Monza, è nata una stella: la Ferrari di Leclerc vince davanti alle Mercedes
Il giovane pilota monegasco si impone su Bottas e Hamilton nel Gran premio d’Italia, a sette giorni dalla prima vittoria in carriera a Spa. Dopo dieci anni il tracciato brianzolo torna sotto lo scudo del cavallino rampante. Momento no per Vettel che termina in 13esima posizione
di Alex D'Agosta
5' di lettura
Monza, che gara! Leclerc, che fibra! Dopo nove anni di digiuno dall’ultima volta in rosso di Alonso, è di nuovo il turno di una monoposto Ferrari sul gradino più alto del podio, davanti a Bottas e Hamilton. Una Monza che finalmente riesce ad appagare senza indugio i tifosi. Che da oggi hanno un nuovo mito. Leclerc aveva già ottenuto la sua prima vittoria a Spa solo domenica scorsa, ma a causa dell’incidente mortale del giorno prima di un caro amico e collega, non era certo dell’umore giusto per celebrare. Finalmente è arrivato il momento, nella cornice migliore che si potesse immaginare.
È inoltre appurato che come pilota dominante del garage si sta quindi affermando «l’altro» che, ormai, tutti ritengono un futuro campione del mondo: «È il primo week-end della mia vita dove ho pensato solo a vincere», raccontava infatti nella conferenza stampa di fine gara. Una bella storia come quella di dieci anni fa, quando a vincere il primo sigillo in carriera era Vettel con una lenta Toro Rosso, ma si trattava di una giornata di pioggia anomala. Stavolta si è trattato comunque di una gara assolutamente brillante, eccitante e difficilissima da correre e da interpretare fino agli ultimi metri.
Partenza efficace
Nessun problema ai primissimi tre driver, con Leclerc subito davanti a entrambe le Mercedes. Imprevedibili Hulkemberg e Ricciardo, i due in giallo così «mordenti»: in particolare l’australiano di origini calabresi, appena possibile, ha anche concretizzato un sorpasso sul compagno di squadra per disappannare un po’ la sua immagine, sofferente sin dal cambio di team. C’è da dire che i due del team di Enstone guidano un’auto mediamente poco competitiva, ma era giusto così, poiché in questo caso le condizioni del tracciato erano adatte, grazie al poco carico aerodinamico: per una volta una caratteristica debole diventa pagante.
Colpo di scena al giro sette
Si tratta della parentesi più buia di tutto il gran premio. Nessuno si è fatto male ma ci è mancato poco. Causa: nervosismo. Vettel, da solo, scendendo verso l’Ascari, ha semplicemente perso l’auto al posteriore, entrando in curva con i piedi sul freno. Si è girato da solo. Può succedere, ma il problema viene dopo. È stata una manovra che verrebbe da definire «poco professionale» per quanto trovarsi lì in mezzo con una Ferrari girata, mentre si doveva già essere più avanti, avrebbe causato un infarto ai meno esperti. La morale è che ha coinvolto un pilota in un guaio solo perché non ha avuto «pazienza» per rientrare. Dopo essersi girato, infatti, Sebastian è ripartito rientrando in pista davvero pericolosamente, in un momento sbagliato. Stava infatti arrivando Stroll e un urto sul musetto causato con la Racing Point ha danneggiato entrambi. Ma il canadese si è trovato davanti il quattro volte campione senza chance di schivarlo. I problemi però non sono finiti qui: a sua volta, causa adrenalina e spavento, Stroll è analogamente rientrato in modo anticipato e ha dato problemi a un Gasly sopraggiungente. Bilancio: perdita di cinque posizioni per Stroll, punizione Stop and Go per Vettel di 10 secondi mentre già girava in fondo alla classifica e sanzione anche per Stroll, ritenuto analogamente colpevole di un azzardo.
Duello Hamilton Leclerc
Questa volta nessun danno. A un terzo di gara, Hamilton è rientrato e Leclerc lo segue un giro dopo, scegliendo però di mettere le hard, sperando che la scelta paghi negli ultimi giri. È andata bene al ferrarista che riesce a rientrare ancora davanti a Hamilton e, trovandosi immediatamente dietro alle due Renault. Leclerc spera di passarle presto e delegarle a fare magari un po’ da «tappo». Entrambi invece le passano solo in poco più di un giro e un attimo dopo un Hamilton troppo focoso prova ad attaccare Leclerc che, difendendosi in modo muscoloso in prossimità di una chicane, manda letteralmente Hamilton con due ruote sul cordolo esterno. Risultato: macchina sbilanciata e in una frazione di secondo deve decidere di andare dritto. Leclerc non pare aver fatto niente di troppo scorretto ma viene comunque ammonito con la bandiera bianca e nero, un provvedimento che identifica un comportamento al limite, dopo il quale ogni ulteriore sgarro sarebbe punito duramente. Si dovrà stare più attenti, insomma, ma pare strano: anni fa un caso del genere sarebbe stato del tutto applaudito.
Vettel doppiato
Nonostante una virtual safety car per via di un motore bruciato di Kvyat, al giro 33 Vettel prende la seconda lezione della giornata: viene doppiato da Leclerc e Hamilton. Per lui, non c’è dubbio, una gara da non ricordare. Non fosse bastata la polemica montata del sabato, non potrà partecipare alla festa né contribuire neanche con un punticino, visto che arriverà in fondo con grande calma, forse per salvare una meccanica comunque già significativamente preservata: entrambe le Ferrari infatti hanno usato solo tre power unit, due o tre in meno dei concorrenti più diretti.
L’uscita di Leclerc in prima variante
Correva il giro 36. Lewis era piuttosto scatenato e vicino: Charles rischiava lo stesso di perdere la posizione. Un piccolo errore toglie il fiato a tutti. «Missing the Apex», dirà la grafica ufficiale della regia. Non ha preso il punto di corda, la tangente della parte mediana della curva: un modo complicato per dire che ha «tagliato» la curva, saltandone appunto il «centro geometrico». Per fortuna la decisione è stata di non sanzionarlo. Nel dubbio quindi Leclerc ha continuato a tirare e non ha dato possibilità ad Hamilton di attaccarlo. Resta il dubbio: ce la farà ad arrivare in fondo?
Altro svarione
Poco dopo, al giro 42, ha sbagliato Hamilton, andando lungo dopo il grande rettilineo principale. Non solo va dritto e rischia di «picchiare», ma deve pure dare la posizione a Bottas, del quale comunque stava già quasi iniziando a sentire il fiato sul collo. Ma non poteva andare diversamente: ha bloccato l’anteriore sinistra. Non è un novellino: ha capito che non ce l’avrebbe fatta e allora non ha potuto far altro che prendere ancor una volta la decisione più sicura. Sono cose che succedono, nella fattispecie a causa di un’anteriore destra già un po’ sofferente.
Dubbio Bottas
Gli ultimi dieci giri sono stati caratterizzati da un dubbio: se Bottas fosse in grado o meno di tenere dietro Hamilton e addirittura se fosse in grado di andare a prendere la Ferrari. Duello sì, ma ancora a relativa distanza, dove il finlandese ha anche piazzato un giro veloce. A Lewis, rassegnato dalla terza posizione, resta solo la caccia del giro veloce. Anche quel punto lì, nonostante un vantaggio abissale nel campionato, è prezioso: non si regala niente a nessuno. Cosa che ha fatto al giro 51. Ma la gara l’ha vinta Leclerc, è lui oggi il Re a Monza.
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