Museo Egizio, Lega contro il direttore Greco. Sgarbi: «È bravo e indiscutibile»
Christian Greco era finito nel mirino della destra, ma il consiglio di amministrazione del museo, le istituzioni locali, il mondo degli egittologi sono compatti in sua difesa
di Nicola Barone
4' di lettura
Un doppio affondo, concentrico, in poche ore. «Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, faccia un gesto di dignità e si dimetta. Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui». Dopo l’assessore Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia a ribadire il concetto è ora il vicesegretario della Lega Andrea Crippa. Il direttore Christian Greco si trova nuovamente nel mirino della destra (dopo cinque anni) ma il consiglio di amministrazione del museo, le istituzioni locali, il mondo degli egittologi si schierano compatti in sua difesa.
Sgarbi: la nomina del direttore non spetta a noi
Il direttore Christian Greco al Museo Egizio? «La sua nomina non dipende da me, non dipende dal ministro Sangiuliano e non dipende dal ministero. Ma dalla presidente della Fondazione del Museo delle Antichità Egizie, Evelina Christillin, nominata da Franceschini. È inutile chiedere la sua cacciata. Greco non può essere cacciato e anzi potrebbe anche essere riconfermato» commenta il sottosegretario Vittorio Sgarbi. «Il direttore Greco va benissimo. È bravo ed è indiscutibile. Così come la dichiarazione dell’assessore è legittima: chiunque può dire c’è uno più bravo dell’altro. La migliore risposta non è raccogliere firme, ma ignorarlo. Invece questa sua uscita, legittima, ha determinato un potenziamento di Greco, perché da opinione sembra censura politica. E non può esserlo - sottolinea Sgarbi - perché il direttore di quel Museo è nominato dal Presidente della Fondazione, che deve essere nominato da noi. Ma poi il nostro potere finisce lì. Sarà quel consiglio di amministrazione, come quello di Palazzo Ducale a Genova, a fare un concorso per un nuovo direttore o rinominerà Greco. La materia non esiste. Sembra una commedia degli equivoci».
Schlein all’attacco
Sulla vicenda dice la sua anche la segretaria del Pd Elly Schlein, parlando con i giornalisti alla Camera. «Greco dirige il Museo Egizio con grande professionalità e competenza, portando risultati concreti. Da settimane è sotto l’attacco delle destre per un’unica ragione, non essere, secondo loro, allineato alle posizioni del governo. È un fatto grave nel merito e nella sostanza, e tradisce la mania di controllo che ha Giorgia Meloni. Lo abbiamo visto con l’occupazione della Rai, con Inps e Inail, con il centro sperimentale di cinematografia. E’ una concezione proprietaria delle istituzioni e della cultura che noi non possiamo accettare».
Nel mirino di FdI
Ad accendere la polemica è stato Marrone per Fratelli d’Italia che in un’intervista aveva detto di non voler confermare Greco. «Ha doti manageriali non comuni, ma ritengo esistano figure potenzialmente più qualificate che sono state penalizzate non dico per la direzione, ma addirittura per un posto nel cda del museo». Non era la prima volta che Fratelli d’Italia attacca il direttore. Lo aveva già fatto nel 2018 quando protagonista dello scontro era stata l’attuale premier Giorgia Meloni che aveva protestato per l’iniziativa del direttore di offrire un biglietto gratis alle coppie di lingua araba.
Cda al fianco del direttore
«Non replico nulla, non faccio politica, mi dedico all’antico e non alla contemporaneità. Sono un egittologo e lo rimarrò anche se dovessi andare a servire cappuccini in un bar di Porta Nuova», commenta Greco, impegnato nella presentazione del progetto che riunisce le collezioni fotografiche degli archivi sugli scavi dell’Egizio. «Ho già detto che mi piacerebbe che il direttore fosse invisibile, che parlasse la sua squadra. Oggi abbiamo una squadra di 70 persone, un museo che scava in Egitto, stiamo lavorando per il bicentenario. Il direttore può essere utile, ma non è indispensabile, l’istituzione va avanti. Qui ci sono oggetti che hanno una vita media di 3.500 anni. Andiamo avanti, il Museo Egizio va avanti. I direttori passano, il museo rimane qui da 200 anni». Si schiera al suo fianco il consiglio di amministrazione del museo che ricorda come «in base all’articolo 9 dello statuto la nomina e revoca del direttore spetta esclusivamente al consiglio di amministrazione» ed esprime all’unanimità «totale fiducia» a Greco. Il direttore dell’Egizio incassa anche «il massimo supporto della comunità scientifica» in una lettera aperta firmata da 92 egittologi italiani, membri del Comitato Scientifico del Museo Egizio, Tine Bagh per conto del Comité international pour l’égyptologie e Tarek Tawfik, presidente dell’Associazione Internazionale degli Egittologi.
Le altre reazioni politiche
Dal fronte politico in diversi si schierano con Greco. Chiara Appendino, deputata del M5S, in un’interrogazione per chiede di intervenire al ministro Gennaro Sangiuliano. Convergono tutti - compresa l’assessora regionale alla Cultura del Piemonte, Vittoria Poggio che pure è di centrodestra - che si tratta di un’opinione personale anche perché Marrone non ha una delega che giustifichi un suo intervento sul tema. «Christian Greco è un manager di grande competenza e valore come dimostrano i risultati raggiunti dal Museo Egizio», osserva Poggio. «Stiamo parlando di uno dei musei più importanti al mondo, di uno dei direttori più importanti al mondo che sta lavorando, e meglio non si può fare, per preparare un evento mondiale e la città sarà al suo fianco. Occupiamoci di questo», afferma l’assessore comunale alla Cultura, Rosanna Purchia.
loading...