Mondiali di calcio senza Italia, per la Rai sforbiciata di 20 milioni di pubblicità
Una grosso danno economico per la tv pubblica che ad aprile dello scorso anno si è aggiudicata i diritti multipiattaforma in Tv, digitale e radio, in esclusiva, per tutte le 64 partite dei prossimi Mondiali in Qatar
di Andrea Biondi
2' di lettura
In Viale Mazzini tenevano le dita incrociate, ma a taccuini chiusi si racconta della rassegnazione crescente da novembre in poi. Il Portogallo appariva ab origine uno scoglio arduo da superare in questi playoff. Certo, nessuno si aspettava la sconfitta contro la Macedonia del Nord. L’Italia non andrà ai Mondiali in Qatar. E in Rai si leccano le ferite per un colpo che, a spanne, varrebbe secondo alcune stime una sforbiciata di almeno 20 milioni in termini di minore raccolta pubblicitaria.
Ma il danno va ben oltre. Davvero una luna nera, insomma, per la tv pubblica che ad aprile dello scorso anno si è aggiudicata i diritti multipiattaforma in Tv, digitale e radio, in esclusiva, per tutte le 64 partite dei prossimi Mondiali in Qatar. Le cifre sono top secret ma si è arrivati a parlare di un quantum superiore ai 100 milioni e comunque fino a 170 milioni. Del resto l’unica dichiarazione Rai è stata l’indicare una spesa inferiore ai 180 milioni per i diritti del 2014.
Dal 2006 in poi ai Mondiali ha tenuto banco il ticket Rai-Sky. Per l’edizione del 2018, invece, i diritti furono assegnati con la notizia, già acquisita, dell’eliminazione dell’Italia. In quell’occasione la spuntò Mediaset, per una cifra attorno agli 80 milioni con cui è stata messa agli atti un’operazione di successo, con un centinaio di milioni di raccolta pubblicitaria. Tant’è che anche per il Qatar – ma senza sapere della qualificazione o meno dell’Italia – il gruppo di Cologno si era fatto avanti, come Amazon. A spuntarla, e per una manciata di milioni, è stata però la Rai.
Per la quale ora si palesano i problemi in chiave sublicenza. Viale Mazzini non aveva finora sciolto il nodo. Ora, con l’Italia fuori dai giochi, sarà però difficile spuntare cifre significative per la sublicenza di parte dei diritti. Se si pensa alla pay Tv, il gioco funziona con l’Italia impegnata (per le partite in chiaro) lasciando alla pay tutte le altre migliori partite. Senza gli azzurri, una pay come Sky dovrebbe comunque trasmettere le migliori partite. Che però sono le stesse in grado di garantire audience sul free (e che Rai dovrebbe tenere per sé).
Insomma un rompicapo. Certo, in Rai si guarda con fiducia al fatto che si giocherà fra novembre e dicembre. E quindi con minori distrazioni fuori casa tali da tenere gli spettatori lontani dalla tv. Il rovescio della medaglia sta nella competizione degli altri editori per una programmazione che in quei mesi è ricca. Non paragonabile a quella del periodo estivo che finora ha ospitato i Mondiali.
Quanto ai possibili accordi, l’elenco in teoria è tutto valido: da Sky a Dazn e Amazon. Difficile che Mediaset possa essere della partita, ma non è escluso. Sempre che la Rai decida di vendere parte dei diritti e non, invece, di tentare di fare quadrato. La strada è comunque molto stretta.
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