Minorenni, nel 2022 aumentano i denunciati: + 21% per i reati di violenza sessuale
I dati dei primi nove mesi dell’anno raccontati dal prefetto Francesco Messina
di Marco Ludovico
I punti chiave
2' di lettura
Aumentano le denunce a carico dei minorenni. Un allarme reale: le percentuali dei primi nove mesi dell’anno sono di + 24% di reati contro il patrimonio (furto, rapina, estorsione, truffa, etc.) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, + 21% di violenze sessuali. Dati resi noti dal prefetto Francesco Messina, numero uno della Dac-direzione anticrimine del dipartimento di Ps, al convegno in Senato “Bullismo on line e baby gang” su iniziativa del vicepresidente Maurizio Gasparri.
I dati in crescita
«Più contenuto ma comunque in aumento il numero di minori denunciati per reati contro la persona (+17% circa nel 2022) e stupefacenti (+3% circa nel 2022, a fronte di una flessione dell’8% circa nel periodo 2020/2021» ha spiegato Messina. Nella distribuzione regionale dei minorenni presunti autori di reato, sottolinea il prefetto, il maggior numero di segnalazioni si registra in Lombardia (quasi il 19%), seguita da Emilia-Romagna (12%), Veneto, Piemonte e Toscana (8%), Sicilia (7%), Lazio (6%) e Campania (5% circa). Al di là dei dati «il segno e il carattere di differenza ed evoluzione nell’ultimo decennio, rispetto ai reati commessi dagli adolescenti sia da soli, sia in gruppo, è ora il carattere di crescente efferatezza, violenza gratuita e apparente insensatezza di alcune condotte»
Il rischio di contaminazioni mafiose
Con l’osservatorio analitico della Dac - fanno capo tutte le squadre mobili e le anticrimine delle questure - il prefetto Messina sostiene come «nelle regioni dove radicata è la presenza della criminalità organizzata, i minori possono costituire una risorsa per la commissione di delitti di basso profilo o per svolgere funzioni di supporto logistico nei confronti degli affiliati». Il fenome camorristico delle «paranze» è noto da tempo. Ma, aggiunge il direttore della Dac, dinamiche violente organizzate si diffondono «anche al di fuori di logiche camorristiche». Sono così «frequenti risse, con accoltellamenti o ferimenti con armi da fuoco, nei confronti di esponenti di aggregazioni giovanili di diversi quartieri, spesso per futili motivi». Cronache quotidiane.
Rusconi (Anp): «Rinnovare i sistemi formativi»
Al convegno al Senato Mario Rusconi, presidente Anp (associazione nazionale presidi) Roma, ha messo in evidenza come, certo, un fattore dello stato attuale della condizione giovanile sia «una vera e propria inadeguatezza dei sistemi formativi, non solo in Italia. Le cause sono ben note. Ma assai poco prese in considerazione per una soluzione positiva da parte delle istituzioni culturali, politiche, sociali». Con la sua quarantennale esperienza, Rusconi avverte: «Occorre che i nostri studenti, sin dalla scuola media, anello debole del sistema come ci dicono tutte le ricerche, siano a scuola anche di pomeriggio. In locali funzionali. Con laboratori, mense, attrezzature». Ed è fondamentale che «possano seguire ambiti disciplinari attualmente trascurati che invece fanno parte della “cultura underground” dei nostri giovani: cinema, musica, teatro, danza, fotografia, economia, letteratura straniera, grafica, arte».
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