Morgan fuori da X Factor. Come lui nessuno mai nell’arte (di farsi cacciare)
Una nota ufficiale di Sky e Fremantle liquida l’ex frontman dei Bluvertigo per «comportamenti inappropriati». Ma far pace con sé stessi?
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Poteva essere uno dei più grandi artisti italiani della sua generazione, se non avesse prevalso quell’ego smisurato che lo ha portato a diventare personaggio televisivo prima di tutto il resto. Poteva essere comunque uno dei più grandi personaggi televisivi italiani della sua generazione, se non avesse prevalso quell’altra arte che conosce persino meglio della musica: l’arte di farsi cacciare. E così Marco Castoldi, in arte Morgan, esce di scena anche da X Factor 2023. Dopo il Sanremo 2010 della fatidica intervista psicotropa («Fumo sempre cocaina») e quello del 2020 dell’indimenticabile «Dov’è Bugo?», stavolta fatale fu la puntata del talent di Sky versione «Royal Rumble» (Morgan vs. Resto del Mondo) andata in onda giovedì 16 novembre.
Dai rumors degli ultimi giorni e dall’intervista al Messaggero in cui l’ex frontman dei Bluvertigo si definiva uno «007 della Rai» con la missione di sabotare Sky, si era ormai capito che aria tirava in quel di Rogoredo. Adesso però abbiamo l’ufficialità: il network di Comcast e Fremantle Italia, società titolare del franchise X Factor, hanno deciso di comune accordo di interrompere il rapporto di collaborazione con Morgan e la sua presenza al programma come giudice. «Una valutazione», comunicano, «fatta a seguito di ripetuti comportamenti incompatibili e inappropriati, tenuti anche nei confronti della produzione e durante le esibizioni dei concorrenti, e delle numerose dichiarazioni susseguitesi anche in questi giorni. È imprescindibile che i concorrenti e il loro percorso restino al centro del programma». La decisione ha «effetto immediato», secondo quanto spiega una nota.
«La musica e il talento», si legge nel comunicato, «sono sempre stati e devono continuare a essere il motore fondamentale di X Factor ed è prioritario che tutto si svolga in un ambiente di lavoro professionale e che il confronto, per quanto acceso, si esprima sempre nel rispetto reciproco. La decisione è presa in considerazione dei valori di cui Sky, Fremantle e X Factor sono portatori, nel rispetto di tutte le persone coinvolte e del pubblico». Il diretto interessato commenta laconico su Instagram: «L’editto satellitare è stato emanato».
Se ne sono effettivamente viste di ogni giovedì scorso a X Factor. Pare che tutto sia partito già nei camerini con qualche frizione con il collega giudice Dargen D’Amico . Quest’ultimo ha accusato Morgan di ipocrisia, il Castoldi lo ha a sua volta definito un venduto allo show business. Per poi scontrarsi con Fedez e rinfacciare a Francesca Michielin la gaffe su Ivan Graziani di una settimana prima. Il confronto ha innervosito tutti, non ultima la placida Ambra Angiolini che a un certo punto ha sottolineato: «Non è un bello spettacolo quello di stasera al tavolo». Punta dell’iceberg quando Morgan ha chiesto a Fedez di fargli «da psicologo» e al suo rifiuto («Non sarei in grado») ha replicato: «Sei troppo depresso per essere psicologo». Apriti cielo.
Certe parole, nell’epoca della riproducibilità su social media, dei leoni da tastiera e del diffusissimo buonismo di superficie che ci avvolge tutti, non restano prive di conseguenze e allora Morgan può accomodarsi, per l’ennesima volta della sua carriera, alla porta. Non manca qualche voce fuori dal coro che definisce l’autore delle Canzoni dell’appartamento la vittima perfetta dell’italica ipocrisia, addirittura l’intellettuale puro fatto fuori da interessi di cordata contrapposti, ma per il bene che vogliamo all’artista non ci iscriveremo al club.
È un ragazzo troppo intelligente il Marco Castoldi da Monza per non sapere che l’espressione artistica può anche non avere regole ma un gioco sì e - che sia Sanremo, X Factor o l’industria discografica in generale - o scegli di rispettarle o scegli di non giocare. Molti di quelli che abbiano mai imbracciato uno strumento musicale, a 20 anni magari hanno provato l’ebbrezza di sputare dal palco, sentendosi per questo ribelli totali, ultimi eredi di Lou Reed. Farlo a 50 anni, però, è un po’ patetico oltre che pericoloso, soprattutto se lo fai nel tempo che ti rimane tra la richiesta di una consulenza al ministero della Cultura e un programma Rai. E la rivendicazione di aver «alzato il livello culturale» di X Factor funziona quasi come un’aggravante. Per cui, caro Morgan, prima della tua prossima avventura professionale - che sia nella musica, nella televisione o dove ti pare - ti consigliamo caldamente di sottoscrivere un dettagliatissimo accordo preventivo su quello che potrai fare e quello che non dovrai fare sul palco. Non è semplice spuntarla, ma nella trattativa dovresti avere il vantaggio di conoscere abbastanza bene la controparte: te stesso.
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