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Morto Hugo Maradona, fratello di D10S

A 52 se ne va l’ex giocatore dell’Ascoli, arrivato a Napoli per volontà del Pibe de Oro. Viveva a Monte di Procida e sfiorò la candidatura alle comunali

di Francesco Prisco

Morto Hugo Maradona, fratello di Diego. Lo scorso autunno si era candidato a Napoli

2' di lettura

Lo sport ha una mistica tutta sua legata ai «fratelli di», ragazzi talvolta non privi di talento, schiacciati da cotanto cognome. Tristi, solitari e finali: quelli che, quando arrivano, è tutto merito di chi ha spianato loro la strada; facce ideali per la gogna, quando invece non arrivano. Cosa, quest’ultima, molto più probabile per la legge dei grandi numeri. Il club dei Serse Coppi e dei Ferruccio Mazzola, ma anche di Hugo Maradona, morto d’infarto a 52 anni d’età. «Huguito» faceva lo stesso mestiere di D10S senza esserlo. Era di nove anni più giovane e, ironia della sorte, se ne va un anno, un mese e tre giorni dopo di Lui.

Nell’abbraccio di Napoli

Se ne va nella sua casa di Monte di Procida perché, al contrario di Lui, si era consegnato fino in fondo all’abbraccio di Napoli, unica città al mondo in cui il nome Maradona ha carattere di sacralità. Ci era tornato dopo l’addio ai campi da calcio, alla fine degli anni Novanta e, se si esclude una breve esperienza da tecnico negli Stati Uniti, ci era rimasto contento, allenando ragazzi delle scuole calcio locali e squadre delle serie minori come Boys Quarto, Mariano Keller e Real Parete. Arrivò in Italia 18enne: Maradona senior impose a Ferlaino il suo tesseramento come regalo per lo scudetto vinto nel 1987. Giocò una sola partita nel Napoli prima di essere girato in prestito all’Ascoli di Costantino Rozzi.

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Alla corte di Costantino Rozzi

All’epoca la Figc consentiva al massimo due stranieri per club e il posto di secondo straniero del Napoli scudettato toccava a un certo Careca. Per uno strano scherzo del destino, Hugo ad Ascoli trova Casagrande che di Careca è il miglior amico. Fotografati uno accanto all’altro, Hugo e Walter sembravano l’articolo «il», ma dopo qualche amichevole incoraggiante Maradona Junior gioca 13 match, senza vedere la porta. Se fai così, come minimo va a finire che ti mettono alla porta. La sua carriera, in ogni caso, prosegue nel Rayo Vallecano, a Madrid, e nel Rapid Vienna in Austria, prima di tornare a giocare in Italia, di nuovo all’Ascoli.

Una vita da giramondo, poi la parentesi politica

Un po’ di gettoni di presenza tra Giappone e Canada, dove il nome Maradona esercita ancora un certo fascino, poi il ritorno in Campania: viveva a Monte di Procida con sua moglie, mentre i suoi tre figli sono negli Usa. L’avvocato Angelo Pisani, che lo aveva assistito in iniziative legali promosse a difesa del nome del fratello maggiore, lo ricorda come uno sportivo ancora in attività. «Conduceva una vita sana ed era rimasto attivo nel mondo del calcio», dichiara. Alle ultime elezioni Comunali di Napoli gli era stata prospettata una candidatura con il candidato civico di centrodestra Catello Maresca, ma in extremis aveva finito per rinunciare, anche per problemi legati alla cittadinanza italiana non ancora acquisita. Il sogno più grande di D10S era quello di avere in squadra con sé Hugo e Lalo, i suoi due fratelli più piccoli. Con Huguito ci andò vicino ma, pur essendo fisicamente molto simili e uniti idealmente fino alla fine, coi piedi parlavano lingue diverse. Chissà se dall’altra parte ci sono campi di calcio. In caso affermativo, siamo sicuri che qualcuno stamattina è andato incontro a Huguito. Qualcuno con un pallone in mano.

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