Moto e scooter, l’allarme di Ancma: «Rischio migliaia di invenduti per gli Euro 4»
L'emergenza Coronavirus e l'entrata in vigore delle normative Euro 5 per le due ruote potrebbe far rimanere in magazzino migliaia di moto e scooter Euro 4.
di Giulia Paganoni
2' di lettura
Il settore della due ruote subisce una doppia conseguenza negativa a seguito della diffusione del Covid-19. Da un lato la chiusura dei concessionari e rivenditori, dell'altra il passaggio dagli Euro 4 a 5. Il risultato previsto è di decine di migliaia di pezzi invenduti.
Decreto e passaggio di omologazione
Nelle due ruote l'impasse del momento è dunque doppia. Da un lato, il decreto Conte dello scorso 11 marzo ha previsto ha sospeso (tra le altre) l'attività commerciale dei dealer di scooter e motocicli, con la sola eccezione dei servizi accessori di manutenzione e riparazione.
L'industria ha accolto la decisione con senso di responsabilità per contenere gli effetti di una emergenza sanitaria senza precedenti, con la conseguenza di un totale blocco delle vendite per un periodo di tempo che, in questa fase, non è possibile determinare. Dall'altro lato, il danno per il settore è aggravato dall'infelice concomitanza con la transizione tra le motorizzazioni Euro 4 ed Euro 5, disciplinata dal Regolamento europeo 168/2013. A partire dal 1° gennaio 2021, infatti, non sarà più possibile immatricolare ciclomotori e motocicli omologati come Euro 4, salvo quelli ammessi dalle deroghe di fine serie normalmente previste dalle direttive comunitarie per aiutare i costruttori a smaltire gli stock.
La chiusura dei negozi, tuttavia, impedirà la vendita di tutti i veicoli Euro 4, con conseguente anomalo accrescimento del numero di mezzi fermi in magazzino: è concreto il rischio che alla fine dell'anno costruttori e dealer si ritroveranno in casa una mole di veicoli che, per legge, non potranno più essere commercializzati.
La richiesta degli operatori
Data la panoramica, secondo Confindustria Ancma, associaone ciclo, motociclo e accessori, è necessario pensare sin da subito a soluzioni di emergenza per rispondere a una situazione eccezionale, che potrebbe tradursi nei prossimi mesi in un danno importante per le aziende del settore. In particolare, Ancma ritiene necessario un rinvio di almeno sei mesi della scadenza delle immatricolazioni con omologazione Euro 4 e chiedono quindi al Governo italiano di farsi promotore di questa richiesta anche presso le competenti sedi europee.
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