettive per lo slittino italiano? Le medaglie noi le vogliamo, anche la federazione e anche il Coni. Tutti vogliamo le medaglie, ma non vogliamo una pista. È una follia».
«Capisco che sia una decisione giusta trovare un’alternativa, perché obiettivamente non è contemporaneo spendere così tanti soldi per un’opera che non verrà utilizzata», è invece la posizione di Beppe Sala , sindaco di Milano: «Se la pista fosse realizzata a Saint Moritz a noi andrebbe molto bene come sistema perché farebbe risparmiare e credo che, tenendo aperta la Forcola, si possa avere un villaggio olimpico a Livigno unico».
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