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Milano, Hidden Garden non è in «cortile». Il Riesame respinge il sequestro del palazzo

A seguito del rinvio da parte della Corte di Cassazione penale, il Tribunale del Riesame ha confermato (per la terza volta) il rigetto della richiesta della Procura di sequestrare la palazzina di 7 piani, 27 metri di altezza e 45 unità abitative in costruzione in piazza Aspromonte, a Milano, appartenente a Bluestone Aspromonte Srl

di Laura Cavestri

3' di lettura

Costruttore «in buona fede», autorizzazioni e permessi in regola e una definizione urbanistica di «cortile» ambigua e, in ogni caso, insufficiente a impedire il sequestro della palazzina (per altro in fase avanzata di costruzione). Con queste argomentazioni, il Tribunale del Riesame di Milano, – a seguito del rinvio da parte della Corte di Cassazione penale – ha confermato (per la terza volta) il rigetto della richiesta della Procura di sequestrare la palazzina di 7 piani, 27 metri di altezza e 45 unità abitative in piazza Aspromonte, a Milano, appartenente a Bluestone Aspromonte Srl.

La vicenda e il nodo

Una vicenda che si trascina da anni e che oppone al costruttore (e all’amministrazione comunale che ha rilasciato i permessi di edificazione), la denuncia di alcuni abitanti delle case adiacenti che da tempo lamentavano la prospettiva di vedersi togliere luce e aria dal nuovo edificio nonchè un pericolo alla stabilità delle strutture circostanti derivante dai lavori, prima di demolizione (con conseguente dispersione di polveri nocive nell’aria) poi di costruzione.

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Il nodo, però, risiede sull’interpretazione delle norme urbanistiche del Piano Regolatore del 2012 e del 2019, le quali prescrivono che, se si costruisce su un cortile abbattendo un piccolo precedente edificio (il precedente demolito era di tre piani), la nuova costruzione deve essere di altezza uguale o inferiore a quella demolita. Cosa che in questo caso non è avvenuta, perché il nuovo stabile è stato considerato non all’interno di un cortile ma in un’area indipendente. Insomma, se lo spazio su cui sorge non è un cortile, allora il costruttore è libero da vincoli e può edificare in altezza in libertà.

La prima volta era stata la gip Daniela Cardone a bocciare la richiesta della pm Marina Petruzzella. La seconda era stato il Tribunale del Riesame a confermare il rigetto, ma con motivazione poi censurata dalla Cassazione su ricorso della pm. Ora, i giudici del Riesame negano di nuovo il sequestro, da un lato riconoscendo al costruttore «buona fede e affidamento nel Comune», dall’altro escludendo proprio la sussistenza del reato.

L’ordinanza

Secondo l’ordinanza del 31 luglio, il Tribunale del Riesame, in particolare, ha escluso che l’edificazione del nuovo edificio sia da ritenersi all’interno di un «cortile urbanistico», sia in base alla disciplina prevista dal previgente PGT del 2012, sia della definizione introdotta con l’articolo 5.24 delle Norme di attuazione del Piano delle Regole del PGT 2019. Di conseguenza, a detta dei giudici milanesi, l’ipotesi accusatoria deve essere disattesa, dal momento che non risultano illegittimamente rilasciati i permessi di costruire relativi all’intervento, a cui si aggiunge la evidente «buona fede» nell’agire in capo all’indagato e legale rappresentante della società Bluestone Aspromonte Srl, Andrea Bezziccheri.

Il Riesame ritiene che l’attività messa in campo dal Comune non sia stata «iniziativa compiacente rispetto agli interessi dei costruttori», ma l’intenzione di offrire, invece, al cittadino «parametri trasparenti». Per le giudici, insomma, «non si evidenzia un’anomalia». Anche «l’interessamento dell’assessore Maran», come aveva testimoniato il regista Marco Balich, di fatto “portavoce” di alcuni proprietari di villette adiacenti al cantiere che ne contestavano la legittimità, secondo i giudici conferma «la piena legittimità edilizia, sollecitando piuttosto una ragionevole composizione di interessi che non vide Bezziccheri motore, ma consenziente ad una variante che non può dirsi frutto di pressioni o artificiose rappresentazioni da parte del progettista Paolo Mazzoleni».

A questo punto, la Procura, che ha già concluso le indagini in vista della richiesta di processo, dovrà ora decidere se portare avanti le accuse nei confronti dei 12 indagati.

«Dopo gli ulteriori approfondimenti imposti dalla Corte di Cassazione — sottolineano i difensori Andrea Soliani e Nicolò Pelanda — il Tribunale del riesame di Milano ha nuovamente stabilito che l’operato di Bluestone Aspromonte è legittimo. Non è configurabile alcun abuso edilizio conseguente al rilascio del permesso di costruire del Comune di Milano, Andrea Bezziccheri ha agito senza violare alcuna norma e in indiscutibile buona fede. È la terza decisione che entra nel merito della vicenda, con un sempre maggior dettaglio. A questo punto – concludono i legali – chiederemo con forza di archiviare il procedimento».

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