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Milano si conferma hub della profumeria artistica con Esxence ed Experience Lab

I co-fondatori raccontano le due manifestazioni di riferimento per il settore, che nel 2021 in Italia ha registrato 270 milioni di euro di fatturato, pari al 14,2% dei ricavi del canale profumeria e al 30,6% delle vendite di fragranze

di Annalisa Betti

3' di lettura

L’aria di Milano profuma ancora: dal 15 al 18 giugno, infatti, al MiCo si è svolto Esxence – The Art Perfumery Event, l’appuntamento di riferimento della profumeria artistica a livello mondiale, giunto alla dodicesima edizione, insieme a Experience Lab, evento dedicato alla cosmesi dei brand indipendenti.

Profumeria artistica e ricerca: il Dna delle manifestazioni

La manifestazione, vetrina della produzione d’autore, ha accolto la community internazionale di operatori e appassionati in nome della cultura olfattiva più autentica e ricercata. Numerose le novità di questa edizione, a partire dalla grande partecipazione dei brand, che sono stati più di 260, alcuni dei quali delle new entry, provenienti da Giappone, Australia, Argentina, Ungheria, Hong Kong. Esxence ha dunque confermato Milano quale città di riferimento di questo settore.

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«Siamo stati molto lieti di poter presentare la dodicesima edizione di Esxence, dopo la pausa forzata della pandemia – afferma Silvio Levi, co-fondatore della manifestazione e direttore del Centro Studi Essencional – perché ha confermato per l’ennesima volta l’estrema vitalità del settore. Stiamo assistendo ad un vero e proprio Rinascimento per la profumeria artistica, con un incremento considerevole dei brand che hanno chiesto di partecipare. In questi ultimi anni si è anche riportata l’attenzione sull'importanza del senso dell’olfatto e le persone hanno riscoperto il suo fondamentale ruolo nella quotidianità del benessere individuale».

Experience Lab, nonostante sia soltanto alla seconda edizione, è già diventato l’appuntamento di riferimento in Italia per l’eccellenza del beauty di ricerca: è infatti il primo evento italiano che mette in connessione brand unici, selezionati in base alla loro eccellenza nella nicchia di riferimento, con gli operatori del settore profumeria e beauty internazionale.

Il focus internazionale attira oltre 9mila visitatori

A sancire la centralità delle due manifestazioni nel mondo della profumeria artistica (e del beauty) il taglio del nastro condiviso con il presidente di Cosmetica Italia, il direttore del Cosmoprof, il direttore Coordinamento Promozione del Made in Italy di Italian Trade Agency: «È stata la consacrazione del ruolo di Esxence e Experience Lab nella ricerca, selezione e offerta di opportunità a marchi che danno alimento a tutta la filiera del mondo del beauty. Di certo abbiamo definitivamente accreditato Esxence come la fondamentale, se non unica, manifestazione internazionale che rappresenta la profumeria artistica. Come mi è capitato di dire altre volte, sembrerebbe che Cenerentola si sia ormai trasformata in principessa», conclude Levi.

Lo sguardo è già verso le prossime edizioni. E non solo: «Edizione dopo edizione, puntiamo a rinnovarci, facendo tesoro delle esperienze passate e analizzando i trend più rappresentativi del futuro - aggiunge Maurizio Cavezzali, co-fondatore di Esxence e amministratore delegato di Equipe Exibit - . Lo dimostrano le novità di quest’anno e la vocazione internazionale di Esxence che, grazie al supporto di Ice e di altri partner ha favorito scambi strategici tra operatori del settore di vari paesi. Perciò, il bilancio è assolutamente positivo, anzi molto positivo, con 9.200 tra visitatori, operatori del settore, buyer e appassionati provenienti da tutto il mondo», conclude Cavezzali. Tra le altre cose, il primo giorno della manifestazione si è tenuta la presentazione ufficiale di Italian Perfumery Institute (Ipi), che nasce con l’intento di offrire percorsi di conoscenza, studio e approfondimento per valorizzare la storia della grande tradizione della Profumeria Artistica Italiana.

Un mercato in crescita

A livello mondiale, l’incidenza della profumeria artistica sul mercato globale del beauty è ancor al di sotto del 2%, ma la quota di mercato sulla profumeria alcolica è in continuo incremento, toccando punti che in media si aggirano attorno al 10% in molti Paesi.

Nel nostro mercato, quello che certamente ha la più lunga attività specifica nel settore, nel 2021 il volume di fatturato della profumeria d’autore si stima intorno ai 270 milioni di euro, corrispondente al 2,8% del beauty business sul mercato interno, al 14,2% del fatturato del canale profumeria e al 30,6% delle vendite di fragranze.

La profumeria cosiddetta “di nicchia” è nel pieno di una radicale e rapida trasformazione, talmente profonda da alterarne il modo stesso con cui la si nomina, si preferisce infatti oggi definirla come profumeria “artistica e di ricerca”, il più delle volte associata a piccoli marchi indipendenti – che spesso diventano oggetto del desiderio delle grandi multinazionali.

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