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Moto Guzzi Stelvio, com’è fatta la maxicrossover di Mandello

Spinta dal motore della V100 Mandello, la nuova Stelvio è un’adventure tourer pronta per i lunghi viaggi, anche in fuoristrada

di Gianluigi Guiotto

3' di lettura

La nuova Stelvio è la novità più fotografata allo stand della Casa di Mandello: all’Eicma dello scorso anno c’erano solo i cerchi con le gomme (19” all’anteriore) con la scritta “Returning soon”. Il nome torna oggi dopo sette anni – la vecchia Stelvio 1200 è stata prodotta dal 2007 al 2016 – e segna un cambiamento radicale

Cuore come da tradizione

Al centro del progetto c’è sempre il classico bicilindrico a V trasversale di 90 gradi, il marchio di fabbrica Guzzi, ma questa volta c’è il Compact Block di 1042 cc capace di 115 cv della V100 Mandello, ulteriormente affinato con uno sviluppo della parte bassa del motore molto limitato, per una maggior luce a terra, indispensabile per superare gli ostacoli in fuoristrada; inoltre, un albero controrotante diminuisce la coppia di rovesciamento a vantaggio della guidabilità, eliminando qualsiasi reazione indesiderata durante le accelerazioni e le decelerazioni: in quei frangenti, inoltre, il comando elettronico Ride by wire dell’acceleratore assicura una fine gestione del gas, senza alcun effetto on-off nell’apri/chiudi. La trasmissione finale è ad albero cardanico e si avvale di un monobraccio in alluminio posizionato sul lato sinistro: rispetto a quello della V100 Mandello, è stato rinforzato per l’utilizzo in fuoristrada. Cinque i riding mode: Turismo, Pioggia, Strada e Sport, ai quali si aggiunge Off-Road; ognuno gestisce tre tipi di mappe motore, quattro livelli di traction control, tre livelli di freno motore e due livelli di Abs.

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Pesi ben distribuiti

Moto Guzzi promette per la Stelvio una guida divertente in ogni condizione, grazie all’ottimale distribuzione dei pesi e all’abbassamento delle masse, permesso dall’architettura del motore e dal serbatoio del carburante da 21 litri che prosegue sotto la sella. Alla godibilità contribuisce anche il layout del nuovo telaio in tubi di acciaio che sfrutta il motore come elemento portante: rispetto al quello della V100 Mandello, è stato completamente ridisegnato nella parte anteriore per renderlo più robusto e adatto all’utilizzo avventuroso. Inoltre, ha quattro punti di ancoraggio frontali al telaio al posto dei due di V100 Mandello, aumentando la rigidità del 20%. L’interasse di 1520 mm e l’inclinazione del cannotto di sterzo di 25,6°, regalano agilità e piglio sportivo nelle strade ricche di curve. Anche le sospensioni sono dedicate a Stelvio, con una escursione di 170 mm: forcella Sachs con steli di 46 mm, regolabile nell’idraulica in estensione e nel precarico della molla, e ammortizzatore Kyb, regolabile nell’idraulica in estensione e nel precarico della molla con un comando manuale. L’impianto frenante è firmato Brembo.

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Aerodinamica al top

Per garantire un’ottima protezione dall’aria, la Stelvio ha richiesto oltre 1500 ore di simulazioni con software di calcolo e molte sedute in galleria del vento per determinare le superfici ideali per la massima protezione a pilota e passeggero, a fronte di ingombri non elevati. Il risultato è nella linea affilata e moderna della Stelvio e nel parabrezza con due deflettori laterali regolabile elettricamente in altezza fino ai 150 km/h, con un’escursione di 70 mm.

Radar per la sicurezza

La Stelvio è la prima Moto Guzzi dotata di Pff Rider Assistance Solution (optional), basata sulla tecnologia Imaging Radar 4D sviluppata da Piaggio Fast Forward, società specializzata in robotica con sede a Boston. Si tratta di due sensori radar (posti sopra il gruppo ottico anteriore e sotto quello posteriore) che consentono di avere cruise control adattivo, controllo dell’angolo cieco degli specchietti e avviso di cambio corsia. È di serie, invece, il Cornering Abs, sviluppato con Continental, che ottimizza la frenata e l’intervento in curva, tenendo sotto controllo l’accelerazione laterale, la pressione esercitata sulla leva del freno anteriore, l’angolo di piega, di beccheggio e d’imbardata.

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