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Mobilità e green, i Pnrr degli altri occasione per le aziende italiane

Dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale una guida sui Recovery Plan dei 26 Paesi Ue. Angeloni: «Sono una opportunità straordinaria per imprese e filiere industriali»

di Celestina Dominelli

Osservatorio Pnrr: ecco tutti gli importi dei piani europei di ripresa

6' di lettura

C’è lo sviluppo dell’idrogeno rinnovabile in Spagna che ha messo a punto un Pnrr da 69,5 miliardi in tre anni con il 40% dei fondi destinato alla transizione energetica. Ma c’è anche l’ammodernamento, in chiave green, dell’infrastruttura ferroviaria in Croazia che ha predisposto un sito governativo ad hoc (https://eojn.nn.hr) in cui saranno pubblicate tutte le gare d’appalto legate al suo Recovery plan da 6,3 miliardi (più 3,6 miliardi di cofinanziamento nazionale). E poi ci sono numerose opportunità nell’economia circolare, dal piano finlandese (2,1 miliardi distribuiti su quattro assi) a quello della Danimarca: 1,5 miliardi di euro ai quali il governo di Mette Frederiksen aggiungerà un eguale ammontare di fondi nazionali, con un focus fortissimo sulla mobilità sostenibile.

Le opportunità per le imprese italiane

Sono solo alcune delle opportunità che le imprese italiane potranno intercettare nei 21 piani varati in attuazione del Next Generation Eu per complessivi 254,7 miliardi e che sono stati messi a fuoco in una brochure realizzata su input del ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, e i cui contenuti sono stati visionati in anteprima dal Sole 24 Ore. «I piani nazionali di ripresa e resilienza dei Paesi Ue - spiega Lorenzo Angeloni, direttore generale per la promozione del sistema Paese alla Farnesina - rappresentano una straordinaria opportunità per la promozione delle imprese e delle filiere industriali italiane, come pure della loro eccellente expertise realizzativa per le opere e le attività previste in ciascuno di essi».

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LE RISORSE IN EUROPA

Il valore dei Pnnr già approvati. In miliardi di euro

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La collaborazione delle ambasciate

Così per mettere in fila le possibile ricadute positive dei vari piani, il ministero ha messo in moto la sua capillare macchina. «Con la fattiva collaborazione delle ambasciate territorialmente interessate - prosegue Angeloni -, abbiamo realizzato una puntuale ricognizione dei progetti che gli altri Paesi Ue intendono realizzare nell’ambito dei propri Pnrr, raccogliendo informazioni dettagliate dalle autorità responsabili di ciascuno degli stessi. Scopo dell’iniziativa è quello di fornire alle aziende italiane un quadro agile e immediato delle progettualità e delle connesse opportunità previste sui Pnrr degli altri Stati europei, colmando quel gap informativo che spesso affligge le nostre aziende, e in particolare le Pmi, pur in possesso di competenze ed expertise sufficienti a concorrere in modo competitivo sui mercati esteri».

La fotografia dei piani (già approvati e non)

È nata quindi un’agile guida di circa sessanta pagine che traccia una disamina precisa sia dei 21 piani già approvati da Bruxelles sia dei 5 (Bulgaria, Paesi Bassi, Svezia, Ungheria e Polonia) che ancora attendono il via libera della Commissione Europea e che cubano 58,2 miliardi di euro. Tutti accomunati dalla possibilità per le imprese italiane di consolidare il proprio sviluppo al di fuori dei confini nazionali. E gli spazi di manovra sono davvero molteplici, come evidenzia Angeloni, «e vanno dalla costruzione o ammodernamento delle infrastrutture all’efficientamento energetico degli edifici, dalla produzione di energia verde alla mobilità sostenibile, dalla fornitura di beni (in prevalenza strumentali), alla digitalizzazione d’impresa e delle amministrazioni pubbliche, intesa nel senso più ampio e comprensivo dei settori della cybersicurezza, della crittografia e del contrasto alle fake news».

Il capitolo della transizione ecologica

Il capitolo che sembra schiudere, però, le maggiori opportunità è quello della transizione ecologica che è particolarmente attrattivo, come detto, in Spagna, ma anche nel Pnrr francese, il secondo in Europa per dimensioni (39,4 miliardi) dopo quello varato dall’esecutivo di Pedro Sánchez, che assegna 20,2 miliardi di finanziamenti alla voce ecologia e che offre quattro possibili binari per l’affermazione delle aziende italiane: l’efficientamento energetico nell’edilizia, la decarbonizzazione dell’industria, il sostegno all’acquisto di veicoli a basse emissioni e gli investimenti nell’economia circolare. Ma la transizione green presenta interessanti sviluppi anche nel Recovery Plan della Grecia (30,5 miliardi) che prevede iniziative molto diversificate nel settore energia e ambiente dove spiccano grandi progetti infrastrutturali, come l’interconnessione energetica delle isole alla terraferma, ma anche interventi puntuali nell’efficientamento energetico e nella mobilità sostenibile. Che è l’altro importante driver nei Pnrr europei, a cominciare da quelli del Nord Europa: dalla Lettonia (1,8 miliardi), che scommette molto sulla diffusione dei mezzi di trasporto a zero emissioni, alla Lituania (2,2 miliardi) che ha messo sul piatto 340 milioni per la riconversione “verde” non solo delle ferrovie ma anche di tutto il trasporto pubblico.

La modernizzazione del sistema sanitario

Tra i comparti in cui le aziende italiane potrebbero giocare in prima linea, figura poi anche quello della modernizzazione del sistema sanitario che risulta centrale, per esempio, nel Pnrr di Cipro (1,2 miliardi) dove il governo ha deciso di costituire un’agenzia, la Cyprus Investment Promotion Agency (Cipa), quale autorità dedicata ad attrarre e facilitare gli investimenti diretti nel Paese. Una scelta battuta anche dal Portogallo che ha messo in campo un Pnrr da 16,6 miliardi e che ha istituito una struttura ad hoc, “Recuperar Portugal”: attraverso il portale dedicato (https://recuperarportugal.gov.pt) vengono così divulgate tutte le informazioni sul piano e sui bandi pubblicati ed è possibile presentare direttamente le candidature.

Uno sguardo sui Recovery Plan

1) Spagna

La transizione green al centro del piano

Il Pnrr spagnolo, di durata triennale, è composto solo di trasferimenti (69,5 miliardi): di questi, circa il 40% è destinato alla transizione verde, mentre oltre il 29% è riservato a quella digitale. Tra i settori di potenziale interesse per le competenze delle imprese italiane, vi sono innanzitutto lo sviluppo dell’idrogeno rinnovabile, la trasformazione digitale e l’integrazione delle catene di valore. Secondo la guida predisposta dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, le possibilità che si svilupperanno nell’ambito del Pnrr spagnolo, per il quale vengono emanati via via bandi di gara sia a livello nazionale che regionale, potrebbero riguardare, in primo luogo, le aziende italiane già presenti in Spagna in settori come quello energetico, sanitario e della mobilità.

2) Francia

L’ecologia fa il pieno degli investimenti

Il Pnrr francese, che vale 39,4 miliardi, si inserisce nel quadro del programma “France Relance” da 100 miliardi di euro lanciato a settembre 2020 e già in fase di attuazione. Per assicurare pubblicità alle opportunità collegate alla realizzazione dei programmi del Piano, il governo francese ha istituito un apposito sito web rivolto sia alle imprese che ai cittadini. Alla voce ecologia sono attribuiti oltre la metà dei fondi previsti (20,2 miliardi). Gli ambiti di potenziale interesse per le aziende della penisola sono l’efficientamento energetico nell’edilizia, la decarbonizzazione dell’industria, il sostegno all’acquisto di veicoli a basse emissioni e gli investimenti nell’economia circolare gestiti dall’Agenzia per l’Ambiente e la gestione dell’energia.

3) Grecia

Gare pubbliche per assegnare i fondi

Denominato “Greece 2.0”, il Recovery Plan greco si articola in 106 piani di investimento e 68 riforme per complessivi 30,5 miliardi di euro. La maggior parte dei progetti sarà gestita tramite gara pubblica e, in aggiunta al portale nazionale degli appalti e delle gare pubbliche, è stato creato un apposito sito internet (https://greece20.gov.gr/en) dove saranno pubblicati i tender e le principali notizie. I settori che offrono le maggiori opportunità alle aziende italiane spaziano dalla diversificazione energetica al miglioramento della connettività del paese, fino all’accelerazione del processo di digitalizzazione con il Pnrr che prevede alcune opere infrastrutturali, come lo sviluppo di corridoi della rete 5G nelle autostrade greche.

4) Romania

Autostrade e ferrovie tra le chance migliori

Per l’attuazione del proprio Pnrr, che ammonta a 29,2 miliardi, la Romania ha già ricevuto il prefinanziamento di 3,8 miliardi di euro. Il Recovery Plan rumeno è articolato su sei pilastri (transizione verde, trasformazione digitale, sostenibilità e inclusione sociale, coesione sociale e territoriale, sanità ed educazione). Le migliori opportunità per le imprese italiane sono relative al settore delle infrastrutture, a cominciare dalla realizzazione di numerose tratte autostradali e dall’ammodernamento delle linee ferroviarie, ma anche alla transizione verde e al settore sanitario dal momento che il Paese intende realizzare numerose strutture ospedaliere.

5) Germania

La mobiilità green in cima ai progetti

Il Piano tedesco ha un valore complessivo di 25,6 miliardi e prevede che i fondi siano destinati alla transizione digitale (52%) e a quella verde (42%). Alla mobilità sostenibile è stato assegnato lo stanziamento più alto (5,4 miliardi). Secondo la guida della Farnesina, le maggiori possibilità di aggiudicazione sono garantite alle imprese italiane molto strutturate, con esperienza nella gestione di tender europei e internazionali, in possesso di credenziali riconosciute a livello internazionale ed eventualmente già presenti con sedi sul territorio. Molti dei bandi già avviati sono peraltro incentivi alla transizione a soluzioni “green” rivolti a industrie e associazioni già attive negli ambiti di transizione sostenibile.

6) Portogallo

Una struttura ad hoc per la gestione

Il Pnrr del Portogallo (16,6 miliardi) è basato su tre priorità strategiche: resilienza del sistema economico e sociale, transizione climatica e transizione digitale. Al fine di garantire la gestione, il coordinamento e l’esecuzione del Piano, è stata istituita una struttura ad hoc che dipende dal ministero della Pianificazione: Recuperar Portugal. In questo modo, attraverso l’accesso al portale dedicato (https://recuperarportugal.gov.pt), vengono divulgate tutte le informazioni ed è possibile presentare le candidature. Le principali aree di potenziale interesse per le imprese italiane sono: la transizione climatica, la bioeconomia e la mobilità sostenibile che svolgerà un ruolo chiave nella transizione climatica.

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