Mostra di Venezia: i favoriti per il palmarès
Pronostici e considerazioni finali sulla 77esima edizione della kermesse veneziana
di Andrea Chimento
2' di lettura
Il Leone d'oro tornerà in mani femminili? Dieci anni dopo Sofia Coppola, premiata con «Somewhere», in moltissimi sono pronti a scommettere di sì, anche perché la maggior parte dei film più interessanti visti in concorso sono firmati da registe donne.
Si può partire dal fondo, dall'ultimo lungometraggio proiettato tra quelli in competizione: «Nomadland» di Chloé Zhao, considerato uno dei grandi favoriti fin dalla vigilia della Mostra di quest'anno e pronto, se vincesse un premio questa sera, a inaugurare una probabile lunga serie di successi internazionali.
La speranza è che la giuria capitanata da Cate Blanchett offra un posto importante nel palmarès anche a «The World to Come», altro emozionante film americano, firmato da Mona Fastvold e con protagoniste Vanessa Kirby e Katherine Waterston.
Vista la tematica impegnata, ha buone possibilità inoltre Jasmila Zbanic con «Quo vadis, Aida?», film ambientato in Bosnia a metà degli anni Novanta, con al centro un'interprete che lavora alle Nazioni Unite nella cittadina di Srebenica.
Il cinema italiano
Potrebbe essere l'anno buono per il cinema italiano, anche in questo caso con due autrici i cui film sono stati particolarmente chiacchierati nel corso dei giorni veneziani: Emma Dante con «Le sorelle Macaluso» e Susanna Nicchiarelli con «Miss Marx», due film complessivamente piaciuti di più alla stampa italiana che a quella straniera, ma entrambi con diverse chances di alzare persino il Leone d'oro.Difficile, inoltre, che torni a casa a mani vuote Gianfranco Rosi, regista che il Leone d'oro l'ha già vinto con «Sacro GRA» e che ha fatto a lungo discutere con il suo «Notturno».
Possibili outsider
Tra i possibili outsider, ci sono sicuramente il messicano Michel Franco, che con il suo durissimo «Nuevo orden» ha dato vita a uno dei film shock della Mostra, e l'ungherese Kornél Mundruczó con «Pieces of a Woman». Possibilità anche per altri due lavori che hanno diviso molto: «The Disciple» di Chaitanya Tamhane e «Cari compagni» del russo Andrey Konchalovsky
Attori e attrici
Non semplicissimo pronosticare chi possano essere le Coppe Volpi di quest'anno, per ragioni diverse: da una parte una carenza, rispetto alla tradizione, di grandi interpretazioni maschili, dall'altra un gran numero di interpretazioni femminili di notevole importanza.Tra gli uomini, si può pensare a Alec Utgoff per «Never Gonna Snow Again» o a Aditya Modak di «The Disciple», ma attenzione al sempre quotato Pierfrancesco Favino di «Padrenostro» e chissà che la giuria non ci riservi qualche sorpresa.
Per la Coppa Volpi femminile, invece, c'è davvero l'imbarazzo della scelta: da Romola Garai («Miss Marx») a Vanessa Kirby («Pieces of a Woman», ma anche il già citato «The World to Come»), passando per Jasna Djuricic («Quo vadis, Aida?»), Yuliya Vysotskaya («Cari compagni») e la straordinaria Frances Mc Dormand («Nomadland»), le possibilità sono davvero molteplici.
Il premio Mastroianni per gli attori emergenti potrebbe invece andare al giovanissimo protagonista di «I figli del sole», Ali Nasirian.
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