Musei italiani, nel 2019 calano i visitatori ma crescono gli introiti
Autonomia finanziaria e gestionale ma anche progettualità a lungo termine, a qualche anno dalla Riforma di musei statali i risultati sono sempre più solidi
di Roberta Capozucca
3' di lettura
Gennaio è tempo di bilanci anche per i musei pubblici italiani, che hanno tirato le somme del proprio impatto sul sistema culturale del Paese. Dopo anni di continua crescita a doppia cifra, iniziata con l'introduzione della Riforma Franceschini, nel 2019 il numero dei visitatori del sistema museale pubblico sembra essersi assestato intorno ai 55 milioni, calando lievemente rispetto all'anno precedente. Continuano a crescere, invece, gli introiti che hanno registrato un aumento del +5% (circa 12 milioni di euro): aumento in parte dovuto ai nuovi piani tariffari del Colosseo , degli Uffizi e di Pompei , i big che continuano a polarizzare gran parte dei visitatori nazionali ed internazionali.
Rispetto al 2018, infatti, il podio non presenta particolari novità: al primo posto anche quest'anno si piazza il Colosseo con oltre 7,5 milioni di visitatori, 100mila in meno rispetto ad un anno fa, seguito dalle Gallerie degli Uffizi con quasi 4,4 milioni di ingressi e Pompei con circa 4 milioni di presenze che, in termini assoluti, è il sito che ha registrato una crescita maggiore, basti pensare che non più di cinque anni fa i visitatori non superavano i 2,5 milioni.
La classifica
Ottimi risultati per la Galleria Nazionale delle Marche che, con circa 70mila biglietti staccati in più rispetto al 2018 (+36,8%) si posiziona al 26° posto della classifica dei 30 musei più visitati del 2019 dove mancava dal 2012. Crescita significativa anche per i musei napoletani, guidati dal Museo di Capodimonte che scala di quattro posizioni la classifica grazie a un aumento degli ingressi di oltre 253mila unità (+34,2%). Sempre a Napoli, si riconfermano buone le prestazioni di Castel Sant'Elmo , che passa dai quasi 225mila ai 267mila visitatori di quest'anno, salendo dal 30° al 27° posto (+18,7% di ingressi) e per Palazzo Reale, che con una crescita di visitatori dell'11% arriva a oltre 270mila biglietti staccati; stabile al decimo posto il Museo Archeologico Nazionale di Napoli Mann , che conferma la sua rilevanza nel panorama nazionale con un nuovo record di visitatori, che passano da 616mila nel 2018 a 670mila unità.
In crescita anche i numeri delle Terme di Caracalla a Roma (+10,9%), del Castello di Miramare a Trieste (+10,7%) e del Palazzo Ducale di Mantova, che da 324mila visitatori passa a oltre 346mila ingressi, un incremento del 7% su base annua che gli permette di salire di tre posizioni e piazzarsi al 18° posto in classifica. Tra gli istituti gratuiti, bisogna segnalare l'exploit del Pantheon , che ha superato quota 9 milioni di visitatori, con un aumento del 4% pari a circa 400mila visitatori in più rispetto al 2018. Ottimo risultato anche per il Vittoriano , recentemente reso autonomo insieme a Palazzo Venezia , che cresce del 9% portandosi a oltre 3 milioni di ingressi. E poi Matera, che pur non entrando nella top 30, nell'anno in cui ha ricoperto il ruolo di Capitale Italiana della Cultura ha visto aumentare di 50mila unità gli ingressi del suo museo (+20%).
Seppur ancora segnando ottimi risultati e posizionandosi una al 7° e una all'8° posto, i risultati più deludenti riguardano la Reggia di Venaria , che perde 120mila visitatori e la Reggia di Caserta che ne perde 125mila; con un segno meno rispetto al 2018 anche le Gallerie del Bargello a Firenze, che perdono 60mila visitatori e la Galleria Borghese a Roma che vede diminuire le sue presenze di circa 40mila unità.
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