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Mps, ecco il decreto sui bond. Da oggi via all’offerta di scambio ai risparmiatori

di M. Ferrando e G. Trovati

(Ansa)

3' di lettura

Parte oggi l’offerta di scambio Mps. È arrivata ieri in serata la firma del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, e a stretto giro anche il bollo della Corte dei conti, sul decreto chiamato a regolare il meccanismo degli indennizzi a favore dei risparmiatori che si sono visti trasformare in azioni del Monte le obbligazioni junior acquistate nel 2008. In un comunicato, la banca stamane ha annunciato che il periodo di adesione all'offerta inizia oggi alle ore 8.30 e terminerà alle 16.30 del 20 novembre 2017. salvo proroga. La data in cui avverrà il regolamento dell'Offerta sarà il 24 novembre 2017.

La macchina, in base ai programmi messi nero su bianco da Rocca Salimbeni, avrebbe dovuto accendersi ieri mattina, ma già nei giorni scorsi (si veda Il Sole 24 Ore di venerdì) si era capito che il calendario era troppo stretto. Di qui lo slittamento comunicato domenica da Rocca Salimbeni, e ora destinato a chiudersi a breve grazie anche allo sprint della magistratura contabile nella registrazione.

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La governance
Per un aspetto che si chiarisce, nel cantiere a cielo aperto del Monte ce n'è un altro che, secondo quanto risulta, potrebbe di nuovo mettersi in discussione: tempi e modalità della riforma dello statuto e, soprattutto, del rinnovo del cda. Come noto i due passaggi (prima l'assemblea straordinaria, poi quella ordinaria) dovrebbero tenersi contestualmente, in una data che al momento è prevista per dicembre, con ogni probabilità il 19. L'appuntamento è slittato in avanti di parecchi mesi rispetto ai programmi iniziali, e a questo punto tra Via Nazionale, Bce e il Tesoro ci sarebbe chi riterrebbe più opportuno aspettare la scadenza naturale. Motivo: evitare una tornata assembleare a pochi mesi da quella ordinaria della primavera 2018, ma soprattutto evitare ai consiglieri neo eletti a dicembre di trovarsi nella poco piacevole situazione di approvare praticamente a scatola chiusa un bilancio assai significativo (per il rosso miliardario e la maxi-cartolarizzazione che porta con sè) interamente costruito dalla gestione precedente; non solo: è probabile che a inizio 2018 la banca debba decidere anche sull'eventuale azione di responsabilità sul passato vertice Profumo-Viola, altro tema delicatissimo per i neo-eletti. Anche nel caso in cui fossero pochi, qualora dovesse passare la conferma del ticket Falciai-Morelli.

Di qui, appunto, l'ipotesi di una proroga fino a marzo-aprile prossimi. Ipotesi, appunto, che peraltro vedrebbe posizioni diverse: i più perplessi fanno notare che l'inizio del 2018 sarà segnato dalle tensioni elettorali, clima senz'altro poco adatto per impostare il rinnovo della governance di una banca neo ri-nazionalizzata. Comunque si dovrà decidere in fretta: il cda di martedì prossimo è nei fatti l'ultima occasione buona per convocare l'assemblea entro fine 2017, e se non arriverà la chiamata si capirà che si è preferito rinviare al prossimo anno.

I bondholder
Tornando invece alla firma di ieri sul decreto ministeriale, lo slittamento di qualche giorno dell'entrata in vigore ha spinto in avanti anche la scadenza finale per aderire all'opzione, fissata inizialmente alle ore 16,30 del 17 novembre (ma l'ipotesi di un ritocco in avanti di questa data è stata esplicitamente contemplata nelle comunicazioni ufficiali di Siena).

Alla finestra ci sono i risparmiatori (circa 40mila la platea iniziale) che nel 2008 si sono ritrovati in portafoglio i bond subordinati Upper Tier II, trasformati in azioni dal meccanismo di «condivisione degli oneri» (burden sharing) che ha accompagnato il salvataggio pubblico della banca più antica del mondo. A questi azionisti “forzati” (ieri il titolo ha conosciuto la sua prima flessione dal ritorno a Piazza Affari, chiudendo in perdita dell'1,7% a 4,65 euro), il meccanismo offrirà certificati di deposito, con scadenza a maggio 2018 in linea con il titolo originario. A quel punto i risparmiatori potranno riavere indietro il valore dedicato a suo tempo alle obbligazioni junior. Agli indennizzi il piano dedica 1,5 miliardi di euro: a ricomprare le azioni sarà il Tesoro, per il tramite del Monte, e se tutti gli interessati aderiranno la quota dell'Economia in Rocca Salimbeni sfiorerà il 70 per cento.

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