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Miniconf festeggia i 50 anni: la sfida è crescere all’estero

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di Silvia Pieraccini

 Miniconf è una delle più grandi aziende familiari europee specializzata nell’abbigliamento per bambini

3' di lettura

Festeggia 50 anni di attività senza aver mai chiuso un bilancio in perdita e progetta nuovi traguardi l’aretina Miniconf, una delle più grandi aziende familiari europee specializzata nell’abbigliamento per bambini - 70,2 milioni di fatturato 2022, +20% sul 2021 e +9% sul 2019 - nata e cresciuta tra i boschi del Casentino (in un paese di 700 abitanti, Ortignano, in provincia di Arezzo) sotto la guida di Giovanni Basagni che la fondò quasi per caso.

Nel 1973 aveva acquisito un ordine per produrre 30mila camicie a 1.000 lire ciascuna da una grossista di Milano, che però ne ritirò solo la metà; l’altra metà alla fine fu acquistata da un barone siciliano, ma quella commessa rocambolesca fu la mossa per dar vita alla prima vera collezione, formata da sette modelli. «Siamo arrivati a produrre 1,7 milioni di camicie da bambini all’anno, facendo anche la progettazione dei tessuti che era funzionale alla costruzione del capo», racconta Basagni.

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Da allora il mercato della moda junior in Italia è cambiato radicalmente. «I negozi multimarca pesavano il 70%, oggi da quei negozi passa solo il 13% degli acquisti – spiega l’imprenditore – e tutto il resto è assorbito dalla grande distribuzione e, soprattutto, da catene come Zara, H&M, Ovs».

Riorganizzare l’offerta (e la distribuzione) è stato inevitabile, e oggi Miniconf si presenta sul mercato col marchio di fascia media iDo, che dà il 52% del fatturato, e il brand medio-alto Sarabanda, che pesa per il 36%; e con le licenze Ducati e Superga, che rappresentano il 4%. L’ultimo 8% è realizzato dal marchio Dodipetto diretto al canale dell’ingrosso, che però scomparirà tra pochi mesi a causa della domanda debole.

Sul fronte produttivo, invece, la scelta fatta da Miniconf di andare in Cina fin dal 1992 – quando a farlo erano in pochi - è stata confermata nel tempo, aggiungendo altri Paesi come Bangladesh, Pakistan e Turchia. «Tutti i nostri competitor producono in questi mercati – spiega Basagni - e il nostro modello non è cambiato neppure con la pandemia: per tre anni abbiamo continuato a produrre in Asia senza che nessuno di noi potesse andare in Asia».

Tra le leve di sviluppo che ora Miniconf punta ad azionare ci sono il retail e l’export, che pesa circa il 15%. «Se togliamo Ovs, Benetton e i marchi del lusso che producono anche linee da bambino – spiega Basagni – gli altri competitor hanno in media il 19-20% di export: raggiungere questo livello sarebbe il primo step importante, e si può fare guardando all’Europa, in particolare a quella dell’Est e ai Paesi mediterranei». Contenuto è invece l’interesse sull’ecommerce, anche per non fare concorrenza ai 1.500 clienti multimarca in Italia: oggi le vendite online valgono l’1% e puntano al massimo al 2,5-3%. Il 2023 si chiuderà sugli stessi livelli di fatturato dell’anno precedente, ma a preoccupare ora è la minor attenzione all’abbigliamento junior registrata negli ultimi mesi da parte dei consumatori.

Il passaggio generazionale in Miniconf è cominciato da tempo: Giovanni Basagni, 76 anni, Cavaliere del lavoro, è ancora presidente e amministratore delegato ma l’azienda – che è un vero motore economico e sociale del Casentino - oggi è divisa in due direzioni generali: quella amministrazione, finanza, risorse umane e Ict è guidata dal figlio di Giovanni, Leonardo, 42 anni; la direzione business è affidata a un manager esterno, Marco Perin.

«La sfida è trasferire la conoscenza e il modello aziendale – spiega il presidente – in modo che non si abbia discontinuità e che siano trasmessi i nostri valori, come la sostenibilità e la trasparenza, che poi sono i valori del territorio e di chi lavora qui: 300 persone (altre 80 sono impiegate nei negozi e outlet), di cui 190 a tempo indeterminato e 110 stagionali, per l’80% donne. Sono persone che al 95% abitano in questa zona».

Proprio con loro, compresi pensionati e collaboratori (in tutto 500 persone), l’azienda ha celebrato i 50 anni con una festa. L’anniversario ha prodotto anche altri progetti: una collezione di camicie in edizione limitata, ispirata a quelle prodotte da Miniconf negli anni Ottanta per i sei gemelli Giannini e rivisitate dagli studenti del Polimoda di Firenze, i cui proventi sono andati alla Fondazione Meyer; una mostra fotografica sui bambini esposta all’interno dell’azienda, in collaborazione col Centro italiano della Fotografia d’autore di Bibbiena; iniziative per avvicinare i più piccoli al Parco nazionale delle Foreste casentinesi, insegnando loro a prendersi cura delle piante e del territorio.

L’azienda come presidio e sostegno per il territorio, del resto, è quella che Basagni aveva in testa 50 anni fa, e che oggi può dire di aver realizzato.

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