Mostre a Venezia: la stagione degli opening è iniziata, aspettando la Biennale
Il clima, tema cruciale per la Fondazione Prada. Gli omaggi a Emilio Vedova e Carla Accardi. La collezione Gemma De Angelis Testa. E poi, ovviamente, la Biennale Architettura, Teatro e Danza.
di Cristina D'Antonio
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Venezia, le mostre e gli eventi dell'estate, gli opening legati alla Biennale, il nuovo spazio dedicato alla fotografia : la lista di buone ragioni per programmare un fine settimana si allunga. Magari mentre si legge Il piede destro di Byron , il primo noir di Alberto Toso Fei, narratore accreditato della città con svariati saggi e un graphic novel : anche questa volta, benché in forma di romanzo, lo scenario è la laguna. Oppure procurandosi uno dei titoli di wetlands , progetto editoriale ibrido, di veneziani interessati al futuro, dedicato ai temi della sostenibilità sociale e ambientale. In attesa della Festa della Sensa, il 21 maggio, quando si ripeterà il rito dello Sposalizio del mare, insomma una delle grandi feste del mese, assieme all'evento della Vogalonga, ecco le nuove aperture.
Che cosa hanno da dirci le condizioni metereologiche quando vengono traslate nell'arte? In che modo incidono sulla nostra identità e sulla consapevolezza del futuro? Prova a rispondere Dieter Roelstraete, ideatore e curatore di Everybody Talks About the Weather alla Fondazione Prada, negli spazi di Ca' Corner della Regina (dal 20 maggio al 26 novembre). Cinquanta opere di artisti contemporanei e una selezione di lavori storici: questa volta meteorologia e climatologia uniscono i propri linguaggi per parlare del tempo e delle sue implicazioni; si deve alla crisi climatica la peggiore minaccia all'umanità in 100mila anni di storia. A ottobre, sei conferenze in tre giorni con scienziati e ricercatori.
Arriva The Laboratory of the Future , la nuova Biennale Architettura a cura di Lesley Lokko (dal 20 maggio al 26 novembre): divisa in sei parti, la mostra porta a Venezia 89 partecipanti, di cui oltre la metà provenienti dall'Africa o dalla diaspora africana. «Al cuore di ogni progetto c'è lo strumento principe e decisivo: l'immaginazione. È impossibile costruire un mondo migliore se prima non lo si immagina», è il manifesto della direttrice della Biennale, che promette di puntare la discussione sui cosiddetti agenti del cambiamento, siano questi culturali quanto strutturali. Lokko - su HTSI di aprile racconta in un'intervista i punti salienti della sua città, Accra - ha scelto di assegnare il Leone d'oro a Demas Nwoko , architetto, scultore, designer, scrittore, scenografo, critico e storico: al Padiglione Stirling, ai Giardini, un'esposizione del suo lavoro, in Nigeria e non solo.
Il Padiglione Italia, affidato al collettivo Fosbury Architecture, riparte dal titolo scelto dai curatori per questa edizione: SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri. Sull'account @spaziale.presenta , la progressione dei nove progetti: avviati nella pratica a gennaio, in diversi territori italiani, verranno poi discussi nei loro valori teorici durante i mesi veneziani.
Si chiama Essential Homes Research Project , è il progetto che Norman Foster porta con la sua fondazione e Holcim alla Biennale di architettura: una soluzione abitativa che può essere costruita e resa disponibile in pochi giorni quando una calamità naturale o una guerra, o una qualsiasi altra emergenza, costringono le persone alla ricerca di un riparo. Invece di tende e di campi, che da provvisori diventano spesso definitivi, per generazioni, una proposta di stabilità.
Luciano Baldessari. Architetture per la scena : in concomitanza con la Biennale Architettura, la Fondazione Giorgio Cini dedica le sale della Biblioteca Manica Lunga a Baldessari, architetto, designer, libero pensatore e, per gli appassionati dei pezzi che hanno fatto la storia, il creatore della lampada Luminator ( qui l'archivio dei suoi lavori ). A cura di Anna Chiara Cimoli, presidente della Fondazione CASVA, raduna una serie di disegni - di danza, teatro, pittura, musica - che ne definiscono la cultura visiva (fino al 26 novembre).
Invidiava a scuola quelli che facevano quei bei disegni quadrati, puliti. Lui invece di agitava, sporcava, segnava forte. Lo racconta Toni Servillo mentre legge i ricordi di Emilio Vedova in Dalla Parte del Naufragio, il documentario di Tomaso Pessina che si può vedere, on demand, nella sezione WantedZone sulla piattaforma Mymovies : un buon modo per avvicinarsi a Rivoluzione Vedova, retrospettiva ideata dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, a cura di Gabriella Belli, nelle sale di M9 - Museo del '900 di Venezia Mestre (fino al 26 novembre). La mostra inaugura il nuovo percorso dell'istituzione, che usa l'arte contemporanea come strumento per interpretare la storia: da qui la scelta di autori dal forte impegno civile, come Vedova, di cui si possono vedere Diario partigiano (1945), Diario di Corea (1951), Praga 1968 (1968), Chi brucia un libro brucia un uomo (1993).
Nicolò Manucci ha avuto una vita decisamente straordinaria – nota bene, nel Seicento - e una mostra a Palazzo Vendramin Grimani la racconta per bene, e per la prima volta: figlio di un pestaspezie di Venezia, a 14 anni si nasconde su una tartana diretta in Oriente, diventa parte di un intrigo internazionale, arriva in India, entra nella corte del Moghul, apprende i principi base della medicina. E questo è solo l'inizio della vicenda umana di Manucci, testimone d'eccezione di un pezzo di mondo di cui riferisce dettando le sue memorie in italiano, francese e portoghese, perché parla molte lingue ma non sa scrivere, e mandandole in Europa. Morirà a 82 anni, senza aver mai fatto ritorno: ciò che è accaduto nel mezzo è in Nicolò Manucci, il Marco Polo deIl'India. Un veneziano alla corte Moghul nel XVII secolo (fino al 26 novembre), un progetto della Fondazione dell’Albero d’Oro a cura di Antonio Martinelli e Marco Moneta.
Unica donna in un consesso interamente maschile, il gruppo astratto Forma, tra i protagonisti dell'Art autre di Michel Tapié, prima a scegliere un materiale plastico trasparente, il sicofoil, invece dei colori e tra le fondatrici di Rivolta Femminile, giusto per fermarsi a quanto fatto fino agli anni Settanta: a ridosso del centenario della sua nascita, il Museo Correr di Venezia rende omaggio a Carla Accardi con Gli anni Settanta: i Lenzuoli . Mostra a cura di Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto (fino al 29 ottobre), presenta una selezione di lavori, raramente visibili, in dialogo con gli ambienti storici del museo.
Da Robert Rauschenberg a Cy Twombly, da Mario Merz a Michelangelo Pistoletto. La collezione di Gemma De Angelis Testa diventa parte del patrimonio di Ca' Pesaro, che le dedica una mostra negli spazi al secondo piano (fino al 17 settembre): 105 nuove opere, a integrazione della raccolta di arte moderna già presente. Si tratta della donazione più importante dal lascito De Lisi-Usigli, del 1961. Sarà l'occasione per scoprire - l'elenco è forzatamente parziale - William Kentridge, Adrian Paci, Chen Zhen, Bill Viola e Ai Weiwei, Marina Abramovic, Vanessa Beecroft, Paola Pivi, Mariko Mori, Shirin Neshat.
Architetto, scenografo, cattedra all'Accademia delle Belle Arti di Venezia, Giovanni Soccol si è misurato con le architetture-simbolo che si affacciano sul Canal Grande, dieci edifici storici in sequenza, dalla Dogana da Mar alla chiesa di San Simeone, che emergono dall'acqua e nell'acqua si disperdono. Riflessioni notturne , a cura di Chiara Squarcina, al Museo Fortuny (fino al 1° ottobre), offre una doppia interpretazione: c'è l'immagine che si scioglie sulla superficie della laguna, ma anche il pensiero su un'architettura, classica della città, di facciata. Tutta esteriore, che si appoggia su una pianta, spiega l'artista, che rimane invece sempre costante.
Cinque autori della scena artistica africana contemporanea hanno passato la primavera in città per lavorare con le collezioni di Ca' Pesaro: il loro contributo creativo, in risonanza con il Laboratorio del Futuro della Biennale di Lesley Lokko, è una mostra, AFRICA 1:1 , che occupa il piano terra e la Project Room del museo (dal 20 maggio al 1° ottobre). Gli artisti - Pamela Enyonu, Alexandre Kyungu, Boniface Maina, Option Nyahunzvi e Ngugi Waweru - arrivano grazie alla collaborazione della galleria Akka Project e di Africa First , la piattaforma creata da Serge Tiroche per promuovere l'arte contemporanea africana.
Non solo arte e architettura: la Biennale ospita i festival di Teatro (dal 15 giugno al 1 luglio) , con la direzione di Stefano Ricci e Gianni Forte, Danza (dal 13 al 29 luglio) , guidato da Wayne McGregor, e Musica contemporanea (dal 16 al 29 ottobre) con la curatela di Lucia Ronchetti, a cui si aggiungono le residenze dei giovani artisti di Biennale College.
Protagonisti della sezione Teatro, intitolata quest'anno Emerald, come la città di smeraldo del Mago di Oz, fonte assoluta di stupore, sono Armando Punzo , Leone d'oro alla carriera, con il gruppo di attori-detenuti della Compagnia della Fortezza, Romeo Castellucci , con la performer brasiliana Ana Lucia Barbosa e Tiago Rodrigues , da quest'anno direttore del Festival di Avignone.
Altered States è invece il terzo capitolo del direttore Wayne McGregor per la Biennale Danza: «Gli artisti, alchimisti del movimento, sfidano le ortodossie tradizionali della danza e ci portano a fare l'esperienza del nostro corpo rinnovato, connettendo i nostri modelli esterni del mondo con le meno conosciute mappe interne – alterando i nostri stati di conoscenza ed esperienza».
Il Leone d'oro va a Simone Forti , a cui viene dedicata anche una mostra retrospettiva alla Sala d'armi dell'Arsenale – con disegni, ologrammi, video, fotografie, quaderni, poesie, performance - allestita a Venezia con la collaborazione del MOCA di Los Angeles, dove è stata allestita fino ad aprile.
Divisa in sei sezioni, la Biennale Musica di Lucia Ronchetti è dedicata «al suono digitale, alla sua produzione e alla sua diffusione nello spazio acustico, attraverso tecnologie avanzate e ricerche sperimentali». Brian Eno, Leone d'oro , il 21 ottobre sarà al Teatro La Fenice con il suo nuovo progetto, Ships, insieme alla Baltic Sea Philharmonic diretta da Kristjan Järvi, l'attore Peter Serafinowicz, il collaboratore storico e chitarrista Leo Abrahams, il tastierista Peter Chilvers.
Un servizio per il Vittoriale in vetro nero e corallo, del 1930. Il Rep, il calice ufficiale delle tavole del Quirinale. Le coppe Lidia, Compasso d'oro nel 1955. L'ingresso al MoMa di New York. La Cristalleria Nason & Moretti, oggi Nasomoretti, ha le fornaci accese dal 1923 e molti aneddoti felici nei suoi registri. Cento anni di Nasomoretti. Storia di una famiglia del vetro muranese è la mostra, a cura di Cristina Beltrami e Chiara Squarcina, che riapre gli archivi dell'azienda e rispolvera i suoi tesori al Museo del vetro di Murano (dal 19 maggio al 6 gennaio).
The Venice Glass Week 2023 : la settima edizione del festival internazionale del vetro (dal 9 al 17 settembre), intitolata The Art of Fire, riparte da due sezioni, entrambe a Palazzo Loredan, in Campo Santo Stefano: The Venice Glass Week HUB, al piano nobile, e The Venice Glass Week HUB Under 35, a piano terra. Gli under 35 potranno candidarsi a una residenza alla Pilchuck Glass School di Seattle.
Il festival viene anticipato dalla mostra Vetro boemo: i grandi maestri sull'isola di San Giorgio Maggiore (fino al 26 novembre): curata da Caterina Tognon e Sylva Petrová, racconta l’emancipazione del vetro in Boemia, l'attuale Repubblica Ceca, dopo la seconda guerra mondiale. Tra i creatori presenti: Václav Cigler, Vladimír Kopecký, Stanislav Libenský e Jaroslava Brychtová, René Roubíček e Miluše Roubíčková.
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