Moody’s promuove Mps: con il piano ci sono le premesse per un rialzo del rating
L’agenzia migliora l’outlook ma preannuncia che il raggiungimento degli obiettivi del piano potrebbe portare a un upgrade di oltre un notch dei rating di Mps
di Redazione Finanza
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2' di lettura
Banca Mps annuncia che l'agenzia di rating Moody's Investors Service ha migliorato l'outlook su long-term deposit e senior unsecured debt rating da stabile a positivo, dopo il rialzo a febbraio di due notch al long-term deposit rating e di tre notch al long-term senior unsecured rating.
La modifica dell’outlook si basa sull'attesa che il miglioramento del profilo creditizio della Banca, riflesso in particolare in una maggiore e sostenibile redditività e nella capacità di accesso al mercato obbligazionario, se confermato nei prossimi 12-18 mesi, potrebbe portare a un upgrade del rating Baseline Credit Assessment (BCA). Inoltre le emissioni obbligazionarie attese per soddisfare il requisito MREL rafforzeranno la posizione di liquidità della Banca.
La variabile piano
Le prospettive positive riflettono anche l’aspettativa di Moody’s che l'implementazione del piano in corso, che ha acquisito slancio grazie al recente aumento di capitale da 2,5 miliardi, produrrà ulteriori risultati; il raggiungimento di tali obiettivi nel periodo di outlook, potrebbe portare a un upgrade di oltre un notch dei rating di Mps.
Le prospettive del terzo polo
Mps continua a scalpitare in Borsa anche grazie alle ultime dichiarazioni dell’Ad Luigi Lovaglio, che nei giorni scorsi è tornato a candidare Siena all’edificazione del terzo polo bancario e ha confermato i progressi del Monte sul fronte della redditività. Il titolo, da due sedute controcorrente, è salito dell’1,8% a 2,1 euro, indifferente alla chiusura in profondo rosso di Piazza Affari. «Credo che per la posizione che riveste nel sistema e per i suoi 550 anni di storia, Mps debba e possa partecipare con un ruolo importante alla costruzione di quel terzo polo bancario italiano di cui si parla da tempo», le parole di Lovaglio, che ha definito «replicabili» e «sostenibili» i risultati del primo trimestre, in utile per 220 milioni di euro e supportati dal taglio dei costi e dalla spinta dei tassi.
La ritrosia di BancoBpm
Finora il candidato ideale, Banco Bpm, ha ribadito di non essere interessato a fusioni: men che meno con Mps che, complici oltre 23 miliardi di perdite in un decennio e 4,1 miliardi di richieste risarcitorie, ancora deve riconquistare appieno la fiducia degli investitori, come evidenziano anche le quotazioni a sconto in Borsa rispetto alle banche italiane. «Ribadisco per l’ennesima volta che non abbiamo alcuna intenzione di perseguire un progetto di aggregazione con Mps, non rientra nei nostri piani. Abbiamo una strategia stand alone che ha consentito di conseguire risultati davvero positivi e soprattutto con la quale vogliamo creare ancora molto valore per i nostri azionisti in futuro», ha ripetuto alle Considerazioni finali Bankitalia il presidente del Banco, Massimo Tononi.
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