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Millie Bobby Brown, la diva tredicenne di “Stranger Things” è la nuova icona fashion della Gen Z

di Chiara Beghelli

2' di lettura

A tredici anni e mezzo Millie Bobby Brown non è solo considerata una delle attrici più promettenti, ma anche una delle nuove icone fashion della Generazione Z. Talento naturale e sorrisi dosati, Millie non ha frequentato scuole di recitazione, ma come lei stessa racconta, ha semplicemente espresso ai genitori il desiderio di fare l'attrice: dopo il debutto a soli nove anni nella serie tv Once Upon a Time in Wonderland, la sua consacrazione è però arrivata nel ruolo dell'enigmatica Eleven nella serie culto di Netflix “Stranger Things”, arrivata alla sua seconda stagione.

Una T-shirt con i visi dei protagonisti - dunque anche il suo - era apparsa indosso a una modella nella sfilata pe 2018 di Louis Vuitton, omaggio del direttore creativo Nicolas Ghesquière alla serie che lo ha appassionato. Qualche settimana prima, durante la fashion week di New York, Millie si era seduta sul front row di Calvin Klein, di cui a gennaio era stata scelta come volto per la collezione Calvin Klein by Appointment. A febbraio, poi, ha firmato un contratto con la celebre agenzia IMG Models.

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Mentre alcuni riconoscono in lei l'intensità di una nuova Natalie Portman (che debuttò proprio a 13 anni nel film Leon di Luc Besson), Millie si diverte a giocare con la moda e la sua popolarità fra le nuove generazioni di consumatori: il feeling con questa categoria, la più difficile da conquistare e con cui comunicare anche per molti big del settore, l'ha resa la modella perfetta, anche in virtù dei suoi 5,6 milioni di follower su Instagram, piattaforma generatrice di icone globali. Dunque, sul red carpet dei Sag Awards si è vista con indosso un magnifico rosso Armani, per gli Emmy ha scelto uno stile ballerina firmato Calvin Klein, alternando poi outfit di Kenzo, Katy Spade, Burberry e Red Valentino.

Millie Bobby Brown, la nuova icona fashion della Gen Z

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Il caso di Millie, però, apre anche e di nuovo antiche domande: è giusto che brand non per ragazzine scelgano una ragazzina come testimonial? Negli anni Settanta fu Brooke Shields ad aprire questa riflessione: a 11 anni era già sotto contratto con l'agenzia di modeling Ford di New York, a 12 fu nel chiacchierato “Pretty Baby” di Louis Malle.

Aveva 11 anni anche Milla Jovovic, che aveva debuttato al cinema a nove, quando fu catapultata sulla cover di “The Face”, fotografata da Herb Ritts; il suo ritratto da dodicenne, scattato da Richard Avedon, apparve poi sulla copertina di “Mademoiselle”, facendo di lei la più giovane modella mai apparsa sulla prima pagina di un fashion magazine. E oggi, la sedicenne Kaia Gerber, figlia della supermodel Cindy Crawford, ha già in curriculum numerose passerelle, dopo aver debuttato a dieci anni come volto della linea Young Versace.

Supermodel a Milano, icone di ieri e di oggi in passerella

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Proprio sedici anni è stata definita come età limite per le modelle scelte per le sfilate delle collezioni adulte, nella “carta” firmata a settembre da Lvmh e Kering per regolare l'attività delle ragazze, tutelando le più giovani. Un'attenzione imprescindibile, che tuttavia deve fare i conti con l'esigenza di parlare agli adolescenti, consumatori fluidi e globali eppure sempre più cruciali per il business, come insegna il caso Gucci.

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