l’inchiesta

Mondo di Mezzo, Carminati scarcerato. Bonafede manda gli ispettori

Il “Nero” dell’inchiesta Mondo di Mezzo” è tornato libero dopo 5 anni e 7 mesi di detenzione. Alle 13.30 il rilascio dal carcere di Oristano

2' di lettura

Massimo Carminati torna libero. Dopo una detenzione di 5 anni e 7 mesi, l'ex militante dei Nar, accusato dalla procura di Roma di essere il promotore e l'organizzatore, assieme al 'ras' delle cooperative Salvatore Buzzi, di un'associazione per delinquere di stampo mafioso che ha condizionato le gare di appalto e corrotto funzionari, imprenditori ed esponenti politici dal 2011 al 2015, ha lasciato il carcere di Oristano. Camicia e pantaloni blu, una borsa e una busta tra le mani, alle 13.30 in punto, il “Nero” è salito su un taxi venuto a prenderlo appositamente all'ingresso del carcere dove ad attenderlo c'era solo una pattuglia di giornalisti.

Bonafede manda gli ispettori

Intanto il Guardasigilli Alfonso Bonafede, riferiscono fonti di via Arenula, ha delegato l'ispettorato generale del ministero, a svolgere i necessari accertamenti preliminari in merito alla scarcerazione di Massimo Carminati. La sua scarcerazione è un successo dei suoi nuovi difensori (Cesare Placanica e Francesco Tagliaferri, subentrati all'indomani della sentenza di secondo grado allo storico legale Bruno Giosuè Naso), formalizzato dal tribunale della libertà secondo cui per Carminati sono scaduti i termini di custodia cautelare (scattati il 30 novembre del 2014) e ha scontato i due terzi del reato più grave (la corruzione, essendo caduta la mafia).

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Per la Cassazione nessun legame con la mafia

A ottobre dello scorso anno la sentenza della Cassazione secondo cui il processo al 'Mondo di Mezzo', ex Mafia Capitale, ha dimostrato che Carminati «non ha gestito alcun ruolo con settori finanziari e servizi segreti» né è mai stato «terminale di relazioni criminali con altri gruppi mafiosi». Niente di tutto questo. Per la Suprema Corte, Carminati ha coltivato «relazioni determinanti solo con alcuni ex commilitoni nella medesima area politica di estrema destra che, in un dato periodo, erano stati inseriti nell'amministrazione comunale».

La vicenda giudiziaria

Milanese di 62 anni, Carminati viene arrestato il 30 novembre del 2014 poco lontano dalla sua abitazione di Sacrofano. Di lì a qualche giorno, vanno in carcere altre 36 persone nell'ambito dell'inchiesta mediaticamente conosciuta come Mafia Capitale. L'ex Nar sconterà 5 anni e 7 mesi per questa vicenda. Dopo Rebibbia, va a Tolmezzo, quindi a Parma (quando viene sottoposto al 41 bis) e Oristano. Il 20 luglio del 2017 il tribunale lo condanna a 20 di reclusione per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e altri reati. L’11 settembre del 2018 la corte d'appello riconoscendo la sussistenza della mafia infligge a Carminati 14 anni e mezzo. Verdetto annullato dalla Cassazione il 22 ottobre del 2019 che fissa un nuovo processo solo per la rideterminazione delle pene. Dopo quattro giorni, il regime del carcere duro viene meno. Incassato il parere positivo della Dda di Roma e della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, il Guardasigilli Alfonso Bonafede firma il decreto di revoca del 41 bis per Carminati, che il 16 giugno torna libero.


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