Milano-Roma: numeri di due città a confronto
Anche il neonato governo non lesina dichiarazioni sul rilancio di Roma che lasciano intendere ambiziosi programmi e nuovi investimenti per la capitale. Non è il primo né probabilmente l'ultimo tentativo. Ecco un confronto utile a delineare lo scenario
di Federico Babbi e Carlo Scarpa
5' di lettura
Articolo tratto da Lavoce.info
Un confronto obbligato
La recente classifica dell'Economist tra le città del mondo ha riaperto in Italia il confronto Roma-Milano. Un confronto non campanilistico per capire se la qualità della vita è veramente diversa nelle due città, per capire in quale misura è determinata da una sorta di “destino” o delle amministrazioni.
Il problema esiste, se si pensa che quasi tutti gli ultimi governi hanno messo al centro dei loro programmi il tentativo di rilanciare la capitale. Ne parla anche l'ultimo, sia nel programma sia nel discorso per il voto di fiducia alle camere. E non sarà probabilmente l'ultimo tentativo; di sicuro non è il primo (si veda per esempio il punto 19 del programma di governo gialloverde, o l'art. 16 del Dl 16/2014 nel governo Renzi).
Da questi tentativi di rilanciare la capitale rovesciandovi quattrini extra traspare l'idea che ci sia una situazione di oggettiva difficoltà, che con buone risorse si può risolvere. Confrontiamola con Milano, la città metropolitana che più si avvicina ai numeri della capitale.
Gemelli molto diversi
Le differenze sono marcate già a partire dalla descrizione dei luoghi. Il comune romano è di gran lunga più esteso, con 1.287 chilometri quadrati di superficie contro i soli 182 di Milano. Roma ingloba tante aree rurali, mentre il confine di Milano la separa da altre aree urbane, formalmente in comuni diversi, ma che rappresentano un unico agglomerato. Forse anche per questo, Roma gode di più spazi adibiti al verde, il 36 per cento della superficie totale, mentre a Milano sono solo il 13 per cento.
Se invece si parla di popolazione, Roma ha 2,87 milioni di abitanti contro gli 1,35 di Milano, ma è molto meno densamente popolata: in ogni chilometro quadrato a Milano troviamo 7.439 abitanti, mentre a Roma 2.232, di nuovo in ragione della sua estensione.
Gestire Roma è dunque effettivamente più complesso. Ma questo giustifica le differenze che si osservano? Abbiamo scelto per il confronto due aspetti, tra quelli che più dipendono dalle scelte politiche locali.
Eppur si muovono, ma non proprio nello stesso modo
Un primo tema spinoso è la gestione del trasporto pubblico locale. Vediamo qualche dato.
La densità di fermate è un buon indicatore qualitativo della capillarità del servizio e l'indice vede Milano prevalere con un valore quasi triplo di quello di Roma – ma ciò dipende anche dal fatto che buona parte del trasporto pubblico della capitale è su area rurale. Più significativo è il classico indicatore dell'offerta di trasporto pubblico, ossia il numero di posti-km offerti su bus, tram e metropolitane, in rapporto alla popolazione. Mentre Milano ha circa 1,5 milioni di posti-km per abitante, Roma solo 750 mila. Giustificabile per la struttura del territorio? Forse, ma solo in parte.
L'estensione della rete della metropolitana spiega molto di più. Già nel 2009 la lunghezza complessiva della linea era più che doppia, con 74 km a Milano e 36 a Roma. Nel frattempo, il parallelo sviluppo delle due reti metropolitane ha portato a un assetto oggi rispettivamente di 98 e 54 km. Ma, per favore, non diciamo che è colpa dei resti archeologici che renderebbero impossibile realizzare la metro a Roma. Scavare è difficile ovunque, impossibile da nessuna parte.
Anche la qualità del trasporto lascia molto a desiderare, ma qui gli indicatori sono scarsi. L'età media dei bus romani risulta essere in costante aumento, passando dai 6,4 anni del 2006 agli 11,8 del 2015 e ai 12,6 anni nel 2017. Quella di Milano è circa la metà. Il che si riflette sul comfort dei mezzi, le loro emissioni e la dotazione di aria condizionata.
Se consideriamo poi anche la sharing mobility, Milano traina l'intero paese.
Infine, le reti di piste ciclabili: Milano presenta un valore di 4,12 metri ogni 100 abitanti, rispetto agli 1,27 metri di Roma. Dato forse giustificabile nelle tortuose strade del centro storico o dei colli romani, meno nella periferia.
Pulizia delle città e dell'aria
Altro primario servizio pubblico che la municipalità deve garantire è l'igiene urbana.
Anche qui le differenze colpiscono. La raccolta differenziata riguarda il 65 per cento del totale dei rifiuti a Milano e solamente il 45 a Roma. E il divario si è ampliato negli ultimi anni. Il problema non è solo comunale. In Lombardia il 5 per cento del totale dei rifiuti è smaltito nelle discariche, mentre nel Lazio l'11 per cento. Dati che fanno il paio con la diversa capacità degli impiantisti di smaltimento. E, sempre a livello regionale (ma Roma pesa circa la metà dell'intero Lazio), i dati allarmanti sono anche altri. Come quello del mancato incasso del tributo per la gestione dei rifiuti. A mancare all'appello nelle casse dei comuni del Lazio sono 120 euro per abitante nel 2017, solo 5 euro per abitante in Lombardia. Se non si riesce a farsi pagare il dovuto, difficile reclamare altre risorse.
Ma a Milano non sono certo tutte rose e fiori. Per esempio, se si guarda alla qualità dell'aria la città lombarda soccombe. Il limite ammesso di polveri sottili presenti nell'aria è stato superato a Roma solo in 13 giorni nel 2017, a Milano per ben 90 volte. Facile osservare le concentrazioni, più difficile stabilire le responsabilità del fenomeno. Ma l'impatto sulla qualità della vita non è marginale.
Milano più ricca e attraente. Forse non è un caso
Le due città sono poi diverse anche sotto il profilo puramente economico. Mediamente il milanese guadagna più del cittadino romano. Negli ultimi anni il reddito pro capite è stabilmente più elevato, attestandosi a circa 47 mila euro a Milano e a 32 mila euro a Roma nel 2017. Così anche i depositi bancari pro capite segnano una netta differenza: 57 mila euro a Milano e 43 mila a Roma. E l'occupazione segue lo stesso andamento, con un tasso stabile del 70 per cento a Milano e del 64 a Roma.
Il livello di reddito dipende da mille fattori e tra gli altri dalla capacità delle amministrazioni succedutesi nel tempo di creare un ambiente favorevole alle attività economiche. Sicuramente, un fattore di attrattività, che confermerebbe il cliché della “Milano dei giovani”, deve esserci. Tra il 2015 e il 2019 i residenti a Milano di età compresa tra i 18 e i 25 anni sono aumentati del 7,7 per cento e quelli tra i 26 e i 30 del 7,3. Una nuova immigrazione probabilmente abbastanza qualificata, legata verosimilmente a motivi di studio e lavoro. Valori opposti riguardano Roma, dove i giovani tra i 18 e i 30 anni sono diminuiti del 5 per cento e quelli tra i 31 e i 35 anni addirittura del 9,5. Un caso?
Quale che sia la risposta, si deve dubitare che riversare nuovi fiumi di denaro sulla capitale possa essere di per sé decisivo. Forse anche su questo i nostri governi dovrebbero aprire una riflessione seria.
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