Musei militari, il rilancio punta sulle gestioni private
Svolta per Genio, Fanteria, Granatieri, Motorizzazione e quello Tecnico navale
di Antonello Cherchi
I punti chiave
2' di lettura
I musei militari provano la strada della valorizzazione chiamando all’appello i privati. Un po’ come è già accaduto per i luoghi della cultura statali. Con la differenza che quelle militari sono realtà non conosciute come meriterebbero: restano luoghi per addetti ai lavori, nonostante custodiscano una parte preziosa e interessante della nostra storia e spesso siano ospitati in luoghi di pregio architettonico e urbanistico.
È sufficiente accedere all’Istituto storico del Genio militare, sul lungotevere della Vittoria a Roma, per rendersene conto. Questo museo è uno dei cinque che Difesa servizi – la società in house del ministero della Difesa che si occupa di valorizzare gli asset con le stellette: dai brand agli immobili – ha deciso di mettere sul mercato. Gli altri quattro sono: il museo dei Granatieri di Sardegna, quello della Fanteria (i due istituti si trovano in uno stesso spazio e fanno parte di un unico progetto), quello della Motorizzazione e quello Tecnico navale. Quest’ultimo è l’unico che non si trova nella capitale ma a La Spezia.
Aprire anche ai flussi turistici
L’obiettivo è di rivitalizzare queste strutture e poi immetterle nel circuito dei musei statali in modo da aprirle ai flussi turistici. E questo grazie a un accordo siglato nel 2016 da Difesa servizi con il ministero della Cultura. Il progetto si inserisce nell’iniziativa Valore Paese Italia, attivata dall’Agenzia del demanio in collaborazione con il ministero della Cultura e quello della Difesa per rilanciare il turismo sostenibile attraverso il recupero di immobili pubblici dismessi ma di fascino.
Il bando in Gazzetta
In una prima fase è previsto un avviso - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, V serie speciale, Contratti pubblici, n. 36 di oggi - grazie al quale i privati interessati ai cinque musei militari potranno farsi avanti e manifestare il loro interesse. Seguirà una gara pubblica attraverso la quale i musei saranno assegnati al miglior offerente. Lo strumento scelto è quella della finanza di progetto: i candidati dovranno presentare un piano tecnico e finanziario dove, a fronte dell’assunzione dell’onere di interventi di recupero o di adeguamento, potranno puntare su investimenti remunerativi: dalla biglietteria ai bookshop o ai ristoranti e alle caffetterie dove gli spazi lo consentono, all’affitto degli spazi del museo per eventi.
La concessione avrà una durata non inferiore a 6 anni e non superiore a 12 e si svolgerà sotto la supervisione della Difesa, a partire dal fatto che il direttore dell’esposizione museale resterà un militare. Se l’iniziativa avrà successo, in attesa ci sono altri nove musei.
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