LaCrisi dell’istituto di credito

Mps, slitta la vendita delle azioni. Il Mef: «Decreto pronto a giorni»

(EPA)

3' di lettura

Manca il decreto ministeriale del Mef e slitta così, per qualche giorno, l’offerta da 1,5 miliardi di euro che lo stesso Tesoro doveva far partire domani, lunedì 30 ottobre, sulle azioni in mano degli ex obbligazionisti subordinati che si sono visti convertire i bond in titoli del Monte a causa del burden sharing. Banca Monte dei Paschi di Siena, un po’ a sorpresa, ha comunicato che - non essendo ancora intervenuta l’emanazione del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze relativo all’acquisto da parte dello stesso Ministero delle azioni oggetto di offerta - il periodo di adesione all’offerta (da parte dei risparmiatori che hanno visto convertire i bond subordinati in azioni, ndr) non potrà prendere avvio nella giornata di lunedì 30 ottobre 2017. È quanto si legge un una nota ufficiale dell’antico istituto di credito toscano. «Il nuovo calendario dell’offerta - specifica il comunicato - sarà reso noto non appena emanato il suddetto decreto».

Decreto pronto in «un paio di giorni»
Il decreto del Mef sull’acquisto di azioni del Monte da parte dello stesso Tesoro, per ristorare gli ex obbligazionisti subordinati, dovrebbe essere pronto in un paio di giorn, a quanto fanno sapere dal Tesoro .

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Il provvedimento è in corso di preparazione. I tempi dipendono dal flusso delle informazioni che arrivano progressivamente dalla banca. Il provvedimento dovrebbe arrivare così a metà settimana per permettere all’operazione di partire. I tempi, spiegano da via XX settembre, dipendono dal flusso delle informazioni che arrivano progressivamente dalla banca. Una volta emanato il decreto non ci dovrebbero essere nuovi problemi autorizzativi.

Tesoro «primo socio»
Nel frattempo il Tesoro rimarrà comunque il primo socio dell’istituto senese tornato in Borsa dopo 10 mesi di congelamento. La partecipazione è pari al 52,2% che, solo una volta che si concluderà l’offerta, dovrebbe salire attorno al 70%. Una quota di assoluta maggioranza frutto della ricapitalizzazione da 8,3 miliardi e che resterà tale fin quando verrà avviato il processo di privatizzazione, c’è chi dice almeno due anni. Quota che per il momento esprime una forte minusvalenza (o perdita potenziale) per le casse pubbliche di circa 1 miliardocui si aggiungeranno altri 700 milioni una volta chiusa l’offerta sugli ex subordinati. Offerta agli ex obbligazionisti che nasce con l’obiettivo di ristorare questa classe di risparmiatori colpiti dal burden sharing (condivisione dei rischi) imposta dalle norme sul bail in caso di intervento pubblico.

Da bond ad azioni
Il meccanismo prevede che i bond vengano appunto convertiti in azioni sulle quali il Tesoro lanci una «Offerta Pubblica Volontaria Parziale di Scambio e Transazione» al prezzo di 8,65 euro (stabilito da una perizia) per azione contro i 4,736 espressi in Borsa alla chiusura di venerdì e i 6,49 euro già spesi dal Tesoro per acquisire il 52,2 per cento.

È la differenza fra questi valori e quelli al momento indicati dal mercato di Piazza Affari a determinare la perdita potenziale a carico dello Stato. Una situazione che potrebbe cambiare o comunque ridursi a patto che il Monte intraprenda una strada di risanamento e redditività e migliori ancor più il panorama italiano. Certo le azioni dei titoli bancari hanno recuperato molto negli ultimi mesi e gli stessi titoli del Monte, in tre sedute dal suo ritorno a Piazza Affari, sono saliti del 4% da 4,55 a 4,736 euro, smentendo chi prevedeva una vendita massiccia e incontrollata. La strada è appena iniziata, si vedrà.

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