Murano, in manovra 1,5 milioni di euro per le imprese
Una «boccata d’ossigeno» per le fornaci che nonostante i rincari del gas hanno ripreso a lavorare. Dopo la pausa estiva la metà aveva deciso di restare chiusa
di Sara Deganello
2' di lettura
Per contrastare gli effetti del caro energia, su indicazione del ministro Urso è stato riformulato, nell’ultima discussione parlamentare, l'emendamento 11.038 Lupi e altri a supporto del settore del vetro di Murano. L'apposito Fondo del Mimit è stato rifinanziato con 1,5 milioni di euro ed è stato reso più flessibile e vantaggioso l'accesso alle agevolazioni: gli aiuti saranno concessi ai sensi del temporary crisis framework europeo, con un conseguente incremento dell'importo massimo erogabile che sarà pari a 400 mila euro per impresa. Potranno beneficiare della misura anche le imprese che hanno presentato domanda secondo quanto stabilito dal decreto del 29 marzo 2022 che non sono state finanziate in tutto o in parte per i vincoli imposti dal precedente regime de minimis.
«Si tratta di un atto doveroso per un settore gioiello del Made in Italy particolarmente colpito dall'alto costo dell'energia. Artigianato, storia e cultura simbolo di Venezia e del nostro Paese», commenta il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
«Boccata d’ossigeno per le aziende»
Cristiano Ferro, titolare di Effetre, che produce semilavorati in vetro, nonché vicepresidente della sezione vetro di Confindustria Venezia, mostra soddisfazione per il provvedimento: «Le vetrerie di Murano hanno lavorato nella certezza di ricevere un parziale rimborso delle spese energetiche. Confidando in questo supporto, quasi tutti si sono esposti dal punto di vista finanziario, visti gli elevatissimi costi del gas. Ma con la sospensione, il 30 giugno scorso, del cosiddetto Temporary Framework per gli aiuti di Stato, con il ritorno al regime de minimis, questo meccanismo si è inceppato. I 5 milioni già stanziati dal ministero non sono stati erogati completamente. Ora questo emendamento va a sanare questa posizione, che ha creato problemi a molte aziende. Ha dato una boccata d’ossigeno, che era già stata preventivata ma non ancora attuata».
Le fornaci sono tornate operative
Rispetto a fine agosto, quando metà delle fornaci muranesi avevano scelto di non riaprire dopo la pausa estiva a causa dell’elevato costo del gas, ora la situazione è migliorata: «Con l’abbassamento del costo del gas, sceso dai picchi di agosto di 2,60 euro al metro cubo agli attuali 1,10, e con il credito d’imposta del Dl Aiuti Ter e Quater, la quasi totalità delle fornaci è tornata a essere operativa, lavorando con margini e non sottocosto. Resta l’incertezza per i prossimi mesi, con il prezzo del gas che continua a fluttuare provocando problemi di gestione. Gli ulteriori 1,5 milioni non rappresentano una soluzione strutturale al problema, che coinvolge tutti, non solo Murano, ma certo danno un grosso aiuto», conclude Ferro.
Con una sessantina di fabbriche, mille addetti, 150-160 milioni di euro di fatturato annuo medio, il distretto di Murano è un settore di nicchia dal punto di vista economico ma dal grande valore culturale, che abbraccia un millennio di storia.
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