Morto l’ex banchiere Pacini Battaglia, tra i protagonisti di Tangentopoli
Fu condannato per appropriazione indebita a 6 anni nell’inchiesta sui fondi neri dell’Eni
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È morto nella sua casa a Roma, città dove viveva da tempo, il finanziere e banchiere Pierfrancesco Pacini Battaglia, 89 anni, tra i protagonisti di Tangentopoli. A riportare la notizia della scomparsa di Pacini Battaglia sono il Tirreno e La Nazione di Pisa. Originario di Bientina, in provincia di Pisa, nel 1980 aveva fondato la ginevrina Banque Karfinco. Detto “Chicchi” dagli amici, un banchiere “un gradino sotto Dio” la definizione che lo ha poi accompagnato dopo il coinvolgimento nelle indagini di Tangentopoli, il suo nome venne alla ribalta nel marzo 1993 nell’ambito dell’inchiesta del pool di Mani pulite sui cosiddetti fondi neri dell’Eni per la quale fu poi condannato per appropriazione indebita a 6 anni di reclusione.
La condanna a 6 anni per appropriazione indebita
La condanna era divenuta definitiva nell’ottobre 2005: finito in carcere aveva poi ottenuto la detenzione domiciliare per motivi di salute (essendo cardiopatico). Con l’indulto ebbe uno sconto di pena di tre anni e la possibilità di accedere alle misure alternative alla carcerazione. Con l’affidamento in prova ai servizi sociali aveva avuto il lavoro alla biblioteca comunale di Bientina.
I funerali del banchiere si svolgeranno a Roma in forma privata. «Il feretro sarà poi tumulato nella cappella gentilizia della famiglia Pacini Battaglia che si trova nel cimitero comunale di Bientina», ha spiegato Dario Carmassi, sindaco del comune pisano di cui il banchiere era originario. «Non verrà effettuata nessun’altra cerimonia», ha aggiunto. «Una persona briosa ma con le sue ombre, la sua scomparsa colpisce tutta la nostra comunità», ha detto ancora Carmassi.
Quello espresso dal primo cittadino non è distacco ma solo «rispetto della sua riservatezza e le richieste del figlio Gianluigi». «Il nostro comune - aggiunge - rimarrà sempre legato alla famiglia Pacini Battaglia, qui Pierfrancesco era nato ed aveva sempre vissuto fino al suo trasferimento a Roma ormai diversi anni fa - spiega ancora Carmassi -, qua ci sono tanti luoghi che portano il nome della famiglia come la residenza storica ora diventata villa comunale». La dimora tardo settecentesca è divenuta di proprietà comunale dal gennaio 2014 attraverso un’operazione di permuta con la quale la famiglia Pacini Battaglia aveva ceduto l’immobile acquisendo un altro edificio, Palazzo Gerini. «Proprio qualche giorno fa ho firmato il contratto per la ristrutturazione della villa, un’operazione da due milioni di euro - racconta il sindaco -: non abbiamo intenzione di cambiare la toponomastica, ora più che mai, quella è e resterà sempre villa Pacini Battaglia».
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