Millennials e Generazione Zeta le sfide per One day group
di Filomena Greco
3' di lettura
Un gruppo da 170 persone e 20 milioni di fatturato focalizzato sui servizi per i Millenials e la Generazione Zeta, dai viaggi al materiale scolastico. OneDay Group si è tolto la maglia da start up da un pezzo e oggi punta a far crescere il business fuori dai confini italiani. Il founder, Paolo De Nadai, è diventato presidente e da qualche mese è arrivato come ceo Mattia Riva, creatore di Dalani-Westwing Italia. Alle spalle, una media di crescita del 40% all’anno.
«Ai tempi del Liceo è nato ScuolaZoo, una piattaforma digitale dedicata al mondo degli studenti, qualche tempo dopo, vista la passione in comune per i viaggi, abbiamo lanciato WeRoad» racconta Paolo De Nadai, che ripercorre i dodici anni di lavoro del gruppo e i prossimi passi. A cominciare dalla nuova sede di Milano, vicino alla fermata Romolo, e dall’apertura di WeRoad in Spagna. «La nostra sfida è di crescere in maniera strutturale, scalando in maniera veloce i diversi business del gruppo e mantenendo il focus sulle giovani generazioni» sottolinea Mattia Riva. Un compito non semplice visto che dopo un decennio anche il fouder rischia di andare fuori “target”. «Siamo in 170 con un’età media di 29 anni - sottolinea De Nadai - e il tema dell’età è rilevante, proprio perché essere vicini al target è stata ed è la nostra forza. Sarà necessario delegare ed ascoltare».
La chiave è il lavoro sul campo, l’incontro con i ragazzi nelle scuole - 80mila i giovani incontrati fisicamente, 4 milioni quelli online - accanto all’organizzazione di attività su misura. Il business model di OneDay, business builder che sviluppa servizi mirati per i più giovani costruita intorno agli interessi comuni, a cominciare dal viaggio, si basa su una rete di brand ambassador e di community che rappresentano il tessuto stesso del gruppo. Ed è qui che si gioca la sfida del cambiamento: «Le nuove generazioni vanno veloci e le aziende non riescono più a raggiungerli. Noi stessi - aggiunge De Nadai - abbiamo vissuto cambiamenti epocali sulla piattaforma ScuolaZoo e abbiamo trasformato la nostra comunicazione sui social». È proprio al tessuto di ambassador che One Day si rivolge per cercare nuovi profili da assumere in azienda, il 17% degli addetti arriva da questo canale.
«Come azienda dovremo gestire il cambiamento in maniera strutturale» sottolinea Mattia Riva. Per One Day l’organizzazione è capillare e incentrata sulle singole persone, con un importante investimento strutturale e umano: ogni community, ad esempio, ha una unit a riporto diretto della company, che si preoccupa di ingaggiare i singoli ambassador, inoltre c’è grande attenzione sulla crescita di ogni persona e non esistono gerarchie comunicative.
Formazione ed engagement, dunque: One Day ha costituito un’academy aziendale e punta molto sul welfare: «L’8% del fatturato è investito in attività di formazione e engagement, inoltre abbiamo 10mila euro di bonus per ogni bambino che nasce» spiega Paolo De Nadai. «La sfida - aggiunge - è seguire la crescita delle community e restare aperti alle nuove generazioni». Un’azienda fatta da Millenials che parla ai Millenials è una risorsa importante per le aziende che vogliono aprirsi a nuove fasce di mercato. In quest’ottica esiste ZooCom, che offre alle imprese una consulenza strategica e creativa o mette a punto campagne di marketing specifiche.
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