Monnalisa corre ancora con Chiara Ferragni
Continuano gli acquisti in Borsa dopo l’annuncio dell’accordo quinquennale per lo sviluppo del marchio della blogger - Nei primi sei mesi ricavi e redditività in calo a causa della pandemia
di Matteo Meneghello
2' di lettura
Non si tratta di un «Mona Lisa effect», ma piuttosto di un effetto Chiara Ferragni. Non è il magnetismo della Gioconda di Leonardo, ma è la blogger e influencer a catalizzare l’attenzione degli investitori su Monnalisa, l’azienda di abbigliamento di fascia alta per bambini quotata sull’Aim. L’annuncio di una partnership quinquennale, multicanale, per la promozione e lo sviluppo del marchio per vestiti da bambina creato da Ferragni mette il turbo al titolo, da due giorni sugli scudi. Lunedì, giorno dell’ufficializzazione della partnership, gli acquisti hanno spinto Monna Lisa del 23%, il giorno dopo il titolo ha fatto un altro balzo, questa volta del 39,71%, a 5,7 euro. Borsa Italiana ha comunicato che dal giorno successivo non sarà consentita l'immissione di ordini senza limite di prezzo.
«L’accordo con Monnalisa - ha spiegato la stessa Ferragni, ceo e direttore creativo di Chiara Ferragni collection - è un ulteriore passo nello sviluppo a 360 gradi e globale del marchio che porta il mio nome. La realtà toscana è senza dubbio l’eccellenza mondiale del kidswear alto di gamma e ci permetterà di entrare in questo segmento di mercato dalla porta principale». La prima collezione oggetto di licenza sarà dedicata alla stagione autunno/inverno 2021/2022. Ferragni potrà avvalersi della struttura di Monnalisa, distribuita in più di 60 Paesi, con oltre 500 punti vendita multibrand e con 48 monobrand. Christian Simoni, amministratore delegato di Monnalisa, ha sottolineato che, grazie alla partnership, la società potrà «allargare ulteriormente il proprio target di clientela, in linea con il percorso di trasformazione digitale intrapresa».
I conti del primo semestre di Monnalisa, sui quali hanno inciso gli effetti della pandemia globale (il 66% del giro d’affari è generato all’estero) evidenziano ricavi per 15,1 milioni di euro, in calo del 38% rispetto ai 24,6 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente. L’ebitda adjusted è stato negativo per 2,4 milioni di euro (positivo per 2,8 nella prima metà del 2019, la minore marginalità risente inoltre di alcune minusvalenze relative alle società controllate a seguito della chiusura dei relativi negozi avvenuta nel semestre e nei mesi di luglio e agosto), la perdita è stata di 6,8 milioni. A semestre concluso - spiega la società, che ha recentemente annunciato l’apertura di una concession all’interno della Rinascente di Milano, in piazza Duomo - sono stati chiesti ed ottenuti finanziamenti chirografari a medio/lungo termine per oltre 5 milioni, di cui 3,3 milioni di nuova finanza e, per il residuo, di consolidamento di debiti già esistenti con un conseguente allungamento del periodo di ammortamento originario.
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