Mutui, i tassi sfondano la soglia del 4%. E a marzo i prestiti rallentano ancora
Anche il deterioramento dei crediti avanza, seppure lentamente. Le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a febbraio 2023 sono state 15,5 miliardi di euro, in lieve ulteriore aumento: erano 15,3 miliardi a gennaio e 14,2 miliardi a dicembre 2022
di Laura Serafini
I punti chiave
3' di lettura
Continua a rallentare l’erogazione dei prestiti alle famiglie e alle imprese e, nel frattempo, i tassi di interessi proseguono la loro salita, soprattutto quelli sui mutui, sfondano la soglia del 4 per cento. È quanto emerge dal bollettino mensile dell'Abi.
A marzo 2023, a seguito dei rialzi della Bce, il tasso medio sul totale dei prestiti è stato del 3,81% contro il 3,65% del mese precedente. Nello specifico, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato il 4% rispetto al 3,76% del mese precedente e al 5,72% a fine 2007 (il dato diffuso nei giorni scorsi dalla Banca d’Italia che indicava già il 4% a febbraio in realtà teneva conto del Taeg e non rifletteva solo la dinamica del tasso di interesse). Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 3,9% contro il 3,55% del mese precedente.
La crescita dei finanziamenti scende dal +1 al più 0,5%
Quanto alla dinamica dei prestiti, nel mese di marzo i finanziamenti alle famiglie e alle imprese sono aumentati dello 0,5% su base annua contro l’incremento dell’1% segnato a febbraio. A febbraio i prestiti alle imprese erano diminuiti dello 0,5% e quelli alle famiglie erano cresciuti del 2,5 per cento. Anche il deterioramento dei crediti avanza, seppure lentamente. Le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a febbraio 2023 sono state 15,5 miliardi di euro, in lieve ulteriore aumento: erano 15,3 miliardi a gennaio e 14,2 miliardi a dicembre 2022. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è stato pari allo 0,89% a febbraio 2023 rispetto allo 0,81% di dicembre 2022, all’1,03% di febbraio 2022 e al 4,89% a novembre 2015.
Depositi in calo (-2,9%), record di raccolta sui bond a marzo
Continuano a scendere le consistenze dei depositi, e dunque anche la liquidità parcheggiata sui conti correnti: a fine marzo erano pari a 1783 miliardi, con una flessione del 2,9 per cento anno su anno e di circa 4 miliardi rispetto al mese precedente. In continua ripresa, complice l’aumento dei tassi di interesse, la raccolta bancari attraverso l’emissione di bond: l’ammontare complessivo è pari a 220 miliardi, in aumento del 10 per cento anno su anno e il dato più alto rispetto agli ultimi due anni. L’aspetto interessante è che l’impennata sulla raccolta bancaria è avvenuta a marzo 2023, il mese nel quale la crisi del Credit Suisse e l’azzeramento dei bond bancari At1 (salvando invece i titoli azionari e sovvertendo la priorità nella scala delle passività da coinvolgere in una crisi) aveva fatto temere in un inasprimento delle condizioni di mercato che avrebbe potuto penalizzare la raccolta bancaria.
Balza il rendimento per i depositi vincolati
Il governatore della Banca d’Italia lo aveva chiesto sin dallo scorso autunno, chiedendo di adeguare, a seguito del rialzo dei tassi, non solo il costo dei finanziamenti ma al contempo anche la remunerazione dei depositi. I segnali cominciano ad arrivare. Secondo il bollettino Abi, a marzo 2023, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è in Italia cresciuto allo 0,80%, (0,71% nel mese precedente). Tutto questo per l’effetto, tra le altre cose, dell’incremento del tasso praticato sui soli depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), passato allo 0,61% dallo 0,54% nel mese precedente. Va, però, sottolineato che il tasso praticato sui soli depositi in conto corrente è rimasto lo 0,26%, «tenendo conto che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento», si spiega. In aumento anche il rendimento delle obbligazioni in essere, in crescita al 2,41% (2,23% nel mese precedente). Inoltre, si spiega «il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a febbraio 2023 è in aumento al 2,5% (0,57% a febbraio 2022) e il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso è passato dallo 0,58% di febbraio 2022 al 4,01% di febbraio 2023».
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