Missioni all’estero, Guerini: nessun taglio e rafforzamento nel Sahel
Il ministro Guerini: non prevediamo alcun taglio alle missioni esistenti, semmai rafforzeremo la nostra presenza in alcune aree come il Sahel
di Gerardo Pelosi
2' di lettura
ERBIL- «Stiamo ragionando, all'interno del Governo, su come modulare al meglio la nostra presenza dei militari all'estero con il nuovo decreto missioni di gennaio». Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini in visita la sera di Natale alla base del contingente italiano dell'operazione “Prima Parthica” a Erbil, nel Kurdistan iracheno. «Non prevediamo alcun taglio alle missioni esistenti – ha spiegato Guerini – semmai si tratterà di migliorare le nostre capacità operative e rafforzare la nostra presenza su alcuni teatri o in aree come il Sahel».
Il responsabile della Difesa ha portato il suo saluto ai 600 uomini del contingente italiano impegnato in Iraq in una missione di addestramento e training che ha già formato oltre 60mila tra poliziotti e militari curdi e iracheni. «Ci preoccupa molto la situazione del Paese - ha precisato Guerini – e i continui incidenti nel corso di manifestazioni ma la minaccia più pericolosa riguarda l'Isis che, seppure sconfitto militarmente, rappresenta pur sempre una pericolosa minaccia per possibili azioni terroristiche come quella che ha colpito quattro nostri militari un mese fa a Kirkuk».
Nessun taglio alla Difesa
Nel suo saluto di Natale, Guerini ha ringraziato i militari per la competenza e l'impegno con cui svolgono il loro lavoro in teatri difficili ricevendo l'apprezzamento degli altri Paesi e delle comunità locali. «Ma occorre fare di più – ha detto il ministro – per far crescere nel Paese una cultura della difesa che faccia parte integrante della difesa della sovranità nazionale; per questo motivo abbiamo confermato nella manovra tutti gli impegni già presi nel comparto difesa e per il rafforzamento della nostra presenza e delle collaborazioni internazionali per i progetti industriali della difesa».
Lotta all’Isis
Dei circa 6mila militari all'estero sparsi tra Iraq, Afghanistan, Libano e Kosovo 900 sono impegnati nella lotta a Daesh di cui siano il primo Paese europeo contributore come forze e il secondo dopo gli Stati Uniti. L'Italia dal 2014 contribuisce alla stabilizzazione dell'Iraq e nell'ambito della missione internazionale “Inherent Resolve” fornisce personale delle nostre forze armate ai comandi multinazionali siti in Kuwait e Iraq e assetti e capacità di training per le forze di sicurezza irachene nel Kurdistan. La Police Task Force Iraq è stata costituita nel 2015 ed è composta da una componente essenziale di carabinieri che operano a Baghdad Al Taqaddum ed Erbil con una componente di colleghi provenienti dalle forze di polizia civili e militari di Canada, Finlandia, Repubblica Ceca e Repubblica svlovacca.
L'offerta formativa prevede corsi per il controllo del territorio, le tecniche di polizia, la gestione dell'ordine pubblico, la minaccia derivante da ordigni inesplosi, il primo soccorso, il servizio di prossimità per incrementare la sicurezza percepita dalla popolazione. L'Italia contribuisce anche con 11,8 milioni di euro al fondo Undp per la stabilizzazione immediata dell'Iraq e svolge un'azione a favore degli sfollati interni e a tutela delle minoranze religiose anche attraverso interventi della cooperazione allo sviluppo per circa 300 milioni di euro.
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