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Musk vuol tagliare il 75% dei dipendenti di Twitter. Faro governo Usa su Starlink

Secondo indiscrezioni, se va in porto l’acquisizione del social media, il patron di Tesla vuole dare una brutale sforbiciata ai dipendenti. Nel frattempo, i funzionari di Biden cercano un sistema per mettere più sotto controllo l’operato del contestatissimo imprenditore

di Franco Sarcina

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3' di lettura

Elon Musk sempre al centro dell’attenzione dei media, sia per il suo tentativo di acquisizione di Twitter, sia per il suo sfilarsi dal sostenere economicamente la rete di satelliti Starlink, cruciale per la presenza su Internet dell’ Ucraina, che sta portando a delle conseguenze pesanti a livello dell’amministrazione federale Usa.

Iniziamo da Twitter. Secondo una indiscrezione raccolta dal Washington Post, Elon Musk prevede di licenziare la maggior parte della forza lavoro del social di microblogging se e quando diventerà proprietario della società.
Musk avrebbe infatti detto ai potenziali investitori che parteciperebbero al suo acquisto di Twitter che prevede di tagliare quasi il 75% della base di dipendenti, composta attualmente da 7.500 persone. Il giornale ha citato documenti e fonti anonime.

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Twitter, per ora, frena

Twitter, dal canto suo, per ora frena. La società ha comunicato al proprio staff che non ci sono stati piani per licenziamenti a livello aziendale da quando è stato firmato l’accordo con Musk, per altro ancora lungi dall’essere attuato.
In un promemoria esaminato da Bloomberg News, il consigliere generale di Twitter Sean Edgett ha avvertito i lavoratori di aspettarsi «tonnellate di voci pubbliche e speculazioni». «Non abbiamo alcuna conferma dei piani dell’acquirente (Musk, ndr) dopo la chiusura e consigliamo di non seguire voci o documenti trapelati, ma piuttosto di attendere i fatti da noi e dall’acquirente direttamente», ha affermato.

Molti analisti ritengono che un eventuale taglio del 75% della forza lavoro di Twitter avrebbe un fortissimo impatto sulla società. In particolare, sarebbe pressoché impossibile, sostengono, riuscire a limitare la presenza di account spam sulla piattaforma. E proprio il conteggio degli account spam e “non reali” era stata una delle cause - almeno a dar credito alle parole di Elon Musk - della mancata finalizzazione dell’accordo di acquisizione.

L’amministrazione Biden, preoccupata, cerca di intervenire sui piani di Elon

Il secondo punto chiama in causa direttamente l’amministrazione Biden, che sta valutando se sottoporre alcune delle società e delle operazioni di Musk, inclusa l’eventuale acquisizione di Twitter e la gestione della rete satellitare Starlink di SpaceX, a una revisione. C’è in ballo la sicurezza nazionale.

Secondo Bloomberg News, infatti, I funzionari statunitensi sono in agitazione per la decisione di Musk di interrompere la fornitura satellitare Starlink all’Ucraina, che secondo lo stesso Musk finora è costata 80 milioni di dollari. L’amministrazione Usa è anche preoccupata per molte recenti esternazioni su Twitter del discusso patron di Tesla, che rivelano la sua posizione eccessivamente favorevole alla Russia di Putin sul conflitto ucraino. I funzionari hanno anche messo sotto esame i piani di acquisizione di Twitter, che prevedono l’arrivo di un gruppo di investitori stranieri.

Il possibile intervento dell’amministrazione federale Usa, secondo le fonti, sarebbe comunque ancora tutto da pianificare. Un team di funzionari del governo e dell’intelligence sta valutando se e quali strumenti sono disponibili per una azione sulle iniziative di Musk. Una possibilità potrebbe essere l’utilizzo della legge che governa il Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti, che esamina i rischi per la sicurezza nazionale.

Esa sceglie SpaceX e il suo Falcon 9 per sostituire le Soyuz

Intanto, la situazione tra Unione europea e Russia ha creato nuove possibilità di business per Musk. L’Agenzia spaziale europea Esa ha infatti fatto sapere, dopo l’interruzione dei lanci fatti con il razzo russo Soyuz da Kourou (Guiana francese) e i ritardi nello sviluppo del lanciatore Ariane 6, che utilizzerà il razzo Falcon 9 di Space X per due missioni scientifiche.

Come ha detto il direttore generale dell’Esa Josef Aschbacher, le sonde europee Euclid ed Hera saranno lanciate dal vettore Falcon 9 progettato appunto da Space X. «Si tratta di una misura temporanea che stiamo adottando a causa dell’interruzione dei lanci del Soyuz e in attesa della messa a regime dell’Ariane 6», il cui volo inaugurale è stato posticipato all’ultimo trimestre del 2023, ha specificato Aschbacher.

Il lancio di Euclid è previsto per il 2023. La sonda studierà l’espansione dell’universo. Hera dovrebbe invece essere lanciata a fine 2024 verso l’asteroide recentemente deviato dalla Nasa nell’ambito della missione Dart.

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