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Minibond, 30 le aziende piemontesi con le carte in regola secondo un’analisi di Classis Capital Sim

di Filomena Greco

(© Zoonar/b arapovic)

2' di lettura

Spingere sull’economia dei territori e sul patrimonio di Pmi attraverso i minibond. Nasce da questo obiettivo lo studio realizzato Classis Capital Sim sul tessuto imprenditoriale piemontese e sul private debt come strumento alternativo di finanziamento delle imprese. La “strada” dei minibond, strumento di finanziamento di tipo obbligazionario che in Italia vanta, nel 2018, 198 emissioni con un controvalore di 4,3 miliardi , potrebbe essere la scelta giusta per almeno 30 imprese piemontesi, questo il risultato dell’indagine di Classis Capital Sim presentata all’Unione industriale di Torino.

L’elaborazione, condotta dal Politecnico di Milano, in particolare dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale, è partita dall’esame delle 35mila piccole e medie imprese presenti in Italia, con fatturato annuo compreso tra i 5 e i 250milioni, di fatto la platea più qualificata per l’emissione di titoli di debito ad alto rendimento. L’analisi si è strutturata in 3 fasi: la definizione “dell’universo di osservazione”, cioé l’insieme iniziale di aziende sul quale condurre l’analisi, selezionando le imprese in base a regione, settore di appartenenza e dimensione; l’analisi quantitativa, con applicazione di metriche di tipo economico-finanziario per isolare, in ogni regione, quelle società con i requisiti sufficienti alla candidatura per l’emissione di un minibond; infine la fase di analisi qualitativa.

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Alla fine, le imprese “selezionate” sono state 25, con un totale di 3.500 addetti e un fatturato aggregato pari a 1,2 miliardi, con un valore medio di 50 milioni. La dimensione complessiva della domanda di capitale attraverso l’emissione di minibond è stimata in 290 milioni. «Si tratta di una scelta che può accelerare l’attuazione di progetti di crescita, attenuando i rischi connessi alla dipendenza dal canale bancario» sottolinea Maurizio Esentato, fondatore e amministratore delegato di Classis Capital Sim. «L’attualità di questi risultati è avvalorata dai timidi segnali di ripresa economica che stanno manifestandosi – aggiunge Asentato – che potrebbero spingere molte Pmi a procedere nei progetti di crescita e di sviluppo».

La crisi, aggiunge Dario Gallina, presidente degli industriali torinesi, «ha determinato un processo di selezione darwiniana, lasciando in eredità un sistema di piccole e medie imprese meno numeroso ma più solido. Il Piemonte rappresenta un serbatoio di imprese medie e piccole caratterizzate da eccellenza tecnologica, forte proiezione sui mercati internazionali, trend di crescita, solide strutture finanziare. È in grado di crescere anche attraverso iniezioni di capitale esterno sia di equity che di debt».

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