Multe all’estero, la foto può lasciare dubbi
di Maurizio Caprino
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Le norme ci sono, l’applicazione non sempre. Così, se oggi per le otto infrazioni stradali ritenute più gravi è teoricamente possibile notificare il verbale anche a proprietari di veicoli immatricolati in altri Stati Ue, ci sono ancora situazioni in cui non si riesce a individuarli facilmente o a riscuotere la sanzione. È anche per questo che le polizie stradali degli Stati Ue ogni anno organizzano controlli particolari almeno in una giornata, fermando subito i trasgressori. Quest’anno l’iniziativa si è tenuta la settimana scorsa e in Italia ha contribuito a ridurre a più della metà gli incidenti mortali.
La direttiva europea 2015/413 consente le notifiche oltreconfine e la decisione quadro 2015/214 rende applicabili le sanzioni amministrative pecuniarie. Ciò negli ultimi anni ha sorpreso non pochi italiani che avevano commesso infrazioni all’estero e ha convinto molti a pagare (si veda «Il Sole 24 Ore del Lunedì» dell’11 marzo).
Ma gli scambi automatici dei dati degli intestatari non sono ancora completamente a punto. Per esempio, l’Italia ne ha solo con Francia e Germania e - parzialmente - con l’Austria, per cui con gli altri Paesi le procedure sono più complesse.
Inoltre, le notifiche avvengono con lettere redatte sì nella lingua del destinatario, ma con le modalità previste dalla legge dello Stato che le spedisce, non sempre ben comprensibili dall’interessato. Senza contare che alcuni Paesi (come Italia e Francia, che per giunta confinano) hanno sistemi di targatura identici e non tutti i rilevatori automatici di infrazioni hanno lettori ottici di targhe in grado di distinguere i caratteri in uso in ciascun singolo Stato e che non sempre le lettere sono corredate dalle foto dell’infrazione (addirittura, in alcuni casi, l’immagine è relativa alla sola targa o al solo volto del guidatore), rendendo difficile capire se si tratta di un errore del corpo di polizia, di una clonazione del veicolo o addirittura di una truffa.
Infine, ci sono incertezze procedurali quando un’infrazione è considerata penale nello Stato in cui è stata commessa e amministrativa nel Paese del trasgressore (o viceversa).
Migliori frutti dà la cooperazione europea a livello di campagne di controllo. Lo si è visto il 26 settembre 2019, alla quarta edizione di Edward (acronimo inglese della Giornata europea senza morti sulle strade). Tutti i Paesi aderenti a Tispol (la rete delle polizie stradali europee) hanno profuso il massimo sforzo di prevenzione e controllo schierando quante più pattuglie possibile, concentrate su vari obiettivi tra cui proprio un’attenzione ai mezzi con targa estera per fermarli subito in caso d’infrazione, evitando le procedure della direttiva 2015/413.
I dati sinora raccolti parlano di una diminuzione del numero dei morti di circa il 50-55% rispetto alla media giornaliera europea. In Italia gli incidenti mortali sono stati tre,contro gli otto di media. In Slovenia, Lituania e Lettonia non si siano verificati incidenti mortali. All’estremo opposto, Polonia (otto morti) e Romania (sette), cioè proprio due dei sei Paesi con la percentuale di calo di mortalità tanto inferiore alle attese da renderli oggetto del Progetto «European union road safety exchange» che verrà presentato a Bruxelles il 9 ottobre.
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