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Mps, Cassazione conferma assoluzione per Mussari e Vigni

Scatto a Piazza Affari per Mps dopo la richiesta del Pg della Cassazione di non procedere per «inammissibilità» del ricorso contro l’assoluzione, tra gli altri, dell’ex presidente dell’istituto, Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale, Antonio Vigni

L'ex presidente di Banca Mps, Giuseppe Mussari

3' di lettura

La Cassazione ha dichiarato “inammissibile” il ricorso della Pg di Milano, Gemma Gualdi, contro le assoluzioni di tutti i 15 imputati per le presunte irregolarità nelle operazioni di finanza strutturata Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh, realizzate da Mps tra il 2008 e il 2012. Sono state, quindi, confermate, tra le altre, le assoluzioni dell’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari e quella dell’ex Dg Antonio Vigni, come deciso in appello il 6 maggio 2022, oltre che dei manager di Deutsche Bank e Nomura. Mentre erano stati condannati in primo grado. Inammissibile anche il ricorso della Consob.

Balzo del titolo Mps

A Piazza Affari il titolo Mps era già scattato dopo la richiesta del Pg della Cassazione di non procedere per «inammissibilità» del ricorso contro l’assoluzione, tra gli altri, dell’ex presidente dell’istituto, Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale, Antonio Vigni, e altri ex manager di Rocca Salimbeni.

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Con la conferma dell’assoluzione avvenuta in appello nel maggio 2022 - come si fa notare da fonti legali - vengono a cadere anche le richieste risarcitorie esercitate nell’ambito di questo processo penale.

Pg favorevole ad assoluzione

In mattinata, il Pg della Cassazione aveva chiesto di non procedere per «inammissibilità» del ricorso contro l’assoluzione (arrivata in secondo grado di tutti gli imputati).

Il processo è relativo a una serie di operazioni finanziarie realizzate dalla banca senese per coprire, secondo l’accusa, le perdite provocate dall’acquisto di Antonveneta. In particolare, al centro del procedimento i derivati Santorini e Alexandria, sottoscritti da Mps con Deutsche Bank e Nomura.

Cadute le accuse

Le accuse riguardavano presunte irregolarità nelle operazioni Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh, effettuate per coprire le perdite provocate dall’acquisto di Antonveneta. Accuse oggi cadute con la sentenza dei supremi giudici che hanno confermato l’assoluzione anche per le società del gruppo Deutsche Bank e Nomura, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore generale Francesca Loy. In primo grado Mussari era stato condanno a 7 anni e mezzo mentre Vigni a 7 anni e 3 mesi, sentenza poi ribaltata in Appello.

«Giustizia è fatta ma Mussari non è più quello che era»

«Dopo la fine del primo processo Mps sull’ostacolo a Banca d’Italia per il presunto occultamento del Mandate Agreement dell’operazione Alexandria, conclusosi con l’assoluzione per l’insussitenza del fatto, il processo per le presunte falsità del bilancio Mps e presunte turbative di mercato, che non avrebbe mai dovuto cominciare, si è finalmente concluso, dopo una lunga, tormentosa, angosciosa vicissitudine processuale, là dove meritava di finire: nel nulla. Giustizia è fatta ma Mussari non è più quel che era quando questa vicenda iniziata, e nessuno gli restituirà nulla». Lo dicono i legali di Mussari Padovani, Pisillo e Marenghi.

L’avvocato Giuseppe Iannaccone, che difende gli ex manager Deutsche Bank, ha dichiarato: «Il Paese ci ha insegnato che la giustizia arriva sempre, forse un po’ in ritardo, ma sempre. Questo è il bello del nostro sistema giudiziario».

«Siamo soddisfatti della decisione della Suprema Corte. Abbiamo sempre creduto fermamente nell’innocenza delle persone della Banca coinvolte nel procedimento, nonché della stessa Deutsche Bank, rispetto alle accuse mosse. Siamo lieti che tutti siano stati pienamente assolti e che la sentenza della Corte di Cassazione abbia posto fine a questo lungo procedimento». Lo scrive Deutsche Bank in una nota.

Mussari, dopo 11 anni e 5 mesi oggi è finita

«Sono trascorsi 11 anni, 5 mesi e 2 giorni dal 9 maggio 2012, allorquando tutto ebbe inizio. Oggi è finita: assolto definitivamente perchè i fatti non sussistono». Così in una dichiarazione all’ANSA Giuseppe Mussari, ringraziando i suoi legali. «Ho scelto di difendermi solo e soltanto dinanzi al mio giudice naturale, non vi è oggi ragione di mutare registro», ha detto ancora.

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