Mocio, Assiom Forex: «Mercati ancora incerti, ma l’Italia non è più fanalino di coda»
Il presidente di Assiom Forex: «È ancora troppo presto per parlare di una vera inversione di tendenza. L’associazione? Focus sui temi legati alla sostenibilità e all’euro digitale»
di Mara Monti
4' di lettura
Navigare sui mercati finanziari è diventato sempre più difficile negli ultimi anni. Soltanto lo scorso anno alla vigilia dell’annuale congresso di AssiomForex (l’Associazione degli operatori dei mercati finanziari), presieduta da Massimo Mocio, il primo in presenza dopo la crisi Civid, il tema era come il Paese stava reagendo agli anni difficili della pandemia. Nessuno immaginava che da lì a poco un altro cigno nero si sarebbe materializzato nel conflitto tra Ucraina e Russia, iniziato il 24 febbraio 2022. Proprio quel cigno nero avrebbe azzerato tutte le previsioni economiche e finanziarie di economisti e operatori. Sono bastati meno di 12 mesi per sconvolgere gli assetti finanziari e produttivi più solidi, le Banche centrali hanno iniziato ad alzare i tassi ad un ritmo che non si vedeva dagli anni 50 e i timori di recessione e di rialzo dell’inflazione sono diventati l’incubo dei mercati.
Eppure gli ultimi dati macroeconomici americani ed europei, migliori delle previsioni, sembrano dimostrare un processo di soft landing dell'economia. A questa lettura il mercato pare crederci ed è diventato positivo, cominciando a scommettere contro le Banche centrali, ritenendo che l’aggressiva politica di rialzo dei tassi sia stata eccessiva. E gli ultimi meeting di BCE e Fed sembrano dare ragione al mercato.
Dottor Mocio, c’è un eccessivo ottimismo sui mercati in questo momento?
In effetti, i dati economici si sono rivelati migliori delle aspettative per il quarto trimestre. Inoltre, le previsioni di crescita hanno beneficiato della forte riduzione del prezzo del gas, sulla scia di un avvio d’inverno più mite delle attese, e della decisione della Cina di abbandonare la strategia zero-Covid. Tutti questi elementi hanno contribuito, già dallo scorso autunno, alla forte ripresa degli asset obbligazionari e soprattutto azionari, a livello globale, dopo il sell-off del 2022. Gli investitori sono tornati a puntare sull’azionario Europeo, le cui valutazioni, rispetto a Wall Street, rimangono ancora a sconto. I listini europei hanno registrato, in media, una performance di circa il 25% dai minimi di metà ottobre, recuperando gran parte delle perdite maturate nel 2022 e ritornando su livelli prossimi ai massimi di fine 2021. Al contrario, l’indice S&P 500 rimane ancora sotto di circa 10 punti percentuali dal top di inizio 2022, nonostante un +17% dal bottom di metà ottobre.
Nell’attuale scenario, c’è il pericolo di un nuovo cigno nero?
Nel complesso, è ancora troppo presto per parlare di una vera e propria inversione di tendenza. Rimane alto il rischio che i recenti rialzi possano rientrare nell’ambito di un relief rally, improntato ad un ottimismo di breve periodo, invece che rappresentare l’avvio di un nuovo e duraturo movimento rialzista della Borsa. Gli utili delle società non sono ancora stati rivisti al ribasso per incorporare una possibile recessione. La crescita attesa degli EPS per gli indici S&P 500 ed Euro STOXX è per entrambi prossima al 5%. Nel medio termine, riteniamo vi siano rischi verso l'alto per inflazione e tassi, verso il basso per la crescita. Del resto, negli ultimi 50 anni, tutte le volte in cui la Fed ha alzato i tassi per contrastare un’inflazione sopra il 5%, l’economia statunitense è entrata in recessione.
Quali sono le prospettive per obbligazionario Italia?
L'Italia non è più il fanalino di coda in Europa. Si è distinta positivamente sulla scia di dati sul PIL superiori alle attese e migliori a quelli di Francia e Germania: nel 2022, il PIL dell'Italia è cresciuto del 3,9%, superando i livelli precedenti alla pandemia. Prevista una crescita del 0.6% nel 2023 ed è attesa una accelerazione del PIL nel 2024, grazie a PNRR e parziale rientro dei prezzi energetici. Questo ha consentito all’indice FTSEMIB di essere tra top performer in Europa e al BTP di ridurre lo spread nei confronti del Bund di analoga scadenza sotto i 200 punti base. La risalita dei rendimenti e le previsioni di un rallentamento economico moderato favoriscono gli asset italiani, attirando gli investitori verso l’obbligazionario italiano, visto che la quota di titoli governativi italiani, detenuti dal settore estero, è ai minimi storici pari al 25% dello stock totale del debito. Infine, le famiglie hanno liquidità disponibile per diventare acquirenti netti di titoli governativi italiani: circa un terzo delle attività finanziarie delle famiglie italiane, vicine ai 4.900 miliardi di euro, sono parcheggiate nei depositi e conti correnti e quindi sono potenzialmente pronte per essere investite.
Come AssiomForex su quali temi state lavorando?
Come associazione siamo focalizzati sui temi legati alla sostenibilità e all’euro digitale.Per l’Europa, la transizione green, verso una crescita economica sostenibile, è diventata ancora più urgente a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha messo a nudo la dipendenza degli Stati Membri UE dalle importazioni di fonti fossili da Mosca e, dunque, la loro vulnerabilità. Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha acquisito una leadership globale nel comparto della finanza sostenibile, testimoniata dal considerevole incremento dell’emissione di debito ESG e dei fondi che incorporano criteri d’investimento sostenibile. Un altro tema su cui Assiom Forex sta lavorando è il processo di introduzione dell’euro digitale, alla luce dei progressi registrati da Federal Reserve e Bank of China con dollaro e yuan digitale. Quest’anno la Commissione Europea presenterà una proposta legislativa, cui seguirà una fase istruttoria della BCE al fine di avere una panoramica delle opzioni disponibili per la progettazione tecnica dell’euro digitale e in autunno, auspicabilmente, si deciderà di passare alla fase attuativa.
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