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Mps, chiusa l’inchiesta sui bilanci 2014-2016: indagata anche la banca

La procura di Milano notifica un avviso di chiusura indagini a carico degli ex presidenti Alessandro Profumo e Massimo Tononi, all’ex ad e dg Fabrizio Viola, ad Arturo Betuni e allo stesso istituto

di Stefano Elli

Mps, 15 anni difficili tra crisi e risanamenti

2' di lettura

Si apre un nuovo capitolo nella saga giudiziaria infinita del Monte dei Paschi di Siena. La procura della Repubblica di Milano ha notificato un ulteriore avviso di chiusura indagini a carico degli ex presidenti Mps Alessandro Profumo e Massimo Tononi, all’ex ad e dg Fabrizio Viola, ad Arturo Betunio, ex dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili, oltre che a carico della stessa banca per violazioni della 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti.

I reati contestati

In un comunicato diffuso dal procuratore Marcello Villa si chiarisce che i reati contestati si riferiscono ai bilanci e alle comunicazioni rivolte al mercato per le annualità 2014-2015 oltre che per la semestrale 2016. Nello stesso comunicato però una frase lascia intendere che la vicenda sia ben lontana dall’esaurirsi qui. «Le ulteriori posizioni per le quali vi è stata iscrizione nel registro degli indagati – si legge – sono state separate dal procedimento principale e verranno definite separatamente».

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Due le ipotesi: o la frase è prelusiva a una nuova chiusura indagini per ulteriori annualità di bilancio oppure si avrà una richiesta di archiviazione. I reati contestati agli indagati sono falso in prospetto, aggiotaggio (manipolazione informativa), falso in bilancio, oltre ai capi che si riferiscono alla persona giuridica Mps.

Iter tortuoso

Il «procedimento principale» cui Villa si riferisce è il numero 33.714 del 2016 ed ha avuto un iter giudiziario particolarmente tortuoso. Inizialmente il fascicolo era stato assegnato a tre pm della procura milanese: Giordano Baggio, Mauro Clerici e Stefano Civardi. Dopo avere svolto gli accertamenti investigativi del caso i tre pm avevano optato per la richiesta di archiviazione. Richiesta respinta dal Gip Guido Salvini. Che aveva richiesto loro di proseguire gli accertamenti investigativi.

Nel batti e ribatti tra procura e ufficio Gip si è giunti all’incidente probatorio, un istituto che ha la funzione di anticipare l’acquisizione e la formazione della prova durante le indagini preliminari. Salvini ha dunque richiesto una perizia all’esperto Giangaetano Bellavia; alla consegna della ponderosa perizia (6mila pagine) il Gip ha nuovamente rinviato gli atti alla procura che ha affidato a due nuovi pm, Roberto Fontana e Giovanna Cavalleri il compito di svolgere nuove indagini. Di qui la nomina di una nuova consulenza tecnica, affidata questa volta a Stefania Chiaruttini. Ora si è arrivati alla chiusura dell’inchiesta.

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