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Mirato, annata record per detergenti e saponi: la ricarica piace alla Gdo

di Filomena Greco

3' di lettura

Alle spalle ha una storia di acquisizioni e consolidamento che ha portato il Gruppo Mirato di Novara, guidato dalla famiglia Ravanelli, a detenere un portafoglio di brand ampio, dagli storici Splend’Or e Intesa fino a Geomar, Clinians e Provenzali, entrati nel gruppo con l’operazione del luglio 2017. Il 2020, racconta il vicepresidente Fabio Ravanelli, è stato un anno nel quale la produzione di detergenti e saponi liquidi è esploso mentre la cosmesi ha frenato pesantemente. Con un riflesso sulla struttura societaria, con la capogruppo, Mirato Spa, che ha registrato cali nell’ordine del 20% e la controllata Mil Mil che invece ha segnato un anno record. Il 2020 però ha anche significato per il Gruppo Mirato cominciare a raccogliere i primi frutti sul mercato cinese. «Abbiamo un’azienda consociata di tipo commerciale in quell’area – racconta Ravanelli – che fa prevalentemente commercio online e che ha raggiunto l’anno scorso i 5 milioni di ricavi, una crescita di quasi il 40% rispetto al 2019. Si tratta, in valore assoluto, di una cifra limitata, un “bruscolino” all’interno di un mercato straordinariamente grande che per un’azienda italiana può essere davvero interessante». «Vorremmo crescere ancora all’estero, siamo intorno al 25% ed è un po’ uno dei nostri punti deboli» evidenzia Ravanelli. Gli Stati Uniti rappresentano un potenziale interessante dove il Gruppo vorrebbe ripetere l’esperienza di successo vissuta in Cina, mentre in Russia il canale è già aperto e rappresenta uno dei due mercati di riferimento all’estero per Mirato.
Il tema della sostenibilità ha guidato l’ultimo investimento del Gruppo, da 4 milioni di euro, per acquistare un nuovo macchinario in grado di triplicare la produzione di detergenti liquidi in ricarica. «Siamo in Italia tra i primi produttori ad aver introdotto questo sistema di vendita e non riusciamo letteralmente a stare dietro alle consegne per la grande distribuzione, così abbiamo deciso di investire in questa direzione portando da 13 a 40 milioni di pezzi la capacità produttiva all’anno», spiega Ravanelli, con un vantaggio tanto per l’ambiente, visto il minor quantitativo di plastica utilizzato, pari a circa il 70% in meno rispetto ai flaconi tradizionali, quanto economico, per i possibili risparmi in fase di produzione qualora venisse introdotta la plastic tax.
Il Gruppo Mirato, controllato all’80% dalla famiglia Ravanelli, accanto ad un fondo che ha una quota di minoranza, registra un fatturato complessivo a 220 milioni di euro, in equilibrio rispetto al 2019. La società ha tre stabilimenti produttivi, due in Piemonte, nel Novarese e uno Liguria, con 450 addetti nel complesso. «La nostra ultima acquisizione risale al 2017, parliamo del marchio e della realtà produttiva dei Provenzali – ricorda Ravanelli – che ha rappresentato una scelta guidata dal driver della sostenibilità. Abbiamo puntato molto su questa gamma di prodotti che ad esempio è confezionata in plastica riciclata al 100%, con una grande attenzione agli ingredienti naturali utilizzati nella produzione». L’idea è quella di estendere la scelta di contenitori in plastica riciclata all’intera produzione del Gruppo in ottica di economia circolare. «Si tratta di un processo comunque complesso – spiega Ravanelli – perché non è facile trovare la materia prima però è una strada che vogliamo percorrere». Quanto a future acquisizioni, la disponibilità c’è e il Gruppo Mirato si guarda intorno. «Il mercato italiano di per sé è maturo e non ci sono grandi opportunità di crescita. Siamo presenti in tutte le strutture della distribuzione quindi in questo ambito non c’è possibilità di crescere, possibilità che invece c’è sui mercati esteri e attraverso le acquisizioni» spiega il vicepresidente. Grande interesse, dunque, ma poche opportunità sul mercato ribadisce Ravanelli, che ricorda come il Gruppo sia cresciuto dal 2011 in poi proprio grazie alle 12 operazioni di acquisizioni messe in campo, a partire da Clinians fino ai Provenzali, per affiancare nuovi brand ai marchi storici Malizia, Intesa e Splendor.

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