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“Monster”, un toccante dramma ad altezza di bambino

In concorso al Festival di Cannes il nuovo lungometraggio di Hirokazu Kore-Eda, regista giapponese già vincitore della Palma d'oro con “Un affare di famiglia”

di Andrea Chimento

3' di lettura

CANNES. Il primo film presentato in concorso al Festival di Cannes è anche uno dei più attesi: stiamo parlando di “Monster”, il nuovo lungometraggio di Hirokazu Kore-Eda, uno dei beniamini assoluti della Croisette, che torna in competizione a solo un anno di distanza dal suo precedente “Le buone stelle – Broker”.
Ambientato in una tranquilla cittadina nei pressi di un lago, “Monster” ha come protagonista il piccolo Minato, figlio di una madre single molto affettuosa e altrettanto apprensiva.
Un giorno il bambino torna da scuola e la donna si accorge che ha uno strano comportamento: a scuola c'è stato un momento di disordine che, in apparenza, sembra essere scaturito da una semplice lite tra bambini, ma in realtà nasconde qualcosa di molto più complicato. La madre di Minato intuisce che l'insegnante è responsabile e vuole indagare più approfonditamente.

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Dopo un film francese (“Le verità”) e il già citato “Le buone stelle – Broker”, girato in Corea del Sud, Kore-Eda è tornato in Giappone per realizzare un dramma ad altezza di bambino, decisamente nelle sue corde.Girato con la consueta delicatezza di tocco dell'autore nipponico, “Monster” parla di una delle tematiche predilette di Kore-Eda, ovvero il rapporto tra figli e genitori: su questa base narrativa sono incentrati quasi tutti i suoi lavori migliori, a partire dal toccante “Father and Son” e dal potentissimo “Un affare di famiglia”, con cui aveva vinto proprio al Festival di Cannes la Palma d'oro nel 2018.

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Diverse prospettive

L'evento centrale della narrazione viene raccontato seguendo diverse prospettive: si parte da quella della figura materna per passare poi a quella dell'insegnante e arrivare, infine, a quella del giovanissimo protagonista. Nonostante una prima parte troppo macchinosa, il film cresce alla distanza proprio per la sua particolare struttura drammaturgica (che può far venire in mente un capolavoro assoluto come “Rashomon” di Kurosawa), riuscendo a emozionare e a regalare un'ampia serie di colpi di scena ben assestati.

Kore-Eda parla di tematiche molto delicate – dal bullismo alle fake news – in maniera incisiva, concentrandosi poi soprattutto sul momento di passaggio dall'infanzia all'adolescenza di Minato e di un suo compagno di classe. Tra gli ulteriori pregi della pellicola, da segnalare la colonna sonora del compianto Ryuichi Sakamoto, scomparso poco più di un mese fa, e la notevolissima prova dell'attrice Sakura Ando, prima candidata alla Palma per la miglior interpretazione femminile.

Anselm

Fuori concorso, tra le proiezioni speciali di Cannes, è stato invece presentato “Anselm”, nuovo documentario di Wim Wenders. Si tratta di un vero e proprio omaggio del regista allo scultore tedesco Anselm Kiefer: specialista dell’acciaio, del piombo e del cemento, Kiefer è uno dei maggiori artisti contemporanei che vanta esposizioni nei più grandi musei del mondo. Il film è uno sguardo sulle sue opere più importanti ma anche sui suoi pensieri e sulla sua filosofia di vita. Pensato per essere visto in 3D, questo ritratto conferma la buona mano di Wenders nel realizzare documentari sugli artisti, come gli altri notevoli “Il sale della terra”, dedicato al fotografo Sebastião Salgado, o “Pina”, un tributo a Pina Bausch e al teatrodanza.L'opera di Anselm Kiefer, con le sue strane torri, i suoi cubi giganti e i suoi passaggi sotterranei, ha una forza già di per sé pienamente cinematografica e Wenders le rende omaggio con un prodotto di grande fascino. Qualche passaggio “recitato”, relativo all'infanzia dell'artista, risulta piuttosto debole, ma nel complesso è un lavoro riuscito e interessante.Oltre a questo bel documentario, da segnalare che Wenders sarà anche in concorso con un film di finzione, intitolato “Perfect Days”, girato in Giappone.

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