Stili-Tendenze

Milano ricorda in Duomo Franca Sozzani

di Giulia Crivelli

3' di lettura

La prima lettura, dal libro di Qohelet, l’ha fatta la nipote Sara Maino. Per la seconda, dalla lettera di San Paolo ai romani, la voce è stata quella del figlio Francesco Carrozzini. In ogni altro aspetto, la messa in Duomo in suffragio di Franca Sozzani ha seguito le regole del rito ambrosiano, senza aggiungere interventi o ricordi. A officiare, monsignor Gianantonio Borgonovo, arciprete del Duomo: la messa è iniziata puntualissima alle 14.30 ed è durata esattamente un’ora, con la cattedrale di Milano gremita di personalità del mondo della moda e amici e colleghi di lunghissima data di Franca Sozzani, storica direttrice di Vogue Italia, scomparsa a soli 66 anni qualche giorno prima di Natale, il 22 dicembre 2016. Accanto al sindaco Giuseppe Sala, l’ex premier Matteo Renzi, che nel febbraio 2016 e poi nel settembre 2016, proprio su invito di Franca Sozzani e di Sala, inaugurò le due settimane della moda donna di Milano. Nessun primo ministro l’aveva mai fatto e per i due pranzi organizzati nel primo giorno della fashion week, uno a Palazzo Reale, l’altro nei Laboratori della Scala, Renzi sedette tra Franca Sozzani e Anna Wintour, direttore di Vogue America.

Tantissimi gli stilisti, imprenditori, top model seduti nei primi banchi del Duomo: Giorgio Armani, Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, Donatella e Santo Versace, Valentino Garavani, Angela e Rosita Missoni, Alberta Ferretti, solo per citarne alcuni. E poi Naomi Campbell ed Eva Herzigova, Bernard Arnault, Diego Della Valle e Matteo Marzotto. Da Londra sono arrivati Victoria Beckham e Christopher Bailey, direttore creativo di Burberry, ma c’erano anche protagonisti del mondo dello spettacolo come Valeria Golino e Isabella Ferrari.

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Ad “animare” il rito, come sottolineato nel libretto consegnato a ogni partecipante, la Cappella musicale del Duomo, la più antica istituzione culturale milanese, attiva ininterrottamente dal 1402 a oggi e tra le più antiche al mondo. Il momento più emozionante è stato il canto dell’inno Tu mi chiami, scritto da Carlo Maria Martini e interpretato da don Claudio Burgio, direttore della Cappella musicale. Le note dell’organo suonato da Alessandro La Ciacera e le parole del Cardinale Martini hanno creato un’atmosfera di grande solennità e allo stesso tempo di serenità, avvertita, quasi certamente, da cattolici e non, da credenti e non credenti, proprio come avrebbe voluto il Cardinale Martini e la stessa Franca Sozzani. Monsignor Borgonovo ha invitato ad andare “oltre la facciata” e a ricordare la direttrice di Vogue Italia anche per i suoi molti impegni in campo sociale. “Dobbiamo a lei la nascita di Convivio, nel 1991, che oggi è la più importante associazione italiana per la raccolta di fondi per la ricerca sull’Aids. Era inoltre impegnata in numerose Ong attive nel sostegno ai bambini e alle persone meno fortunate del pianeta. Sono l’amore e la dedizione agli altri che danno un senso alla vita”. L’arciprete del Duomo ha poi invitato tutti a riflettere sulle parole di Qohelet (“Quale profitto ha l’uomo / con tutto il suo sforzo / con cui affatica sotto il sole?”), ha citato Simone Weil e la sua esortazione a “lasciare che i semi che accettiamo da Dio crescano in noi” e ha concluso con i versi dell’inglese George Herbert, scanditi in lingua originale. Herbert è un poeta e oratore vissuto tra il Cinquecento e Seicento, sicuramente il meno conosciuto tra i tre grandi autori scelti da monsignor Borgonovo, ma quello che forse a Franca Sozzani sarebbe piaciuto di più vedere accostato al suo nome durante la messa di suffragio. La direttrice di Vogue Italia ha sempre inseguito l’originalità di linguaggio e di messaggi e forse, chissà, avrebbe potuto usare una poesia di Herbert per uno dei tanti numeri speciali del mensile con cui portò l’attenzione su temi come la discriminazione razziale e sessuale, usando la moda come mezzo, mai come fine.

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