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Morellino di Scansano incrementa l'export puntando su Usa, Svizzera e Regno Unito

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di Silvia Pieraccini

3' di lettura

Tra i motivi per cui d'estate si preferiscono i vini bianchi c'è il fatto di poterli servire freddi, per contrastare il caldo e l'afa, e di poterli abbinare meglio a piatti leggeri e meno sostanziosi, come quelli di pesce. Il risultato è che i produttori di rossi d'estate scontano spesso un calo delle vendite. Un tentativo di rovesciare questa tendenza arriva dal Morellino di Scansano, il rosso Docg prodotto nella Maremma toscana (nell’intero Comune di Scansano, in gran parte del Comune di Magliano e in parte dei Comuni di Grosseto, Manciano, Semproniano, Roccalbegna e Campagnatico) che non si sente affatto il “fratello minore” dei grandi rossi della regione come il Brunello di Montalcino, il Chianti Classico o il Nobile di Montepulciano.

«Abbiamo una nostra identità ormai chiara – spiega il direttore del Consorzio del Morellino, Alessio Durazzi – e non facciamo confronti né cerchiamo di competere con altre denominazioni. Noi siamo un’espressione unica del Sangiovese perché abbiamo la presenza del mare, che gli altri non hanno. Ai giornalisti stranieri dico spesso, per sintetizzare, che siamo il Sangiovese by the sea». Da qui la morbidezza del gusto, i tannini non troppo marcati e la freschezza che - aggiunge il direttore - può essere esaltata dalle temperature più basse: «Anziché servire il Morellino d’annata alla temperatura “ambiente” di 18 gradi, in estate consigliamo di servirlo intorno ai 10-12 gradi, in modo che arrivi nel calice intorno ai 14 gradi: in questo modo risulta piacevole sia per un aperitivo, che abbinato a piatti di pesce più ricchi».

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L’anno scorso il Morellino è stato il vino che ha accompagnato l’evento “Cacciucco Pride” di Livorno, una cena sotto le stelle per 500 persone per promuovere il piatto tipico a base di pesce della cucina livornese; quest’anno una selezione di etichette, scelte da un gruppo di giornalisti di settore, sarà abbinata a piatti di pesce e verdure durante un road show nei ristoranti toscani pensato per far conoscere al pubblico le potenzialità.

La promozione del Morellino come vino estivo per adesso si sta concentrando in Italia ma non è escluso che possa approdare all’estero, mercato che oggi vale il 35% delle vendite della denominazione, che il Consorzio ora intende incrementare, puntando sui mercati Usa, Svizzera e Regno Unito.

La denominazione conta 1.500 ettari di vigneti e 340 aziende tra produttori e imbottigliatori, per una media di 9 milioni di bottiglie prodotte all’anno. Il fatturato è di circa 50 milioni franco cantina. Nel 2022 il Morellino ha avuto un assestamento di mercato (le fascette di Stato da apporre al collo delle bottiglie sono scese dell’11%, a 60.820 ettolitri), ma secondo il Consorzio la flessione è in parte legata alla scelta dei tempi di imbottigliamento da parte di alcune aziende della denominazione (le più grandi sono Cantina cooperativa Vignaioli Scansano, Fattoria Mantellassi, Cecchi, Fattoria le Pupille, Morisfarms, Guicciardini). Il 2023 è cominciato con un leggero calo di vendite ma adesso il trend si è invertito, anche se gli aumenti dei costi (energia, vetro, etichette, concimi, logistica) e l’inflazione continuano a farsi sentire, tanto che i margini di molte aziende si sono compressi.

Ora l’obiettivo è innalzare la percezione della denominazione e il prezzo dei vini, operazione che va di pari passo all’incremento della qualità. La carta da giocare per dare maggior valore ai vini esistenti potrebbe essere il riconoscimento del Morellino “intermedio”, etichette che non sono né d’annata né riserva, hanno un periodo di affinamento più lungo e vanno sul mercato in tempi diversi. Per adesso non è stata avanzata alcuna richiesta al ministero, ma il tema è oggetto di valutazione. Sempre per promuovere la denominazione, il Consorzio ha dato vita ormai da un lustro alla manifestazione Rosso Morellino, che quest’anno (si è svolta il 14-15 maggio) ha cambiato formula: non più solo aperta a enoteche e ristoratori, ma anche al pubblico con un banco d’assaggio di 40 produttori allestito all’aeroporto militare di Grosseto e un concerto di Joe Bastianich, produttore della denominazione con la sua tenuta La Mozza, che ha richiamato 1.500 persone.

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