Musk fa provvista per Twitter: cede azioni Tesla per 6,9 miliardi
Musk ha detto che voleva evitare una vendita di emergenza di azioni se fosse costretto a completare l’acquisizione di Twitter da 44 miliardi di dollari
di Alberto Annicchiarico
3' di lettura
La spregiudicatezza del personaggio potrebbe fare pensare a più di una spiegazione, anche se le vicende giudiziarie lascerebbero propendere per una mossa difensiva. Non sarebbe da escludere, insomma, un parallelo con quanto si è appena visto in BlackRock, prima società di gestione degli investimenti nel mondo, dove nel giro di due settimane i due personaggi più importanti del colosso finanziario, il ceo Larry Fink (3 agosto) e il presidente Robert Steven Kapito (25 luglio), hanno venduto 82mila azioni per un totale di oltre 54 milioni di dollari. Insider selling. Motivato dalla scarsa fiducia nel recente rimbalzo a due cifre del Nasdaq e dello S&P500.
E quindi? Perché Elon Musk, ceo di Tesla - casa costruttrice di automobili (elettriche) più capitalizzata - nonché uomo più ricco del mondo, ha venduto di nuovo azioni Tesla, questa volta per un valore di 6,9 miliardi di dollari? Il valore corrisponde a 7,92 milioni di azioni vendute tra il 5 e il 9 agosto, secondo i documenti depositati alla Sec.
Va ricordato che le azioni Tesla sono rimbalzate del 40% rispetto ai minimi dell'anno, ma è anche vero che il prezzo è ancora poco meno del 20% inferiore rispetto ai massimi. Inoltre le prospettive dei mercati, come si diceva, potrebbero non essere le più favorevoli.
Fosse fantasiosa la tesi dell’insider selling il capitale raccolto da Musk grazie alla vendita di azioni potrebbe essere utilizzato se il miliardario di origine sudafricana fosse costretto all’acquisizione di Twitter nel caso in cui perdesse la sua battaglia legale con il social media. Lo ha spiegato lui stesso. «Nel caso (si spera improbabile) che Twitter costringa a chiudere questo accordo e alcuni partner azionari non lo accettino, è importante evitare una vendita incendiaria di azioni Tesla», ha scritto in un tweet martedì sera.
La prossima udienza di un confronto che si preannuncia rapido e nel quale Twitter sembra partire in vantaggio è stata fissata per il 17 ottobre. Lo scontro dovrebbe risolversi nell’arco di cinque giorni.
Come si è arrivati fin qui? Il tycoon aveva prima lanciato un'offerta da 44 miliardi di dollari, in aprile, poi aveva detto di volersi ritirare, a metà maggio, sulla base della contesa sul numero dei profili fake del social network. Complice la fase orso dei mercati, il valore di Twitter si era intanto allontanato dall’offerta iniziale: dai quasi 52 dollari per azione di aprile ai 35 di giugno. Attualmente i titoli del microblogging sono tornati oltre quota 40 dollari. Twitter aveva citato in giudizio il patron di Tesla per costringerlo a completare l’acquisizione. E la scorsa settimana Musk ha controquerelato Twitter accusando la società di frode. Per il miliardario, la società ha trattenuto informazioni critiche e ha ingannato il suo team sulla base di utenti.
A questo punto i due scenari più probabili, secondo l’analista Dan Ives di Wedbush, vedono Musk perdente. A meno che il vulcanico imprenditore non trovi una soluzione prima del confronto in aula, è plausibile che venga obbligato dal tribunale del Delaware ad acquistare Twitter per 44 miliardi di dollari, oltre che a pagare danni tra 5 e 10 miliardi.
Con le ultime mosse, Musk ha ceduto azioni Tesla per complessivi 32 miliardi di dollari negli ultimi dieci mesi e ora possiede il 14,84% dell'azienda. Il suo patrimonio complessivo tocca i 250 miliardi di dollari secondo il Bloomberg Billionaires Index: resta l'uomo più ricco del mondo ma la ricchezza è diminuita di 20 miliardi, a causa del calo del valore delle azioni Tesla. I follower di Musk (102 milioni su Twitter) hanno chiesto se sarebbe intenzionato a riacquistare le azioni nel caso in cui non andasse in porto l'acquisizione di Twitter. E lui ha risposto di sì.
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