Mini-tablet o maxi-telefonini? Gli smartphone pieghevoli prendono forma (e senso)
Samsung ha presentato la quarta generazione dei suoi “foldable”. Questa nuova categoria di prodotto sembra uscita dalla fase sperimentale. Ma la sfida è per ora tutta spostata sul mercato cinese
di Luca Tremolada
3' di lettura
Siamo agli inizi di novembre di quattro anni fa quando viene presentato per la prima volta al mondo un prototipo funzionante di uno smartphone pieghevole. Da almeno quindici anni nei laboratori di Big come Sony, Xerox, Hp, Nokia, Lg e Samsung erano al lavoro su display flessibili, concetti di carta elettronica da applicare a televisori, ebook e dispositivi mobili. Ma il primo telefonino che si piega a diventare un prodotto commerciale è di Royole Corporation, una startup creata da un gruppo di ingegneri dell'Università di Stanford. FlexPai che viene presentato a Pechino, ha uno schermo esteso di 7,8 pollici, appare più un tablet Android che un telefonino ma in qualche modo anticipa quello che sarà il dibattito che ha accompagnato genesi, sviluppo e produzione dei cosiddetti “foldable”. Ma a cosa serve esattamente un telefonino che si allunga? Sono dei tablet piccoli o dei telefonini giganti? Possono sostituire gli iPad e i Pc di lavoro? La risposta a questa domanda sta prendendo forma solo in questi ultimi mesi.
Settimana scorsa Samsung ha presentato la quarta generazione dei suoi dispositivi flessibili, il Galaxy Z Fold 4 e il Galaxy Z Flip 4. Parliamo di due tra gli smartphone più costosi del mercato. Per dire, il Fold 4 più potente raggiunge la cifra record di 2.249 euro. Siamo nella fascia altissima di mercato quella sopra i mille euro, quella cioè che dovrebbe più soffrire data la contrazione del mercato. In Europa le vendite sono andate giù a picco con una flessione su base annua a doppia cifra. Come rileva la società di analisi Counterpoint Research quello che si è appena chiuso è il peggior trimestre vissuto dal settore mobile dopo il secondo del 2020, in piena pandemia. La crisi dei semiconduttori, l'inflazione galoppante e lo spettro della recessione hanno spinto il consumatore europea a farsi i conti in tasca e a indirizzarsi sempre di più verso smartphone di fascia media e medio basso con prezzi sotto i 300 euro. A soffrire insomma sarebbero i dispositivi sopra i mille euro. In realtà non è esattamnente così. Sempre secondo Counterpoint Research il segmento super-premium mostra una certa resilienza e continua a crescere dimostrando che la domanda per questi prodotti è ormai da considerare alla stregua di oggetto di lusso. Ed è guidata dai ceti sociali che evidentemente sentono meno la crisi. Samsung, il più grande produttore mondiale di smartphone, ha recentemente affermato che si aspetta che il mercato globale degli smartphone vedrà le vendite rimanere invariate o registrare una crescita minima quest’anno. E ha anche espresso ottimismo sul futuro dei suoi dispositivi con display pieghevoli su cui punta moltissimo. Attualmente il gigante coreano controlla il 62% di un mercato tutto sommato limitato nei numeri. Parliamo di 9 milioni di dispositivi venduti nel 2021. Quest'anno gli analisti prevedono che questi numeri raddoppieranno. Ma per ora è un business per pochi, pochissimi. Sulla palla ci sono Huawei, Oppo, Xiaomi e vivo che stanno introducendo nuovi smartphone pieghevoli. Perlopiù sul mercato cinese. Negli Stati Uniti invece tiene banco Motorola. Tuttavia, per ora il Motorola Razr 2022 debuttera solo in Cina, con prezzi abbordabili (dai 400 ai 900 euro) e specifiche quasi da primi della classe. La Cina sembra così diventato il mercato commerciale dove sperimentare le speranze di vita di questa nuova categoria di prodotti. In Europa quando arriveranno costeranno di più. Proprio per questo se hanno l’ambizione di diventare una alternativa all’iPhone che resta lo smartphone di fascia altissima più venduto devono dimostrare di essere usciti dalla fase di sperimentazione, di offrire finalmente qualcosa di davvero innovativo e di risultare utili quantomeno a influencer ricchi e manager superproduttivi. Le potenzialità ci sono tutte. Recessione permettendo.
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