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Moncler debole con la frenata del lusso, pesa il tonfo di Burberry a Londra

Il gruppo britannico crolla dopo aver indicato prospettive deboli per la domanda. Giù anche Ferragamo e Cucinelli

di Stefania Arcudi

epa10973109 Foreign tourists speak to each other in front of logo of Burberry on a shop-window of closed Burberry retail store in the State Department Store GUM at the Red Square in Moscow, Russia, 13 November 2023. As EPA/YURI KOCHETKOV

2' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Seduta appannata per Moncler che, dopo essere arrivata a perdere l'1,6% in avvio, ha ridotto i ribassi. A mettere il freno a tutto il comparto del lusso (male Kering, Hermes e Lvmh a Parigi, Brunello Cucinelli e Salvatore Ferragamo fuori dal listino principale milanese) è la britannica Burberry, che è arrivata a perdere quasi 11 punti alla Borsa di Londra dopo i conti della prima metà dell'anno fiscale 2024, che si chiude a marzo. La società ha visto salire i ricavi del 4% a 1,396 miliardi di sterline, ma ha registrato un utile per azione diluito adjusted (eps) in calo del 5% a 42,1 pence.

Sebbene Burberry abbia aumentato l'acconto sul dividendo a 18,3 pence da 16,5 pence per azione, a pesare sul titolo, è la prospettiva di un rallentamento della domanda e il warning lanciato dalla società, che ritiene improbabile il raggiungimento delle guidance sui ricavi per l'intero anno, mentre l'utile operativo rettificato per l'anno sarà intorno al limite inferiore dell'intervallo previsto dal mercato compreso tra 552 e 668 milioni di sterline se la domanda non riprenderà.

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«La performance del primo semestre di Burberry è stata positiva, ma l'avvertimento di una domanda debole è stata la notizia più importante», spiegano gli analisti di Bernstein, tanto più che «se la debolezza della domanda dovesse continuare, è improbabile che il gruppo riesca a raggiungere le previsioni di fatturato, mentre l'utile operativo si collocherà nella parte bassa della gamma di previsioni». A poco servono quindi le rassicurazioni dell'amministratore delegato Jonathan Akeroyd: «Anche se il contesto macroeconomico è diventato più impegnativo di recente, siamo fiduciosi nella nostra strategia per realizzare il nostro potenziale come moderno marchio di lusso britannico, e restiamo impegnati a raggiungere i nostri obiettivi a medio e lungo termine», ha detto.


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