Missione compiuta: la sonda della Nasa colpisce l’asteroide Dimorphos
La sperimentazione dello scudo contro oggetti che rischiano di impattare con la Terra funziona: ora bisogna verificare che l’asteroide abbia deviato
di Leopoldo Benacchio
2' di lettura
Dart ce l'ha fatta, alle 1:14 di questa notte, ora italiana, ha colpito il suo bersaglio, l'asteroide Dimorphos, esattamente al centro. Lo scontro, tra la sonda spaziale di Nasa, 600 chili circa, e l'asteroide, 160 metri di lunghezza, è avvenuto alla distanza di ben 13 milioni di chilometri da noi e la velocità di impatto è stata di ben 26mila chilometri all'ora.
Da oggi insomma sappiamo che possiamo farcela a colpire un asteroide che eventualmente dovesse minacciare di cadere sulla Terra, un punto in più per la nostra tranquillità: se fosse caduto sulla Terra, ma non minacciava proprio di farlo, Dimorphos o un asteroide di quelle dimensioni farebbe un cratere di centinaia di metri.
Quel che è accaduto è stato poi ripreso e documentato da un satellite italiano: Liciacube, acronimo di Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids, che si era sganciato dalla sonda madre Dart a metà di settembre.
Liciacube è un piccolo gioiello tecnologico, 30x20x10 centimetri e solo 13 chilogrammi al lancio. Il progetto dell'Asi, l'Agenzia spaziale nazionale, è stato realizzato dalla Argotec di Torino, che ha al suo attivo anche il satellite simile Argomoon, che verrà lanciato a giorni con il grande razzo Nasa Sls verso la Luna.
Liciacube è anche il primo satellite ideato e costruito in Italia che si inoltra nello spazio profondo a 13 milioni di chilometri dalla Terra, oltre l'orbita della Luna. Ha documentato il tutto e avremo i suoi dati nei prossimi giorni.
Ma perché colpire un asteroide? C’è qualche possibilità di distruggerlo? La domanda è legittima.
Fare in mille pezzi un corpo del genere, che comunque resta anche abbastanza piccolo nel suo genere, è da fantascienza e, in fondo, ci interessa molto poco. Il punto che si è provato è alterare la sua orbita, molto semplicemente e quel che si saprà nelle prossime settimane, con l'aiuto anche delle osservazioni da terra e dallo spazio con i telescopi, è se Dimorphos avrà cambiato rotta.
Sarebbe un grande successo, anche se, per il momento, avere colpito il bersaglio a questa distanza è già un notevolissimo risultato. Fino a stanotte il sistema doppio che comprendeva gli asteroidi Didymos e Dimorphos impiegava 11 ore e 55 minuti per fare un giro attorno al suo fratello maggiore, di 780 metri, i due sono infatti un sistema di due piccoli asteroidi che viaggiano assieme.
Se la missione avrà avuto successo lo vedremo proprio da questi due numeri , che cambieranno probabilmente di poco, ma cambieranno.
Entusiasmo ovvio nella sala controllo della Nasa e emozione in tutto il mondo nel vedere avvicinarsi la superficie letteralmente ricoperta di sassi, come un ghiaione delle dolomiti. Eppure da quei sassi si sono formati, miliardi di anni fa, anche i pianeti come la Terra.
Conosciamo bene il 95% degli oggetti celesti che potrebbero colpirci, e sappiamo che non ci arriveranno in testa, ma sempre meglio premunirsi. Fra due anni l'Unione Europea, con la sua agenzia spaziale Esa, invierà un secondo satellite, Hera, per verificare la situazione.
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