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Moda, l’innovazione sostenibile passa da corsi sugli alberi, tinture a basso impatto e bio-paillettes

Prada lancia a Milano un corso di formazione sull’importanza degli alberi, il gruppo Albini punta sull’indaco prodotto con agricoltura idroponica, Stella McCartney sperimenta decorazioni a base di cellulosa

di Redazione Moda

Cara Delevigne indossa la tuta con bio-paillettes di Stella McCartney sulla cover di Vogue America

3' di lettura

Il 21 marzo, primo giorno di primavera, si celebra anche la Giornata Internazionale delle Foreste. Per l’occasione il gruppo Prada, insieme a Forestami ( iniziativa che prevede la messa a dimora di 3 milioni di alberi entro il 2030 a Milano e dintorni) hanno presentato “Forestami Academy”, un programma di formazione per i cittadini articolato su tre anni con workshop, seminari e attività outdoor dedicato al tema della forestazione urbana.

Prada e la formazione sugli alberi

Promotore del progetto è Lorenzo Bertelli, Head of Corporate Social Responsibility del gruppo: «Il tema della riforestazione urbana è al centro del dibattito internazionale ed è particolarmente rilevante per Milano, una città che vuole e deve offrire sempre più verde - ha dichiarato -. Oltre a sostenere il progetto Forestami nella sua interezza, il Gruppo Prada ha scelto di dare avvio a Forestami Academy, un ciclo di incontri dedicati a tutti i cittadini per offrire opportunità di formazione su questo tema così rilevante. Da sempre abbiamo a cuore l'educazione e la promozione della cultura e la profonda preparazione dei relatori - sia italiani sia internazionali - che animeranno le lezioni sarà fonte di ispirazione per tutti coloro che parteciperanno».

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Il programma di formazione, sia pratico che teorico, nasce per promuovere e divulgare i principi, i valori e le principali nozioni scientifiche della forestazione urbana. Forestami Academy, coordinata da Maria Chiara Pastore, ricercatore del Politecnico di Milano, coinvolgerà alcuni tra i più grandi esperti nazionali e internazionali del verde e della forestazione. Al termine del programma di formazione, i partecipanti avranno acquisito competenze trasversali sulla forestazione urbana, sapranno riconoscere gli spazi più idonei a una “trasformazione verde”, conosceranno i benefici della selvicoltura urbana sulla nostra salute sia fisica che mentale e quali tipi di alberi, arbusti e piante sono i più adatti per le nostre città. Il percorso di formazione si struttura su tre anni, ognuno dei quali è caratterizzato da una tematica principale: nel 2023 il focus sarà su “Conoscere le foreste e i luoghi della forestazione”, nel 2024 “La forestazione urbana: benessere e salute” e nel 2025 “Le piante e la loro presenza nelle città”.

L’indaco sostenibile di Albini Group

L’impegno per una sostenibilità reale e che permei tutte le fasi della filiera della moda ha portato anche Albini Group, il più importante produttore di tessuti per camiceria in Europa, a sviluppare una nuova tintura tessile: tramite Albini_next, il think thank del gruppo nato nel 2019 per fare ricerca sui tessuti innovativi e rispettosi di persone e ambiente, è stato presentato “Vertical Indigo”, una nuova tintura tessile naturale e sostenibile, realizzato in n collaborazione con Gpm Innovation, realtà specializzata nell'implementazione di cicli integrati di coltivazione di specie botaniche a basso impatto ambientale e nell'estrazione di pigmenti e coloranti da diverse specie vegetali, tra cui le piante tintorie, per applicazioni industriali “green”.

(Foto di Paolo Biava)

La Persicarica Tinctoria, la pianta dalla quale si ricava il pigmento, è stata dunque coltivata in “vertical farm” (cioè nelle serre verticali) con tecnica aereoponica, che permette di risparmiare il consumo di suolo e di acqua, dal momento che le piante non crescono in terra e sono alimentate con acqua nebulizzata e sostanze nutritive minerali. Il progetto Vertical Indigo prevede anche una ricetta per l'applicazione del colorante e l’utilizzo di prodotti ausiliari “bio-based”, che contribuiscono alla sostenibilità di tutto il processo di tintura.

Le bio-paillettes di Stella McCartney

Sempre in tema di materiali e processi innovativi, Stella McCartney ha firmato il primo capo di abbigliamento con paillettes realizzate non in plastica, ma in un materiale bio-based derivato dalla cellulosa che le rende del tutto biodegradabili, le BioSequins prodotte da Radiant Matter.

Le BioSequins di Radiant Matter

La foto della tuta indossata dalla modella Cara Delevigne (che però non sarà messa in commercio) è stata pubblicata sulla cover di Vogue America di questo aprile e per l’occasione la designer britannica ha condiviso anche dei dati sull’impatto di questo tipo di decorazioni sull’ambiente: secondo Oxfam, le donne britanniche acquistano ogni anno 33 milioni di capi con pailettes, di cui 1,7 milioni finiscono in discarica dopo in media cinque anni di utilizzo. Le paillettes tradizionali sono fatte per lo più di Mylar, una pellicola di poliestere, o di Pvc, che hanno un impatto molto negativo sulla salute umana e sull’ambiente.


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