Mose in manutenzione straordinaria, al via lo spostamento di 78 paratoie
Lavori in corso sul sistema di barriere mobili che proteggono Venezia e la sua laguna dall’acqua alta. L’opera ha richiesto anni e anni di progettazione e realizzazione e un investimento di oltre 6 miliardi di euro
di Giovanna Mancini
3' di lettura
La prima «cavalletta» - così si chiamano le speciali imbarcazioni realizzate appositamente per gestire l’operazione - ha concluso la manovra di “sganciamento” nel pomeriggio del 5 luglio, alla bocca di Treporti, dopo 14 ore consecutive di lavoro per prelevare dal sollevare dal mare la prima paratoia del Mose, il sistema di barriere mobili che proteggono Venezia e la sua laguna dall’acqua alta. Hanno preso così il via le operazioni di manutenzione di questa infrastruttura faraonica, che ha richiesto anni e anni di progettazione e realizzazione, tra polemiche, errori e inchieste giudiziarie, e un investimento di oltre 6 miliardi di euro.
Operazioni a ciclo continuo
Data la dimensione e la complessità dell’opera, le attività per la sua manutenzione (per le quali sono previsti 63 milioni di euro l’anno fino al 2034) non possono essere da meno: consistono nello sganciamento, prelievo e spostamento delle paratoie (in tutto 78) che compongono le quattro giganti dighe poste alle bocche di porto di Treporti, San Niccolò, Malamocco e Chioggia, allo scopo di trasportarle in terraferma, nella zona industriale di Marghera, dove saranno pulite, monitorate ed eventualmente riparate, per poi essere riposizionate in acqua.
Un’operazione a ciclo continuo, che prevede lo spostamento di due elementi per volta, iniziato appunto ieri. «Stiamo ancora completando i lavori del Mose, ma abbiamo già avviato la manutenzione e pulizia delle prime paratoie, quelle di Treporti, che sono in acqua ormai da dieci anni», spiega il commissario straordinario per il Mose, Elisabetta Spitz. Terminate le attività di controllo, rimessa a nuovo e pulizia, la paratoia prelevata ieri sarà riportata in mare a settembre. «Ma non tornerà nella stessa posizione da cui è stata prelevata - precisa Spitz -: andrà a sostituire un’altra paratoia, che a sua volta sarà sganciata e spostata per la manutenzione. Ci sono due paratoie di rinforzo, stoccate in un’area apposita a Marghera. Quindi la struttura prelevata viene subito sostituita da quella di riserva».
Complesso gioco ad incastri
Una sorta di gioco a incastri, che consentirà, nel giro di alcuni anni, di completare l’operazione per tutti e 78 gli elementi a scomparsa che compongono il Mose, per poi ricominciare da capo. La seconda paratoia di Treporti dovrebbe essere prelevata il prossimo 10 agosto. La manutenzione della barriera di Treporti, che richiede un’operazione tecnica complessa, è stata affidate dal governo a Fincantieri lo scorso dicembre. Dopo l’estate verranno avviate le gare anche per le altre tre bocche. «Oggi inizia un nuovo percorso per il Mose - commenta Spitz -: l’inizio di una gestione a regime, di una normalità che diventerà via via sempre più efficiente».
Sono passati 20 anni esatti dall’avvio dei lavori per quest’opera ingegneristica, entrata in funzione nel 2020 e da allora sollevata 50 volte per motivi difensivi (in occasione di acqua alta) e 180 volte per effettuare test periodici di funzionamento. «In questi tre anni il Mose ha dimostrato che funziona, salvaguardando il territorio lagunare e il centro abitato di Venezia dalle alte maree superiori a 130 centimetri - dice il commissario -. Basti pensare a quella dello scorso 22 novembre: se il Mose non fosse entrato in funzione, i danni sarebbero stati superiori a quelli del 2019».
2022 anno di svolta
Il commissario conferma anche il cronoprogramma per il completamento dell’intero “sistema Mose”: «L’opera in sé è conclusa. Stiamo terminando i lavori di alcuni impianti di ridondanza, di alcune opere civili e di corredo, per rendere il sistema più efficiente . Saranno pronti per la fine dell’anno - precisa Spitz -. Con la delibera Cipess del luglio 2022, le risorse per il completamento dei cantieri ci sono tutte, non abbiamo ulteriori fabbisogni». Degli oltre 6 miliardi complessivi investiti nell’intero sistema Mose, circa la metà è stata spesa per le barriere, mentre la parte restante è servita per il Piano Europa e per le spese di compensazione.
Il 2022 è stato un anno di svolta per questa infrastruttura: oltre allo sblocco delle risorse, alla ripartenza dei cantieri e allo snellimento delle procedure per i sollevamenti, lo scorso anno il Mose è diventata un’«opera di pubblica utilità», un passaggio formale importante, che consente di inserire l’infrastruttura a difesa di Venezia e della sua laguna tra i beni dello Stato.
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