l’evento di bologna

Musica, i 10 anni che sconvolsero il mercato

Dal cd allo streaming, passando per il download: gli anni Dieci del nuovo millennio hanno rivoluzionato produzione, distribuzione e consumi. Se n’è discusso alla mostra «Noi»

di Marta Cagnola

La band coreana Nct Dream: l’esplosione del K-Pop è una delle grandi rivoluzioni musicali degli anni Dieci (Epa)

3' di lettura

Da un mondo digitale a un mondo liquido. Ma con la consapevolezza che il cambiamento è stato metabolizzato e che il viaggio è ripartito. «Il settore discografico ha attraversato una rivoluzione epocale ed è il primo a entrare nel tritacarne di Internet ma prima ha solo visto la luce in fondo al tunnel, poi ha finalmente cominciato a uscire da questa trasformazione» spiega Enzo Mazza, presidente di Fimi nell’incontro La lunga avventura della musica italiana tra tradizione e innovazione, nell’ambito della mostra NOI. Non erano solo canzonette, a Palazzo Belloni di Bologna fino al 12 aprile.

Come va il settore
La musica, insomma, è davvero passata da un mondo di plastica a un mondo liquido. Nel 2018, secondo i dati del Global Music Report di Ifpi, il mercato mondiale è cresciuto globalmente del 9,7% e la fetta del digitale arriva quasi a sfiorare il 59 per cento. Se tra streaming e download le revenues erano di 4,3 miliardi di dollari, contro i 9 del supporto fisico, nel 2018 le parti si sono invertite: 11,2 miliardi per il mercato digitale, 4,7 per quello dei supporti fisici. E l’Italia? «La tendenza è la stessa, ma la strada è ancora lunga, perché non siamo ancora arrivati agli anni della prima era post-Napster - dice Mazza - i ricavi restano distanti da quelli di dieci anni fa, ma il mercato sta sensibilmente migliorando». Nel 2018, un totale di 228,5 milioni di euro di fatturato. Nei primi mesi del 2019, se il mercato fisico ha perso il 20% rispetto all’anno precedente, lo streaming (che ormai rappresenta il 92% del digitale) ha guadagnato il 28%, sia nel free che a pagamento.

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Il convegno di Bologna

L’impatto di Spotify
In dieci anni, dal 2010 al 2019, il cambiamento è impressionante. Il fisico passa dall’84 al 26% , il download dal 9,8 al 5,6% e lo streaming dal 2,5% al 63%. E l’arrivo più imponente, quello di Spotify, è stato solo nel febbraio 2013. «Anche se per la penetrazione della cultura digitale in Europa l’Italia è solo al 26esimo posto su 28 - ricorda Mazza - per la parte musicale siamo uno dei primi 15 Paesi al mondo». Non è solo, però, una questione di numeri. A cambiare è anche l’effetto sui generi, sull’evoluzione degli artisti, sul repertorio locale. Nella Top10 degli album 2019, gli italiani rappresentano l’87%. Nello stesso anno, nella Top10 degli incassi cinematografici, le produzioni italiane arrivano solo al 21,22%. Produzioni italiane che «volano» anche all’estero. Con lo streaming - spiega Federica Tremolada, managing director di Spotify per Sud e Est Europa - la musica italiana può essere esportata più velocemente. Nelle nostre classifiche per la prima volta ci sono non solo in Italia anche artisti italiani, pensiamo a Mahmood, ad esempio in Israele o in Medio Oriente, e a Meduza produzione italiana con successo incredibile negli Usa».

Un mercato... molto maschile
Certo, resta un mercato molto maschile: nella Top10 italiana tutti gli artisti sono uomini. «C’è una grossa attenzione ultimamente alla mancanza all'interno dell'industry di figure femminili forti, come artiste o produttrici - spiega Lino Prencipe, Director Digital & Business Development, Sony music Italy - l’obiettivo è quello di avere sempre più figure A&R femminili, assumere donne e far crescere le donne nei team. Sono obiettivi che ci siamo dati in maniera molto chiara, per questioni etiche ma anche per una ragione di business: se tra chi decide manca la sensibilità femminile forse ci perdiamo delle occasioni interessanti. L’effetto del cambiamento sicuramente si vedrà tra qualche anno».

PER APPROFONDIRE:
Moore, ceo di Ifpi: «La musica del 2030? K-pop e intelligenza artificiale»
Musica e soldi: quanti ne giravano negli anni 70 e quanti ne girano ora

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