SONDAGGI

Misura quanto sei felice: due indicatori per capire come stiamo dal World Happiness Report

Messi a dura prova dalla pandemia, ripartiamo dalle basi. Cercando di comprendere che cosa può farci vivere meglio, a livello individuale e globale

di Caterina Maconi

3' di lettura

“La pandemia ci ricorda tutte le minacce ambientali che ci affliggono, l'urgente necessità di collaborare e le difficoltà di ottenere tale collaborazione in ogni singolo Paese e globalmente”. Jeffrey D. Sachs è il presidente di United Nations Sustainable Development Solutions network, l'ente che ogni anno pubblica il World Happiness Report. Quest'anno il rapporto ha fatto i conti con la pandemia, che ha notevolmente inficiato sul concetto di felicità, individuale e globale.

Proprio grazie alla fiducia della popolazione nei confronti della comunità, elemento che in questo momento storico ha contribuito a proteggere il benessere delle persone, la Finlandia continua a essere in testa alla classifica. L'Italia invece sale dal 28esimo al 25esimo posto, nonostante l'anno terribile trascorso.

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Tra i temi emersi dal documento e correlati al Covid, ci sono la salute mentale e il lavoro, fattori che ci allontanano dalla felicità, se non vengono bene interpretati. La prima ha subito un netto declino negli ultimi 12 mesi: nel Regno Unito, per esempio, a maggio 2020 il tasso generale di salute mentale è stato del 7,7% inferiore rispetto a quanto previsto se non ci fosse stata la pandemia. E poi il lavoro: “I lavoratori soddisfatti sono del 13% più produttivi - racconta Jan-Emmanuel De Neve, direttore del centro di ricerca sul benessere dell'Università di Oxford - La felicità non dipende dalla busta paga”, i rapporti sociali e il senso di identità sono fattori altrettanto importanti per l'individuo.

“Dobbiamo urgentemente imparare la lezione che ci ha dato il Covid - continua Sachs commentando i risultati del report - e questo significa lavorare per il benessere piuttosto che per la mera ricchezza, che sarà davvero precaria se non miglioriamo il nostro modo di gestire la sfida dello sviluppo sostenibile”.

Minacce ambientali e sostenibilità sono parole che ritornano non solo nel discorso del presidente. La natura infatti è al centro del benessere dei cittadini secondo il primo barometro internazionale sulla connessione con la natura, promosso dal Gruppo Rocher. Il sondaggio tramite la misurazione di tre indicatori - attaccamento, conoscenza, contatto con l'ambiente -, permette di stabilire proprio un punteggio di connessione dell'individuo con la natura.

Qui in cima alla classifica c'è l'India (punteggio 8/10), poi il Messico (7,8) e il Brasile (7,7), mentre i meno connessi sono la Corea del Sud (6,4), la Malesia (6,8) e il Giappone con 5,3/10. Gli italiani si sentono più legati alla natura rispetto alla media dei cittadini mondiali, con un 7,5 contro il 7,2.

Dallo studio si apprende che ci sarebbe un legame particolarmente forte fra il livello di connessione con la natura e il grado di felicità e fiducia: più è elevato il punteggio di connessione, più è alto il livello di felicità e fiducia nel futuro.

Altra informazione che ci giunge dal barometro è il bisogno di vicinanza con la natura percepito dalle popolazioni di tutto il mondo, a prescindere dall'effettivo livello di connessione che si ha: in India, il 93% degli intervistati dichiara di sentire il bisogno di essere maggiormente in contatto con l'ambiente. In Italia, questa percentuale è dell'84%, e su scala mondiale tocca l'85%. I principali motivi che spiegano questa mancanza di contatto sono la scarsità di tempo (57%) e la distanza della natura dal luogo di residenza (20%). Ma gli aspetti positivi sarebbero molti, se avessimo la possibilità di averci a che fare con costanza.

I cittadini a cui è stato trasmesso l'amore per la natura si sentono più connessi a essa. La differenza dovrebbe tuttavia diminuire nei prossimi anni: l'86% degli intervistati è cosciente dell'importanza di trasmettere l'amore per la natura e vuole educare i figli al contatto. Che passa anche da esperienze sensoriali come sentire il sole sul viso o toccare le piante. Piccoli gesti dai grandi benefici, che vanno insegnati.

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