Molte officine si inventano una tassa Covid da 20 a 40 euro per sanificare l’auto
La denuncia è del Codacons. Ma è la stessa Confartigianato Autoriparazione, associazione di categoria delle autofficine, a stigmatizzare il ricorso a questa pratica
di Andrea Gagliardi
La denuncia è del Codacons. Ma è la stessa Confartigianato Autoriparazione, associazione di categoria delle autofficine, a stigmatizzare il ricorso a questa pratica
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Dopo la “tassa Covid” praticata da alcuni parrucchieri e centri estetici spunta la “tassa di sanificazione” imposta da varie autofficine ai clienti. A denunciarlo è il Codacons. «Arrivano denunce da parte di cittadini di tutta Italia – spiega l’associazione – che hanno portato la propria vettura presso un'officina per il tagliando periodico o per riparazioni o manutenzione e si sono visti imporre costi di sanificazione obbligatoria sulle auto, mediamente da 20 a 40 euro (vedi fattura allegata con voce “kit sanficazione coronavirus” da 16,40 euro + Iva), totalmente ingiustificati e illegittimi».
Codacons: pratica illegale
«Si tratta di una pratica del tutto illegale, e contro la quale presenteremo le dovute denunce ad Antitrust e Guardia di Finanza – spiega il presidente Carlo Rienzi – Non esiste alcuna norma che obbliga i consumatori a sanificare la propria autovettura presso le officine, né che vincoli i tagliandi o le riparazioni al pagamento di “tasse” legate al Covid».
Confartigianato autoriparazione: no a costi aggiuntivi
È la stessa Confartigianato Autoriparazione, associazione di categoria delle autofficine, a stigmatizzare tale pratica. «Non vogliamo passare per quelli che se ne approfittano - spiega Alessandro Angelone, presidente Confartigianato autoriparazione - la nostra linea è di non applicare costi aggiuntivi ai clienti e di assicurare gratuitamente l’igienizzazione della vettura attraverso uno spray sulle zone di contatto come sedili, volante, pomelli e freno a mano». Ma non tutti si muovono su questa linea. E c’è chi fa passare per obbligatorio un trattamento di sanificazione a base di ozono che prima del Covid era praticato solo su richiesta del cliente. «Ogni impresa fa come ritiene più opportuno - continua Angelone - ma non possiamo che censurare l’obbligatorietà di un trattamento di sanificazione che dovrebbe essere solo a discrezione del cliente».
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