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Mps in caduta del 4,3%, attese e speculazioni sulle mosse del Mef

L’istituto e i rumor sull’alleggerimento della quota detenuta dallo Stato

di Redazione Finanza

2' di lettura

Banca Monte dei Paschi di Siena continua a essere al centro dei rumor su possibili dismissioni di quote da parte del Governo. Le ultime indicazioni sono per la cessione di una partecipazione tra il 5% e il 10% da effettuare entro giugno dell’anno prossimo, anche come segnale nei confronti della Ue della volontà di uscire dal capitale nell’ambito di un confronto per allungare i tempi della privatizzazione.

Voci e advisor

Da Roma non arriva alcuna conferma, sebbene sul mercato si rincorrano voci relative alla possibile nomina di un advisor da parte del Mef (circolano i nomi di Citi ed Equita). Sulla scia di queste voci oggi 26 settembre il titolo Mps ha lasciato sul terreno il 4,3%.

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«Non ci faremo dettare i tempi da nessuno, tanto meno dalla fretta», aveva detto a inizio settembre il ministro del Mef Giorgetti, smorzando così le ipotesi di un’accelerazione sulla possibile vendita della banca. «Rimane da valutare se una riduzione della quota possa permettere al governo di negoziare tempistiche più lunghe con BCE per la completa exit dello Stato, andando quindi oltre la deadline ufficiosa del 2024», si leggeva in un report di Equita.

Perdite potenziali

Di certo con un titolo che continua a viaggiare attorno i 2,5 euro, per il Tesoro si prospettano perdite potenziali importanti in caso di cessione ai prezzi attuali.

Il Mef ha infatti pagato 6,9 euro ogni azione del Monte (8,5 quelle collegate allo swap con i bond) e l’anno scorso ha iniettato altri 1,6 miliardi nell’aumento di capitale portando l’investimento complessivo a quota 8,5 miliardi. Ai prezzi di oggi, il 64% del Monte nelle mani del Governo vale qualche spicciolo meno di due miliardi.

L’assenza di indicazioni chiare e il rincorrersi di rumors di certo non aiuta il titolo nè la banca, che da parte sua sta tentando di consolidare la sua performance reddituale. L’istituto senese ha chiuso il primo semestre con un utile di 619 milioni ed è sulla «buona strada per superare il target di 1 miliardo di euro di utile netto nell’intero anno, in anticipo rispetto ai target del piano industriale», segnalava Lovaglio qualche settimana fa.

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