misure entro agosto

Mnuchin: riforma fiscale entro agosto, presto crescita Usa al 3%

(AFP)

2' di lettura

Riforma fiscale entro agosto e un'accelerata della crescita economica ai livelli più alti da oltre dieci anni. Sono questi gli obiettivi ambiziosi fissati dal nuovo segretario al Tesoro Steven Mnuchin, che ha parlato al Wall Street Journal e a Cnbc, le prime interviste da quando la nomina voluta dal presidente Donald Trump è stata confermata dal Senato la settimana scorsa. «La riforma è la priorità numero uno, ci impegnamo a metterla a punto e a completarla entro agosto», ha detto, sottolineando che la crescita lenta è un'anomalia ed è soprattutto il risultato delle politiche dell'amministrazione Obama, che possono essere modificate e abrogate.

Il nuovo Governo, invece, punta ad avere un tasso di crescita più sostenuto, almeno pari al 3% annuo, una previsione molto più ottimistica di quella media degli analisti e della Federal Reserve, che attende un +2,1% quest'anno e un +1,8% nel lungo termine: «Pensiamo sia cruciale tornare a una crescita più normalizzata, il che significa pari o superiore al 3%», ha detto Mnuchin, spiegando che «potrebbe essere necessario aspettare fino al 2018» per vedere livelli di questo genere.

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Mnuchin ha ribadito che il Governo Trump lavorerà con il Congresso e con la Federal Reserve: «Vorrò incontrare il presidente della Fed Janet Yellen in modo regolare, anche ogni settimana», ha detto, spiegando che l’obiettivo è collaborare con Camera e Senato, dove i repubblicani sono in maggioranza, per limare le divergenze, soprattutto per quanto riguarda la politica fiscale, in modo da varare in modo rapido riforme significative. «Le tempistiche sono ambiziose e ci potrebbero essere ritardi», ha ammesso.

Nella sua prima settimana da segretario al Tesoro, Mnuchin ha parlato con una decina di suoi omologhi e con altri leader, tra cui il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde e Mel Watt, direttore della Federal Housing Finance Agency, l'agenzia che supervede i colossi dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac, finite sotto il controllo del Governo durante la crisi finanziaria.

Mnuchin ha anche parlato del rafforzamento del dollaro, che si è apprezzato del 23% negli ultimi tre anni e ha accelerato ulteriormente dopo il voto di novembre: «La forza del dollaro ha molto a che fare con il punto in cui si trova la nostra economia rispetto al resto del mondo. Il biglietto verde continua a essere la principale valuta e la principale moneta di riserva, quindi il suo valore riflette la fiducia che si ha nell'economia americana», ha detto.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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